Umanità Nova, n.16 del 13 maggio 2007, anno 87

Indymedia: di nuovo in pista


Sarà stato un caso, ma la chiusura del sito italy.indymedia.org (vedi UN n.40 del 10/12/2006) è avvenuta proprio nell'anniversario dell'apertura del primo nodo della rete nata a Seattle nel 1999, come a suggellare la fine di un ciclo.
Nonostante lo stop, negli ultimi cinque mesi sono continuate le discussioni sul futuro di questo importante progetto di informazione indipendente e su come farlo ripartire.
Una delle proposte più dibattute è quella della creazione di una serie di "nodi" geografici, ovvero gestiti da collettivi che vivono e lavorano nello stesso territorio, che si potrebbero poi collegare formando una rete "nazionale". A questo scopo, in diverse località (trovate l'elenco su http://italy.indymedia.org) si sono attivati gruppi che stanno discutendo e lavorando per far tornare on-line uno dei pochi mezzi di informazione dal basso esistenti in Italia.
I primi ad impegnarsi nella creazione di un nodo geografico sono stati gli attivisti toscani che, il 20 aprile scorso, hanno fatto ricomparire il logo di indymedia (www.toscana.indymedia.org) sugli schermi dei computer collegati ad Internet.
L'aspetto grafico ed il funzionamento del sito ricordano molto da vicino quello del "vecchio" italy.indymedia, con alcuni miglioramenti sostanziali. Il "newswire", vale a dire la colonna che raccoglie i materiali pubblicati dagli utenti, è suddiviso adesso in diverse sezioni a seconda del tipo di informazione pubblicata. Con un paio di clic del mouse è possibile visualizzare solo le notizie su un determinato argomento e gli appuntamenti vengono pubblicati contemporaneamente sull'Agenda e sul "newswire".
Sono restati praticamente immutati i principi ispiratori del progetto ed il suo metodo di lavoro, ma non poteva essere altrimenti, e le discriminanti nel suo utilizzo.
Il gruppo promotore di "indymedia toscana" ha una struttura aperta e pubblica e chiunque si riconosca nel progetto può collaborare iscrivendosi alla lista di gestione
(http://lists.indymedia.org/mailman/listinfo/cmi-toscana) o partecipando alle iniziative che si tengono lontano dal computer. Tra le prime progettate dal gruppo toscano c'è un "tour" regionale per rilanciare questo strumento e, soprattutto, per ancorarlo maggiormente al territorio, ai singoli ed ai gruppi che hanno voglia di fare informazione piuttosto che subirla.
Il sito, già pienamente utilizzabile, è comunque ancora in fase di "rodaggio" la struttura delle pagine e la grafica non sono ancora quelle definitive e, per il momento, è ancora libero da alcuni dei problemi che avevano decretato la chiusura di italy.indymedia nel novembre scorso.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi potrebbero nascere anche altri "nodi" geografici e, se tutto andrà per il verso giusto (come ci auguriamo), gli strumenti della comunicazione indipendente in Italia riprenderanno il loro indispensabile lavoro di opposizione concreta alla disinformazione di stato.

Pepsy

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