Il Movimento dei lavoratori rurali Senza Terra (MST) dal 1984 porta
avanti in Brasile una lotta per la terra e la riforma agraria e contro
il sistema dei latifondi. Fin dalla nascita ha dovuto fronteggiare
intimidazioni e soprusi: nel corso degli anni centinaia sono stati i
membri del MST uccisi dai poliziotti e dalle guardie private e
centinaia sono stati gli arresti e le sparizioni.
In questi giorni la repressione statale sta colpendo diverse
occupazioni di terre su tutto il territorio. Il 18 aprile a San
Gabriel, nella regione di Rio Grande do Sul, due lavoratori sono stati
feriti e 8 arrestati durante uno sgombero da parte della brigata
militare; nello Stato di San Paolo circa cento Sem Terra hanno
interrotto per diverse ore il traffico e hanno occupato la sede
dell'INCRA (istituto Nazionale per la Colonizzazione e la Riforma
Agraria); in molte altre regioni la polizia militare ha messo in
pratica sgomberi violenti e ha arrestato diversi membri del MST.
La Commissione Pastorale della Terra (CPT) ha pubblicato il "Rapporto
sulla violenza contro le lotte per la terra in Brasile", denunciando
che dal 2005 al 2006 c'è stato un aumento di oltre il 176% dei
tentativi di omicidio e 39 persone coinvolte nelle lotte sono state
assassinate nel corso del 2006.
Tutto questo accade a 11 anni dalla strage di stato di Eldorado dos
Carajas (17 aprile 1996), quando la Polizia Militare dello Stato del
Parà uccise 19 lavoratori rurali Sem Terra che stavano
partecipando a una manifestazione.
Lo scorso 12 aprile si è svolta una grande giornata di
mobilitazioni contro le deportazioni verso la Repubblica Democratica
del Congo. La protesta si è svolta contro l'operazione del
governo inglese denominata "Castor", messa in piedi per deportare, nel
febbraio di quest'anno, 38 cittadini congolesi, tra cui 21 bambini, da
uno degli aeroporti di Londra a Kinshasa, capitale della RDC.
È probabile che un nuovo volo venga effettuato nel prossimo
futuro, e per impedirlo in diverse città britanniche centinaia
di persone sono scese in piazza.
Si sono svolte nove proteste coordinate tra loro, a Birmingham,
Cardiff, Glasgow, Leeds, Leicester, Londra, Manchester, Newcastle e
Nottingham.
In Congo si susseguono gli arresti, le sparizioni e gli omicidi delle
persone "scomode" al regime, e dalle elezioni presidenziali ad oggi
centinaia sono stati gli omicidi politici commessi dai servizi segreti,
mentre migliaia di donne, uomini e bambini continuano a morire ogni
settimana a causa della fame e delle malattie.
Un anno fa, il 3 maggio 2006 i fiorai e i contadini di San Salvador
di Atenco si ribellarono contro la decisione di costruire un
supermercato della catena statunitense Wal Mart nel luogo in cui si
svolgeva il mercato tradizionale di fiori.
Vi fu una violenta battaglia, durante la quale la polizia messicana
colpì con particolare brutalità uomini e donne: due
contadini furono uccisi, oltre 200 manifestanti furono detenuti
sommariamente, pestati a sangue, la popolazione fu terrorizzata, le
case del villaggio perquisite e distrutte, le donne violentate.
Oggi restano in carcere 25 persone, fra cui 7 donne che erano state violentate dai poliziotti.
Fuori dal carcere un presidio permanente, il "Planton di Santiaguito"
(Santiaguito è il nome del carcere), composto da zapatisti,
anarchici e attivisti dei media indipendenti, è accampato da un
anno: cerca di mantenere viva l'attenzione sui soprusi che ancora
stanno subendo i detenuti, si occupa di mantenere i contatti fra i
detenuti e i loro familiari e distribuisce beni di prima
necessità ai prigionieri.
Come ogni venerdì, anche lo scorso 20 aprile diversi attivisti israeliani ed internazionali, insieme a molti abitanti dei villaggi palestinesi, hanno sfilato dai paesi di Bil'in e Salmuna fino al muro di separazione fatto costruire dal governo israeliano nei territori occupati. Nei giorni scorsi un convegno internazionale contro l'apartheid e per la lotta nonviolenta aveva visto diverse centinaia di partecipanti confrontarsi e discutere sulla questione palestinese e sui metodi di lotta. La manifestazione conclusiva ha visto la partecipazione anche di molti studiosi che erano internati al convegno. I militari israeliani hanno cercato di bloccare il corteo con gas lacrimogeno e proiettili di gomma, ma, vista la resistenza dei manifestanti, successivamente si sono ritiratati e hanno permesso agli attivisti di giungere sotto il muro. Su una delle torri è stata issata la bandiera palestinese e si sono tenuti i comizi. Al termine della manifestazione otto persone sono state arrestate e rilasciate dopo qualche ora, mentre il ragazzo che aveva issato la bandiera è stato trattenuto. Cospicua come sempre la presenza dei compagni e delle compagne di "Anarchici Contro il Muro"
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; www.indymedia.org.uk; http://news.infoshop.org;
www.globalproject.info; www.comitatomst.it