La scelta dell'aeroporto di Cameri come sito per l'assemblaggio dei
micidiali cacciabombardieri F35 nell'ambito del progetto militare
promosso dagli Stati Uniti d'America e supportato dall'Italia insieme
ad altri paesi alleati, è l'ennesima dimostrazione di come i
territori in cui viviamo siano soggetti a una condizione di permanente
servitù militare. Gli interessi del capitalismo nazionale e
internazionale si concretizzano pienamente nell'industria bellica e
nella produzione in scala di sofisticati strumenti di morte
perché la guerra è, prima di ogni cosa, un grosso affare:
per gli stati, che attraverso di essa consolidano il proprio ruolo
egemonico sulle vite delle popolazioni e per le lobby delle industrie
di armi, che con le guerre e i conflitti traggono i loro profitti
alimentando una spirale di morte e devastazione.
Il coinvolgimento dell'Italia nella produzione in serie degli F35 nasce
nel 1996 con il primo governo Prodi, e oggi – a distanza di
undici anni – un altro governo Prodi ha già dato il via
libera alla realizzazione del progetto: una condotta che conferma
l'orientamento bellicista di un esecutivo perfettamente allineato ai
dettami della guerra globale e permanente.
Cameri, già base operativa per innumerevoli missioni militari
italiane, rischia di essere un trampolino di lancio per nuove imprese
assassine e sembra che chi detiene il potere abbia già scritto
il destino di questo territorio, un territorio dalle grandi risorse
ambientali che rischia di essere ulteriormente sfregiato.
Opporsi alla guerra significa, innanzi tutto, opporsi alle produzioni
di morte denunciando le menzogne di chi sostiene che l'industria
militare sia una fonte di benessere e occupazione da salvaguardare: va
ribadito con forza che non è ricchezza quella prodotta
costruendo aerei che domani bombarderanno popolazioni inermi e che
alimenteranno ovunque la spirale di guerra e terrorismo, e di certo non
è benessere quello che si ottiene devastando l'ambiente con
l'installazione di nuove fabbriche attrezzate per l'assemblaggio di
apparecchi in grado di trasportare testate nucleari.
La manifestazione del prossimo 19 maggio promossa dal Coordinamento
contro gli F-35 costituisce dunque un'importantissima occasione per
rilanciare le mobilitazioni contro la guerra e riportare all'attenzione
dell'opinione pubblica il ruolo che il movimento pacifista e
antimilitarista può e deve avere per inceppare e sabotare gli
ingranaggi della macchina bellica statunitense e italiana.
Il movimento contro la guerra ha bisogno di sviluppare una nuova
coscienza radicalmente incompatibile con ogni atteggiamento ambiguo e
compromissorio: non esistono guerre giuste, non esistono missioni
militari umanitarie, non esistono eserciti buoni, non esistono missioni
di pace, non esistono governi che perseguono la pace.
Non ci sarà mai pace fino a quando ci saranno gli stati, i
governi, le frontiere e gli eserciti; non ci sarà mai pace fino
a quando il pianeta sarà umiliato da insopportabili
disuguaglianze sociali; non ci sarà mai pace fino a quando la
logica del dominio e dello sfruttamento prevarrà sulla
solidarietà e la cooperazione tra i popoli.
Aderiamo alla manifestazione del prossimo 19 maggio a Novara e facciamo
appello alle compagne e ai compagni federati a partecipare a questa
mobilitazione costruendo uno spezzone rosso e nero che porti in piazza
i contenuti dell'antimilitarismo anarchico e dell'internazionalismo per
supportare le giuste rivendicazioni dei promotori della manifestazione
e sostenere la lotta per liberare Cameri dall'incubo della guerra e
della militarizzazione permanente del suo territorio.
Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI
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