Umanità Nova, n.17 del 20 maggio 2007, anno 87

Resistenza popolare
Serre: il governo attacca il presidio contro la discarica


300 ettari di canneti, boschi ed acque, una piccola porzione dell'ex tenuta di caccia borbonica di Persano, un luogo magnifico dove vivono moltissime specie rare. Simbolo del luogo la lontra che gode delle acque pure del Sele.
L'oasi di Serre-Persano venne istituita nel lontano 1981: era la prima oasi WWF del meridione.
L'11 maggio di quest'anno il governo ha firmato un decreto con il quale quest'angolo di paradiso verrà trasformato in una delle quattro nuove discariche destinate a "risolvere" l'emergenza rifiuti in Campania. A Bertolaso, uomo buono per tutte le stagioni politiche, oggi commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, il decreto governativo ha conferito i super poteri per la realizzazione delle quattro discariche. Oltre a quella di Serre in provincia di Salerno anche quelle di Lo Uttaro in provincia di Caserta, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo Trimonte in provincia di Benevento sono fortemente contrastate dalla popolazione locale. Due di queste discariche si troverebbero in aree protette: oltre a quella di Serre, anche quella di Terzigno.
A Serre un presidio permanente resiste da cinque mesi, sin da quando Bertolaso lo scelse come sito unico per lo stoccaggio dei rifiuti della regione.
Siamo nella Valle della Masseria e la "buca" argillosa di oltre 25 metri è il luogo in cui Bertolaso aveva deciso di stoccare sino a due milioni di metri cubi di immondizia. A suo avviso il luogo avrebbe potuto tamponare l'emergenza rifiuti in Campania per oltre un anno.
Bertolaso, come tanti amministratori, politici e burocrati della nostra bella penisola, aveva fatto i conti senza la popolazione locale, che si mise di traverso. La "buca" si trova poco lontano dall'oasi faunistica, che verrebbe violata ogni giorno dalle centinaia di camion provenienti da Napoli carichi di immondizia. Il percolato prodotto dai rifiuti si riverserebbe inevitabilmente nel Sele, mettendo in pericolo l'esistenza stessa dell'oasi. Ma non solo. Percorse poche altre centinaia di metri il fiume è sbarrato dalla diga che viene utilizzata per irrigare i 40mila ettari di campi e serre della piana del Sele, da cui dipende tutta l'economia della zona e produzioni di grande rilievo e pregio quali la mozzarella di bufala. "Si finge di non sapere – scrive Franco Ortolani, docente di geologia presso la Federico II di Napoli - che dall'Oasi di Persano, ubicata 500 m. a valle del sito proposto per la nuova discarica regionale, vengono prelevati circa 250 milioni di metri cubi l'anno per irrigare circa 23.000 ettari nei quali si svolge una qualificata attività agricola che da occupazione a circa 40.000-50.000 persone".
C'è poi una comunità prevalentemente contadina, che in gran parte si dedica a produzioni ecocompatibili, che ha le proprie case a poche centinaia di metri dall'area della futura discarica.
Per mesi migliaia di persone hanno a fatto a turno per impedire l'accesso ai tecnici incaricati di fare i sondaggi geologici.
Sull'area della cava pare si addensino anche altri interessi: "strani" movimenti di proprietà si sono verificati nell'ultimo periodo, da quando il valore dei terreni è lievitato enormemente per la destinazione a discarica. Voci di popolo parlano di "contatti" tra il commissariato di Governo e alcune potenti famiglie già nell'era del commissariato Catenacci.
Era il 14 marzo quando le truppe dello stato tentarono per la prima volta di imporre con la forza scelte non condivise dalla gente di Serre. Vennero accolte dall'intero paese con tanto di sindaco avvolto nella fascia tricolore, che ebbe l'onore di essere tra i primi beneficiari della carica della polizia. Poi le truppe di ritirarono.
Sono tornate due mesi dopo. Nella mattinata del 12 maggio, mentre al presidio c'erano solo poche persone, perché pareva che fosse in corso una trattativa, la polizia ha attaccato il presidio.
"Ci hanno trattati come bestie. All'improvviso ho visto mio marito che veniva scagliato a terra, mentre a pochi centimetri di distanza passava un mezzo del genio militare. Allora ho cominciato a gridare, ho sentito una fitta al cuore e sono svenuta". Parla Ada Cicatelli, 59 anni, insegnante di Serre, ricoverata all'ospedale di Eboli. Suo marito è Baldassarre Chiaviello, del Comitato "Serre per la vita, che afferma "ci avevano promesso che non sarebbero entrati nella cava prima di mezzogiorno, prima cioè dell'incontro tra il prefetto di Napoli Alessandro Pansa e il senatore Tommaso Sodano. Siamo stati traditi". Niente di nuovo sotto il sole: nel novembre del 2005, in Val Susa, solo fingendo la ritirata la polizia riuscì ad entrare di soppiatto al Seghino, dove per una notte ed un giorno era stata tenuta in scacco dalla resistenza popolare.
