Umanità Nova, n.13 del 22 aprile 2007, anno 87

Cpt di Lampedusa: la gestione alla Lega Coop
Compagni di merende



Alcuni giorni fa gli organi di stampa hanno diffuso la notizia della presa in gestione del centro di permanenza temporanea di Lampedusa da parte di due cooperative siciliane legate alla Legacoop: la Sisifo di Palermo e la Blu coop di Agrigento. Più precisamente, queste cooperative aderiscono al Consorzio nazionale di servizi di Bologna, che a sua volta aderisce a Legacoop, e che si è occupato di vincere la gara d'appalto con l'imbattibile offerta di 33 euro per immigrato detenuto, ben al di sotto dei 50 euro fissati dal Ministero dell'interno come tetto massimo per evitare sprechi e speculazioni economiche sui "servizi" offerti all'interno dei campi di internamento nostrani. Il vicepresidente della Sisifo, Cono Galipò (che, tra le altre cose, è un noto esponente della Margherita di Capo d'Orlando), ha dichiarato tutta la sua soddisfazione per l'affare raggiunto e non ha esitato a confutare i moti di scandalo esplosi tra il popolo di sinistra e nel movimento antirazzista: "Non ci vedo niente di strano. Lì ci sono persone che arrivano e che hanno il diritto di essere assistite". D'altra parte, Franco Tumino – presidente dell'associazione nazionale delle cooperative di servizi di Legacoop – ha chiarito a modo suo, attingendo al consolidato patrimonio di ipocrisia caratteristico degli apparati della sinistra di governo: "Questi posti non ci piacciono ma finché esistono, si tratta di provare a gestirli bene". Il governo Prodi si è quindi assicurato l'appalto per l'umanizzazione dei lager. Tutta la vicenda ha poi scatenato un dibattito stucchevole soprattutto in quei settori del movimento antirazzista che, legati da sempre a doppio filo con la sinistra di governo, ostentano oggi un'inconsolabile riprovazione per quest'ennesimo tradimento del loro governo amico. Eppure non è la prima volta che le coop rosse si aggiudicano la gestione di un CPT visto che già nel 2006 la cooperativa Minerva aveva vinto l'appalto per il centro di Gradisca d'Isonzo.
Le pagine del Manifesto hanno anche ospitato nei giorni scorsi (5 e 7 apri le) un risibile botta e risposta tra il giornalista Loris Campetti e il presidente di Legacoop Giuliano Poletti. Alle sollecitazioni del primo che chiedeva come fosse possibile "la partecipazione del Consorzio nazionale di servizi di Bologna alle gare per la gestione dei Centri di permanenza temporanea, i famigerati Cpt che lo stesso governo Prodi ha deciso di 'superare', già nel programma con cui ha chiesto e ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini", il buon Poletti ha pacificamente risposto che è del tutto legittima "la nostra aspirazione di dare il miglior sostegno possibile, per quanto temporaneo e sicuramente non risolutivo, a persone in condizioni di estrema debolezza e difficoltà e, per questo, più di altre potenziali vittime di forme di abuso e di sfruttamento".
A Campetti bisognerebbe spiegare che il tanto sbandierato "superamento" dei CPT del governo Prodi non consiste nella chiusura di queste strutture o nel rifiuto politico-culturale di esse perché la linea della sinistra di governo è la linea di qualunque potere: ingessare il presente, ricondurlo nell'ambito del controllo, offrire una parvenza di accettabilità a ciò che è intrinsecamente inaccettabile, fornire una legittimazione giuridica, tecnica ed economica utilizzando la falsa urgenza di una necessità etica.
Come per incanto, i CPT non sono più dei luoghi da aborrire o, meglio, anche se non sono un granché si può certamente pensare a renderli migliori o a far credere di volerli rendere migliori. Se poi è possibile tirar su qualche introito è molto meglio che a mangiare siano gli amici degli amici, in questo caso i "compagni" delle Coop. È questo il bello di governare. A Loris Campetti e a tutte le anime belle non resta altro che stringere i denti fino alla prossima turata di naso. Nel frattempo, il governo amico saprà di poter contare su una vasta coorte di finti antagonisti e di professionisti delle manifestazioni di piazza sempre pronti ad abbaiare contro le ingiustizie del mondo salvo poi scodinzolare al cospetto di chi quelle ingiustizie le produce, le legittima e le mantiene.

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