È stata definita "l'orchestra dell'amicizia" quella che si
è esibita domenica 6 maggio alle ore 21 nel Piazzale della
Vittoria, di fronte alla Basilica di Monte Berico, a Vicenza.
L'amicizia a cui si riferivano gli organizzatori era evidentemente
un'allusione all'alleanza che dura da più di cinquant'anni tra
l'Italia e gli Stati Uniti, e in particolare tra Vicenza e il comando
SETAF, insediatosi qui nel 1965.
Anche in questa occasione il movimento No Dal Molin era presente, con
una propria orchestra, che però è stata tenuta a debita
distanza dalle autorità di polizia. L'orchestra dell'amicizia No
Dal Molin era però fatta di fischietti, sirene, tromboni,
tamburi, pignatte, mestoli, e voci più degne di essere ascoltate
rispetto a quelle di chi ha organizzato un evento come quello di
Piazzale della Vittoria.
I manifestanti si sono radunati prima ai piedi di Monte Berico, per
proseguire lungo i portici fino all'altezza di Via Petrarca, via
trafficabile, dove sono stati fermati da un nutrito cordone di
poliziotti muniti di scudi. Non si poteva passare perché la
banda americana doveva suonare nella piazza di Monte Berico, di fronte
alla Basilica, luogo solitamente pubblico. Questa si è rivelata
dunque come un'altra occasione in cui la presenza americana in
città si è manifestata anche con una limitazione palese
della libertà di circolazione dei cittadini. Come faceva notare
un volantino distribuito fra i manifestanti, essendo stato presentato
come uno spettacolo offerto generosamente agli Alleati italiani, questo
concerto ricorda tristemente quelli dell'epoca della dominazione
austro-ungarica, allestiti per esprimere ossequio nei confronti dei
dominatori. Il volantino citava anche il primo concerto tenuto per
celebrare l'inizio della presenza americana a Vicenza, in cui l'inno
dei marines "Stars and Stripes Forever", che significa "Stelle e
Strisce per sempre", era già triste presagio di un progetto che
speriamo non si realizzi.
L'orchestra No Dal Molin si è dunque esibita per il piacere dei
poliziotti schierati a difendere non si sa bene cosa; questo tentativo
di boicottaggio della manifestazione non ha impedito di dare inizio a
un momento di festa allegra rumorosa su un prato. Chi voleva
oltrepassare le transenne doveva essere un militare o essere provvisto
di invito, altrimenti, come hanno fatto in molti, l'unico modo per
accedere in via ufficiale era percorrere la salita trafficabile fino ad
incontrare un blocco di carabinieri pronti a perquisire i passanti con
dei metal detector per scovare eventuali fischietti, trombette o armi
contundenti (?). Oltrepassata quest'altra soglia i portici si
presentavano in una veste inedita: le uniche anime vive che si
incontravano erano carabinieri e poliziotti che andavano avanti e
indietro evocando così certe immagini di dittature di vecchio
stampo.
Si vedeva un palco che nascondeva uno dei punti panoramici più
suggestivi di Vicenza e in cui l'orchestra si esibiva davanti a un
pubblico rado, diviso dal gruppo No Dal Molin, dai cittadini di
Vicenza, da transenne per superare le quali era necessario passare un
ulteriore controllo.
Alcuni incursori erano riusciti a infiltrarsi tra gli spettatori del
concerto e avevano estratto al momento propizio sirene e fischietti, ma
sono stati prontamente allontanati dalle "autorità" e si sono
raccolti sulla scalinata della Basilica, il palco dei poveri, che ha
fatto sentire la propria voce durante l'intervallo del concerto,
sventolando bandiere e scandendo il grido "No Dal Molin" per continuare
poi la propria esibizione lungo i portici, di fronte agli sguardi
imbarazzati o addirittura divertiti dei funzionari di polizia.
(ulli)
Sotto un sole già più che estivo piazza Borgo Dora, al
Balon, è stata la cornice di una lunga mattinata antimilitarista
organizzata dalla FAI torinese. Un'occasione per parlare degli F35,
della lotta contro la decisione di assemblare, in un nuovo stabilimento
di imminente costruzione, i nuovi cacciabombardieri della Lockeed
Martin, destinati a sostituire i vecchi Tornado. Un'arma da guerra,
un'arma offensiva che la dice lunga sugli scenari di guerra che questo
sinistro governo ci sta preparando. Alla costruzione dei velivoli
contribuirà anche l'Alenia che a Torino costruirà ali e
fusoliera degli F35. Volantini, striscioni contro tutte le guerre,
banchetto libri e stampa e le canzoni di Alessio Lega che, accompagnato
al basso da Rocco, ha cantato l'opposizione alla guerra ed al
militarismo, ma anche le lotte dei migranti, la rivoluzione spagnola,
le giornate di Genova e, non poteva mancare, anche una salutare ventata
anticlericale nel giorno della parata romana per la sacra famiglia.
Nel pomeriggio si è svolto ai giardini di via Sospello un
presidio indetto dal Comitato difesa Parco Sempione che si batte contro
la distruzione del parco per costruire una inutile nuova stazione.
Musica e numerosi interventi di vari comitati ed associazioni si sono
susseguiti per l'intero pomeriggio. Forte la tensione a creare momenti
di coordinamento e cooperazione capaci di creare la necessaria
"saldatura" tra lotte diverse ma accomunate dall'iniziativa dal basso,
dalla volontà di salvaguardia del territorio, dalla ferma
opposizione ad un'idea di sviluppo che corrisponde all'aumento dei
profitti per i soliti pochi. Forte è stata anche la
solidarietà agli abitanti di Serre in lotta contro la discarica,
attaccati violentemente dalla polizia quella mattina. Uno striscione
con la scritta "Serre libera" è stato esposto nei giardini.
Euf.
Il patto di Mutuo soccorso tra i tanti che, nel nostro paese, si
battono contro la devastazione del territorio e l'imposizione –
spesso violenta – di decisioni non condivise è una pratica
di solidarietà reale. Appena giunta la notizia delle cariche a
Serre, dei feriti e dell'invasione di esercito e polizia nella cava che
il governo vorrebbe fosse adibita a discarica per i rifiuti, un tam tam
di sms e mail ha convocato una riunione del Coordinamento dei Comitati
No Tav al presidio permanente di Bruzolo, dove, dopo breve discussione,
si è deciso di "andare a prendere il treno" a Borgone, nell'ora
in cui era previsto il passaggio del TGV. I No Tav torinesi, raggiunti
al presidio in difesa del parco Sempione da messaggi annuncianti
l'appuntamento "per prendere il treno", hanno raggiunto i No Tav
valsusini alla stazione di Borgone, dove i treni sono stati bloccati
per oltre un ora, provocando ritardi e soppressione di due convogli.
Il presidio di Serre, raggiunto dalla notizia del blocco, ha sentito
che la solidarietà è l'arma più forte delle
popolazioni che lottano e resistono alla violenza del governo. Serre ha
dimostrato, a chi ancora ne dubitasse, che il governo Prodi segue le
orme del governo Berlusconi. Come a Venaus il 6 dicembre del 2005, a
Serre il 12 maggio del 2007, è stata calpestata la
libertà e la dignità di un'intera popolazione. Cambiano i
governi ma i manganelli della polizia restano sempre gli stessi.
Mort.
Ad Avigliana, cittadina al confine tra la bassa Valle Susa e la
pianura torinese, sono imminenti le elezioni e la campagna elettorale
ferve. La sindaca uscente, Carla Mattioli, diessina che si ripresenta
per un secondo mandato esibendo un programma No Tav, aveva pensato bene
di invitare per una pubblica conferenza il segretario del suo partito,
l'aviglianese Piero Fassino. I No Tav non hanno gradito l'iniziativa di
Mattioli e si sono dati appuntamento per il pomeriggio di domenica 13
in piazza del conte Rosso, nel centro della città dei due laghi.
Erano armati di pentole, fischietti, bandiere No Tav e di due
striscioni, "Serre Libera" e "il governo Prodi è un governo
fascista". Quest'ultimo striscione ha provocato le ire di Mattioli e
una vivace discussione di piazza tra i No Tav e la sindaco.
Ad attendere Fassino, oltre i No Tav ed uno sparuto drappello di
sostenitori di Mattioli, una nutrita truppa di digos guidati dal capo
in persona, Giuseppe Petronzi, e poi graduati dei carabinieri,
antisommossa, vigili urbani e volontari della protezione civile.
Mancava solo l'esercito. Nonostante il vistoso apparato poliziesco
disposto dalla questura torinese, Fassino non si è presentato
nella sua città, scappando di fronte a un po' di bandiere e
fischietti. Non c'è che dire: spesso è dura, molto
presto, tra l'estate e l'autunno sarà nuovamente molto calda, ma
certo, domenica 13 ad Avigliana, è stata anche divertente.
Euf.