Il governo Prodi non volendo essere da meno di quello presieduto dal Paperone di Arcore non si è limitato ad impiegare polizia e carabinieri ma ha fatto addirittura intervenire l'esercito, sia pure con compiti di "logistica". Significativo che per la costruzione della discarica sia stato incaricato il 21° Genio guastatori di Caserta, dal 2003 impegnato nella missione "Antica Babilonia" in Iraq. Dalla guerra esterna a quella interna.
La logica emergenziale, in cui l'emergenza è frutto di scelte politiche dissennate porta a calpestare comunità locali in nome di un interesse generale che è tale solo nell'arroganza e nella miopia di chi non vuole prendere in esame scelte all'insegna del riciclo, del riuso, della non produzione di rifiuti.
A Serre si è giunti persino ad un conflitto tra governo e magistratura, che aveva dichiarato che la discarica era incompatibile con l'oasi.
La politica dell'emergenza pare creata ad arte per favorire interessi economici e politici come quelli della Fibe, che fa profitti sull'incenerimento dei rifiuti ai danni della salute dei cittadini. Questi interessi si sono dimostrati ben collegati all'apparato politico bassoliniano in Campania, dall'acqua - con la partecipazione nella società GORI, che gestisce il servizio idrico integrato nel Sarnese-vesuviano - e con l'appalto per la costruzione e la gestione dell'inceneritore di Acerra.
Il commissario straordinario per i rifiuti in Campania Bertolaso, già direttore della Protezione civile, gestisce dal 2004 la situazione disastrosa dello smaltimento dei rifiuti, ed è quindi diretto responsabile di un'emergenza in nome della quale pretende di violare il patrimonio ambientale di questa regione, calpestando la volontà dei cittadini di Serre.
Si tratta di una vera e propria guerra, dove chi difende il proprio territorio di fatto difende anche l'interesse di tutti coloro che vogliono decidere della propria vita, della propria salute, del proprio futuro. Non a caso è nato tra Venaus e Roma, passando per i mille luoghi della resistenza popolare del nostro paese, un patto di mutuo soccorso che si sostanzia di solidarietà concreta.
Alla notizia dell'assalto poliziesco a Serre, dei feriti e degli inganni si sono svolte piccole e grandi iniziative di solidarietà: dal blocco dei treni dei No Tav in Val Susa (cfr. inform@zione, pag. 7) al presidio in prefettura dei No Dal Molin a Vicenza.
Nei fatti le lotte contro l'alta velocità, le servitù militari, il furto dei beni comuni, l'inquinamento, le discariche e gli inceneritori, le fabbriche di veleni, sono unificate dalla volontà di ri-prendersi la facoltà decisionale, nella prospettiva dell'autogestione del territorio. Non piccole patrie egoiste, ma isole di una rete solidale che pratica l'esodo dalle logiche del profitto e dello sfruttamento selvaggio e, nel contempo, la resistenza e la solidarietà. Una rete che sa o sta imparando che non ci sono governi amici.
Domenica 20 maggio, l'assemblea della Rete di mutuo soccorso, prevista inizialmente al presidio di Aprilia, si svolgerà al presidio di Serre.
In questi giorni la politica ha fatto i suoi giochi: dal ministro della distruzione ambientale Pecoraro Scanio, che si dissocia a parole ma non certo a fatti dal governo, al rifondato Ferrero, che al momento di votare il decreto se ne va a fare lo struzzo altrove. Forse i due sperano che il loro elettorato li assolva dalle loro responsabilità. Più diretta invece la ministro Lanzillotta che si compiace che l'opposizione popolare venga debellata con la forza.
Con abilità da giocolieri i signori del palazzo da un lato hanno aperto una trattativa per individuare un sito alternativo a quello di Valle della Masseria; nel frattempo la polizia continua a tenere sotto assedio il presidio di Serre e i militari del Genio vanno avanti con i lavori preliminari.
Un po' di vaselina e tante bastonate, nello spirito dei famigerati 12 punti sui quali il governo Prodi ha ottenuto la fiducia dopo la crisi sull'Afganistan.
Dal presidio sin da sabato 12 maggio è partito un appello "Oggi lo Stato ha deciso di attaccare ancora una volta i cittadini che oppongono ai manganelli la resistenza passiva.
Venite a Serre, alla valle della Masseria a sostenerci. Noi da qui non ci muoviamo."

Maria Matteo

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