Umanità Nova, n.12 dell'8 aprile 2007, anno 87

Fausto, fischi e nonviolenza


Bertinotti minimizza la contestazione, la circoscrive "ad un'ala della sinistra estrema, che rifiuta la non violenza" e spiega: "Per le forze pacifiste di sinistra si pone un problema: non c'è solo il terreno della lotta culturale contro il moderatismo, ma anche contro quelle schegge dell'estrema sinistra che rifiutano la politica e la non violenza''. In quest'ambito va fatta una ''battaglia culturale in pieno rispetto ma molto ferma. La rivoluzione non è un pranzo di gala, ma neppure la politica. Bisogna tentare di capire le verità di chi contesta anche se le forme sono considerate molto sbagliate".
Non ce la faccio, o sto impazzendo io, oppure sta impazzendo il mondo! Forse siamo giunti alla fine della Terra: i ghiacciai si sciolgono, le acque si alzano, la desertificazione avanza… parliamo la stessa lingua, ma non ci capiamo. La Torre di Babele ci sta crollando addosso. Usiamo parole che hanno significati e significanti diversi: non capisco e chiedo aiuto.
Proviamo a parlare con ragionamenti sillogici e consequenziali, ma piano piano:
1) Facciamo finta che in Afganistan non ci sia una guerra, così provo ad andare incontro al vecchio Berty: va bene, lì c'è una missione militare di pace.
2) Questa missione però ci hanno detto che uccide ed ha ucciso (uomini, donne, bambini)
3) Se una missione militare di pace uccide, allora o è militare o è di pace, sempre che per pace s'intenda la risoluzione dei conflitti senza l'uso della forza armata. Se il Berty ha altre indicazioni da darci sul concetto di pace può tranquillamente faxarle alla redazione o scrivere una mail.
4) Allora in Afganistan ci vanno dei militari per fare delle azioni che comportano come effetti collaterali la morte di svariate centinaia di persone. Quindi in Afganistan forse c'è una guerra o giù di lì. Ma non voglio dare addosso completamente al Berty, perché so che sta cercando di darsi un afflato spirituale, caso mai nell'aldilà ci fosse Qualcuno che gli possa chiedere il conto.
5) Va beh! Allora diciamo che in Afganistan ci vanno ragazzotti e ragazzotte ben equipaggiati che cercano Bin Laden e i suoi amici e poiché non li trovano da nessuna parte, per non annoiarsi troppo hanno anche deciso di mettere su un bel governo fantoccio ed ogni tanto, siccome non sono dotati di poligoni regolari, sparacchiano qua e là e buttano bombette a grappoli, che ricordano l'uva nostrana, ma che, al contrario dei benefici delle sostanze pectiche e dei tannini, esplodono un po' qui un po' lì, facendo danni irreparabili (mutilazioni quando non la morte).
6) Dunque, dopo questa premessa, il Berty invitato dagli amici di Comunione e Liberazione, che appena si accorgono che uno si sta convertendo lo invitano ad un convegno o ad un dibattito, viene contestato da persone che pensavano che quello che lui ed i suoi compagni dicevano alcuni anni addietro fosse vero e cioè che la pace è pace e la nonviolenza è nonviolenza.
7) Ma non è così: al Berty piace sorprendere. Al Berty piace dire che quelli che inviano bombe, armi, soldati sono per la pace e conseguentemente nonviolenti, mentre quelli che lo contestano, pur non avendo fatto male ad una mosca, solo per il fatto di contestarlo sono un'ala dell'estrema sinistra che rifiuta la nonviolenza e la politica. Quest'ultima non l'ho capita.
8) Il termine nonviolenza è la traduzione letterale del termine sanscrito ahimsa, composto da a privativa e himsa: danno, violenza. La parola ahimsa implica una sfumatura intenzionale che si potrebbe rendere con "assenza del desiderio di nuocere, di uccidere".
9) Allora il Berty che invia soldati, armi e bombe che uccidono non ha ahimsa.
10) Ma forse non è neppure detto che coloro che non sono nonviolenti siano a favore della guerra e del militarismo: ma qui ci complichiamo e poi il Berty si affanna troppo e noi non volgiamo stancarlo più del dovuto.
11) Come disse il compagno Abraham Lincoln: "Meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio".

Pietro Stara

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