Alcuni giorni fa gli organi di stampa hanno diffuso la notizia della
presa in gestione del centro di permanenza temporanea di Lampedusa da
parte di due cooperative siciliane legate alla Legacoop: la Sisifo di
Palermo e la Blu coop di Agrigento. Più precisamente, queste
cooperative aderiscono al Consorzio nazionale di servizi di Bologna,
che a sua volta aderisce a Legacoop, e che si è occupato di
vincere la gara d'appalto con l'imbattibile offerta di 33 euro per
immigrato detenuto, ben al di sotto dei 50 euro fissati dal Ministero
dell'interno come tetto massimo per evitare sprechi e speculazioni
economiche sui "servizi" offerti all'interno dei campi di internamento
nostrani. Il vicepresidente della Sisifo, Cono Galipò (che, tra
le altre cose, è un noto esponente della Margherita di Capo
d'Orlando), ha dichiarato tutta la sua soddisfazione per l'affare
raggiunto e non ha esitato a confutare i moti di scandalo esplosi tra
il popolo di sinistra e nel movimento antirazzista: "Non ci vedo niente
di strano. Lì ci sono persone che arrivano e che hanno il
diritto di essere assistite". D'altra parte, Franco Tumino –
presidente dell'associazione nazionale delle cooperative di servizi di
Legacoop – ha chiarito a modo suo, attingendo al consolidato
patrimonio di ipocrisia caratteristico degli apparati della sinistra di
governo: "Questi posti non ci piacciono ma finché esistono, si
tratta di provare a gestirli bene". Il governo Prodi si è quindi
assicurato l'appalto per l'umanizzazione dei lager. Tutta la vicenda ha
poi scatenato un dibattito stucchevole soprattutto in quei settori del
movimento antirazzista che, legati da sempre a doppio filo con la
sinistra di governo, ostentano oggi un'inconsolabile riprovazione per
quest'ennesimo tradimento del loro governo amico. Eppure non è
la prima volta che le coop rosse si aggiudicano la gestione di un CPT
visto che già nel 2006 la cooperativa Minerva aveva vinto
l'appalto per il centro di Gradisca d'Isonzo.
Le pagine del Manifesto hanno anche ospitato nei giorni scorsi (5 e 7
apri le) un risibile botta e risposta tra il giornalista Loris Campetti
e il presidente di Legacoop Giuliano Poletti. Alle sollecitazioni del
primo che chiedeva come fosse possibile "la partecipazione del
Consorzio nazionale di servizi di Bologna alle gare per la gestione dei
Centri di permanenza temporanea, i famigerati Cpt che lo stesso governo
Prodi ha deciso di 'superare', già nel programma con cui ha
chiesto e ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini", il buon
Poletti ha pacificamente risposto che è del tutto legittima "la
nostra aspirazione di dare il miglior sostegno possibile, per quanto
temporaneo e sicuramente non risolutivo, a persone in condizioni di
estrema debolezza e difficoltà e, per questo, più di
altre potenziali vittime di forme di abuso e di sfruttamento".
A Campetti bisognerebbe spiegare che il tanto sbandierato "superamento"
dei CPT del governo Prodi non consiste nella chiusura di queste
strutture o nel rifiuto politico-culturale di esse perché la
linea della sinistra di governo è la linea di qualunque potere:
ingessare il presente, ricondurlo nell'ambito del controllo, offrire
una parvenza di accettabilità a ciò che è
intrinsecamente inaccettabile, fornire una legittimazione giuridica,
tecnica ed economica utilizzando la falsa urgenza di una
necessità etica.
Come per incanto, i CPT non sono più dei luoghi da aborrire o,
meglio, anche se non sono un granché si può certamente
pensare a renderli migliori o a far credere di volerli rendere
migliori. Se poi è possibile tirar su qualche introito è
molto meglio che a mangiare siano gli amici degli amici, in questo caso
i "compagni" delle Coop. È questo il bello di governare. A Loris
Campetti e a tutte le anime belle non resta altro che stringere i denti
fino alla prossima turata di naso. Nel frattempo, il governo amico
saprà di poter contare su una vasta coorte di finti antagonisti
e di professionisti delle manifestazioni di piazza sempre pronti ad
abbaiare contro le ingiustizie del mondo salvo poi scodinzolare al
cospetto di chi quelle ingiustizie le produce, le legittima e le
mantiene.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria