Umanità Nova, n.17 del 20 maggio 2007, anno 87

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Vicenza: l'orchestra dell'amicizia?

È stata definita "l'orchestra dell'amicizia" quella che si è esibita domenica 6 maggio alle ore 21 nel Piazzale della Vittoria, di fronte alla Basilica di Monte Berico, a Vicenza. L'amicizia a cui si riferivano gli organizzatori era evidentemente un'allusione all'alleanza che dura da più di cinquant'anni tra l'Italia e gli Stati Uniti, e in particolare tra Vicenza e il comando SETAF, insediatosi qui nel 1965.
Anche in questa occasione il movimento No Dal Molin era presente, con una propria orchestra, che però è stata tenuta a debita distanza dalle autorità di polizia. L'orchestra dell'amicizia No Dal Molin era però fatta di fischietti, sirene, tromboni, tamburi, pignatte, mestoli, e voci più degne di essere ascoltate rispetto a quelle di chi ha organizzato un evento come quello di Piazzale della Vittoria.
I manifestanti si sono radunati prima ai piedi di Monte Berico, per proseguire lungo i portici fino all'altezza di Via Petrarca, via trafficabile, dove sono stati fermati da un nutrito cordone di poliziotti muniti di scudi. Non si poteva passare perché la banda americana doveva suonare nella piazza di Monte Berico, di fronte alla Basilica, luogo solitamente pubblico. Questa si è rivelata dunque come un'altra occasione in cui la presenza americana in città si è manifestata anche con una limitazione palese della libertà di circolazione dei cittadini. Come faceva notare un volantino distribuito fra i manifestanti, essendo stato presentato come uno spettacolo offerto generosamente agli Alleati italiani, questo concerto ricorda tristemente quelli dell'epoca della dominazione austro-ungarica, allestiti per esprimere ossequio nei confronti dei dominatori. Il volantino citava anche il primo concerto tenuto per celebrare l'inizio della presenza americana a Vicenza, in cui l'inno dei marines "Stars and Stripes Forever", che significa "Stelle e Strisce per sempre", era già triste presagio di un progetto che speriamo non si realizzi.
L'orchestra No Dal Molin si è dunque esibita per il piacere dei poliziotti schierati a difendere non si sa bene cosa; questo tentativo di boicottaggio della manifestazione non ha impedito di dare inizio a un momento di festa allegra rumorosa su un prato. Chi voleva oltrepassare le transenne doveva essere un militare o essere provvisto di invito, altrimenti, come hanno fatto in molti, l'unico modo per accedere in via ufficiale era percorrere la salita trafficabile fino ad incontrare un blocco di carabinieri pronti a perquisire i passanti con dei metal detector per scovare eventuali fischietti, trombette o armi contundenti (?). Oltrepassata quest'altra soglia i portici si presentavano in una veste inedita: le uniche anime vive che si incontravano erano carabinieri e poliziotti che andavano avanti e indietro evocando così certe immagini di dittature di vecchio stampo.
Si vedeva un palco che nascondeva uno dei punti panoramici più suggestivi di Vicenza e in cui l'orchestra si esibiva davanti a un pubblico rado, diviso dal gruppo No Dal Molin, dai cittadini di Vicenza, da transenne per superare le quali era necessario passare un ulteriore controllo.
Alcuni incursori erano riusciti a infiltrarsi tra gli spettatori del concerto e avevano estratto al momento propizio sirene e fischietti, ma sono stati prontamente allontanati dalle "autorità" e si sono raccolti sulla scalinata della Basilica, il palco dei poveri, che ha fatto sentire la propria voce durante l'intervallo del concerto, sventolando bandiere e scandendo il grido "No Dal Molin" per continuare poi la propria esibizione lungo i portici, di fronte agli sguardi imbarazzati o addirittura divertiti dei funzionari di polizia.
(ulli)

Torino: no agli F35, no alla devastazione del territorio

Sotto un sole già più che estivo piazza Borgo Dora, al Balon, è stata la cornice di una lunga mattinata antimilitarista organizzata dalla FAI torinese. Un'occasione per parlare degli F35, della lotta contro la decisione di assemblare, in un nuovo stabilimento di imminente costruzione, i nuovi cacciabombardieri della Lockeed Martin, destinati a sostituire i vecchi Tornado. Un'arma da guerra, un'arma offensiva che la dice lunga sugli scenari di guerra che questo sinistro governo ci sta preparando. Alla costruzione dei velivoli contribuirà anche l'Alenia che a Torino costruirà ali e fusoliera degli F35. Volantini, striscioni contro tutte le guerre, banchetto libri e stampa e le canzoni di Alessio Lega che, accompagnato al basso da Rocco, ha cantato l'opposizione alla guerra ed al militarismo, ma anche le lotte dei migranti, la rivoluzione spagnola, le giornate di Genova e, non poteva mancare, anche una salutare ventata anticlericale nel giorno della parata romana per la sacra famiglia.

Nel pomeriggio si è svolto ai giardini di via Sospello un presidio indetto dal Comitato difesa Parco Sempione che si batte contro la distruzione del parco per costruire una inutile nuova stazione. Musica e numerosi interventi di vari comitati ed associazioni si sono susseguiti per l'intero pomeriggio. Forte la tensione a creare momenti di coordinamento e cooperazione capaci di creare la necessaria "saldatura" tra lotte diverse ma accomunate dall'iniziativa dal basso, dalla volontà di salvaguardia del territorio, dalla ferma opposizione ad un'idea di sviluppo che corrisponde all'aumento dei profitti per i soliti pochi. Forte è stata anche la solidarietà agli abitanti di Serre in lotta contro la discarica, attaccati violentemente dalla polizia quella mattina. Uno striscione con la scritta "Serre libera" è stato esposto nei giardini.
Euf.

Borgone: blocco dei treni in solidarietà a Serre

Il patto di Mutuo soccorso tra i tanti che, nel nostro paese, si battono contro la devastazione del territorio e l'imposizione – spesso violenta – di decisioni non condivise è una pratica di solidarietà reale. Appena giunta la notizia delle cariche a Serre, dei feriti e dell'invasione di esercito e polizia nella cava che il governo vorrebbe fosse adibita a discarica per i rifiuti, un tam tam di sms e mail ha convocato una riunione del Coordinamento dei Comitati No Tav al presidio permanente di Bruzolo, dove, dopo breve discussione, si è deciso di "andare a prendere il treno" a Borgone, nell'ora in cui era previsto il passaggio del TGV. I No Tav torinesi, raggiunti al presidio in difesa del parco Sempione da messaggi annuncianti l'appuntamento "per prendere il treno", hanno raggiunto i No Tav valsusini alla stazione di Borgone, dove i treni sono stati bloccati per oltre un ora, provocando ritardi e soppressione di due convogli.
Il presidio di Serre, raggiunto dalla notizia del blocco, ha sentito che la solidarietà è l'arma più forte delle popolazioni che lottano e resistono alla violenza del governo. Serre ha dimostrato, a chi ancora ne dubitasse, che il governo Prodi segue le orme del governo Berlusconi. Come a Venaus il 6 dicembre del 2005, a Serre il 12 maggio del 2007, è stata calpestata la libertà e la dignità di un'intera popolazione. Cambiano i governi ma i manganelli della polizia restano sempre gli stessi.
Mort.

Avigliana: Fassino non è mai arrivato

Ad Avigliana, cittadina al confine tra la bassa Valle Susa e la pianura torinese, sono imminenti le elezioni e la campagna elettorale ferve. La sindaca uscente, Carla Mattioli, diessina che si ripresenta per un secondo mandato esibendo un programma No Tav, aveva pensato bene di invitare per una pubblica conferenza il segretario del suo partito, l'aviglianese Piero Fassino. I No Tav non hanno gradito l'iniziativa di Mattioli e si sono dati appuntamento per il pomeriggio di domenica 13 in piazza del conte Rosso, nel centro della città dei due laghi. Erano armati di pentole, fischietti, bandiere No Tav e di due striscioni, "Serre Libera" e "il governo Prodi è un governo fascista". Quest'ultimo striscione ha provocato le ire di Mattioli e una vivace discussione di piazza tra i No Tav e la sindaco.
Ad attendere Fassino, oltre i No Tav ed uno sparuto drappello di sostenitori di Mattioli, una nutrita truppa di digos guidati dal capo in persona, Giuseppe Petronzi, e poi graduati dei carabinieri, antisommossa, vigili urbani e volontari della protezione civile. Mancava solo l'esercito. Nonostante il vistoso apparato poliziesco disposto dalla questura torinese, Fassino non si è presentato nella sua città, scappando di fronte a un po' di bandiere e fischietti. Non c'è che dire: spesso è dura, molto presto, tra l'estate e l'autunno sarà nuovamente molto calda, ma certo, domenica 13 ad Avigliana, è stata anche divertente.
Euf.

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