Ricordando… Giulio Rossi
17 aprile 1948 – 17 aprile 2007. Il gioco del destino ha fatto
sì che Giulio (Giuliano Rossi) sia morto nel giorno in cui
avrebbe compiuto i suoi 59 anni.
In questo gioco biografico ci sta un pezzo della storia di Giulio. Uno
dei "vecchi" del movimento anarchico bolognese. Uno che era nato "di
là dalla ferrovia" a rimarcare la sua collocazione di classe
ancorché la sua scelta rivoluzionaria. Un compagno che aveva
attraversato tutte le lotte del mezzo secolo passato. Il mio personale
ricordo va a Giulio e ad altri "vecchi compagni" del collettivo
anarchico della zona sud di Bologna (Chiesa Nuova, la Foscherara, la
Ponticella, S. Rufillo, Rastignano). Sono loro i primi anarchici che ho
conosciuto quando andavano in giro per bar, fra una scritta murale e
l'altra, fra un'affissione di manifesti e l'altra, fra un volantinaggio
e l'altro.
La caratteristica di Giulio, oltre il suo carattere schivo, erano le
"mani d'oro". La particolare abilità manuale dell'artigiano e
dell'artista. Questo non significava la sua distanza dalla lettura o
dai dibattiti, anzi era attento e appassionato nelle immancabili
discussioni che caratterizzano ogni riunione anarchica. Ma, dopo "poche
chiacchiere", lui tramutava in fatti ciò che si discuteva: da
uno striscione ad un quadro, da un impianto di serigrafia alla
copertura della sala riunioni, dall'impianto elettrico a quello idrico
nelle case occupate.
Anarchico a tutto tondo: il bersaglio delle sue iniziative erano tutte
le forme di autoritarismo e tutte le istanze reazionarie. Preti,
fascisti, stalinisti, padroni erano i suoi nemici ma spesso si
scontrava anche con "compagni" arroganti o supponenti.
Amante dell'arte, artista egli stesso: innumerevoli sono i disegni,
quadri, fusioni, sculture, incisioni, litografie che ci ha lasciato. Ha
realizzato ed insegnato a realizzare la maggior parte della
realizzazioni grafiche del circolo Berneri degli ultimi anni:
striscioni (fra cui l'ormai famoso "contro tutte le guerre, contro
tutti gli eserciti"), magliette, manifesti.
Con lui avevamo occupato, nell'aprile del 2006, il casone di via
Zanardi, ribattezzato spazio liberato "Libero dal Fosco"; proprio pochi
giorni dopo la notizia della malattia, uno di quei tumori che non
perdonano. Come Elio Xerri, avevano avuto la diagnosi a pochi mesi di
distanza, sono morti a pochi mesi di distanza.
Ai funerali lo abbiamo accompagnato con le nostre bandiere assieme alla
famiglia e a tante e tanti compagni, molti gli immigrati del
Coordinamento Migranti di Bologna e provincia di cui Giulio era stato
uno di maggiori sostenitori fin dalla sua costituzione.
Infatti, il 22 aprile, nella festa in piazza dell'Unità
organizzata dal Coordinamento non è mancato un commosso e
caloroso saluto a Giulio dalle centinaia di compagne e compagni di ogni
nazione e colore.
Le compagne ed i compagni del circolo anarchico "Camillo Berneri" di Bologna lo ricordano con le poche righe in calce.
Ciao Giulio.
Walter Siri
Ciao Giulio.
Il giorno in cui Giulio ha cominciato ad esistere nelle nostre vite e
nelle nostre lotte si perde nella memoria delle più vecchie e
dei più vecchi di noi.
Più difficile sarà scordare quello in cui se ne è
andato, perché più si considera grande il valore del
quale si è defraudati, più se ne subisce la perdita.
Saper immaginare cose che pennello, martello o cacciavite riuscivano concretamente a realizzare era il suo genio.
E se il genio è sregolatezza è a questa che dobbiamo le
nottate trascorse in compagnia della birra e di infinite altre
porcherie rinchiuse nelle bottiglie di Lamma, a cercare di spegnere nel
riso e nell'ironia la paura e la rabbia secolare, ma dal fondo di
queste bottiglie abbiamo visto anche prendere forma le idee che hanno
costellato la Bologna ribelle di episodi pensati per rendere a tutti il
re nudo ed impotente.
Dal giorno del tuo ultimo, impossibile, compleanno il re può dormire sonni ancor più sereni.
Non noi.
Ciao Giulio.
le compagne ed i compagni del Berneri di Bologna.