Non sappiamo se queste brevi righe, a commento delle esternazioni del
ministro dell'interno Giuliano Amato per l'inaugurazione della nuova
questura di Grosseto, potranno esser lette, interpretate ed aggiunte ai
215 "casi d'insulti e minacce alle forze dell'ordine", dal momento che
il soprannominato "Dottor Sottile" non sembra proprio andar troppo per
il sottile. In effetti, la funzione ed il ruolo non è più
quello di capo del governo, e si sa che chi presiede alle forze
dell'ordine è costretto – per natura – a mostrare la
forza, tanto più se la satira lo ha sempre disegnato come un
topo, e da quando Spiegel ha disegnato i nazisti del suo romanzo "Maus"
con le sembianze di topi di fogna, Giuliano Amato sembra aver preso sul
serio il proprio ruolo (anche se tra un topolino di campagna ed una
zoccola, una pantegana, c'è una bella differenza).
Un ruolo che –comprendiamo – è fra i meno
gratificanti (sembianze a parte) in quanto costretto a difendersi
– più che a difendere – dai cittadini ogni qual
volta la necessità di Stato obbliga ad intervenire con mano
pesante nei confronti di proteste, scioperi, blocchi stradali,
occupazioni, unici strumenti in grado di dar voce a chi voce non ha. E
così ultimamente a Serre (come prima a Scanzano, in Val di Susa,
nella china-town di Milano…), l'ordine di ripristinare l'ordine
caricando per disperdere il presidio degli abitanti contro la mega
discarica di rifiuti a due passi da un oasi naturale, ha costretto il
nostro ad assumere le sembianze di novello Torquemada, braccio
A®mato dei poteri forti.
Si sosterrà, però, che l'intervento (questa volta
scritto) del ministro degli interni del governo Prodi ha avuto come
intento quello di allertare riguardo ad una "campagna d'odio contro la
polizia" apparsa sui muri delle città italiane ad opera di una
"pianta avvelenata che produce ancora oggi un frutto velenoso
[…] nei confronti delle forze dell'ordine identificati da
un'ideologizzazione estrema come "servi del capitalismo da uccidere"".
E sia. Tuttavia le ragioni per scrivere sui muri sono le più
disparate e merita interrogarsi sul perché il loro denominatore
comune riguarda per la maggior parte le forze dell'ordine, prima di
trarre conclusioni affrettate. A meno che non si voglia dimostrare tesi
preconfezionate in cui scrivere sui muri è tout-court un'azione
terrorista, dopo di ché qualsiasi gabinetto pubblico diventa un
covo sovversivo e non basterebbero polizia, carabinieri, guardia di
finanza per piantonare stazioni ferroviarie, aeroporti, scuole,
ospedali… e non voglia il cielo pure i cessi del parlamento dove
– fra i molti inquisiti che, in quegli ambienti maleodoranti, vi
bivaccano. – qualcuno abbia a prendersela con la "benemerita".
Certo è che l'immaginario collettivo – nonostante le
interminabili serie di fiction televisive concernenti poliziotti,
carabinieri, cani da guardia, agenti segreti – è duro a
morire. Forse farebbe bene TorqueAmato ad addentrarsi nei vicoli dei
quartieri di periferia, sostare nei luoghi di ritrovo (le piazze) della
gioventù, frequentare gli stadi di calcio, le discoteche, i bar,
per capire cosa non va e dove si annidano i soprusi, le minacce, le
violenze. O forse no, perché – sensibile com'è
– si spaventerebbe ancor più delle lettere, delle scritte
sui muri e dei messaggi sul web che tanto l'hanno impressionato. E
allora provi direttamente in Questura, meglio nelle Procure
(soprattutto quelle di provincia, del profondo Sud), e si accorgerebbe
di una realtà in cui se la Magistratura non si fida delle forze
dell'ordine poste al suo servizio… figuriamoci i cittadini.
Invece il ministro dell'interno è solito frequentare i salotti
"bene" del potere politico-giudiziario, colloquiare amorevolmente con
gli addomesticati giornalisti che lo sollecitano a prendere
provvedimenti contro il dilagare della microcriminalità prodotta
dall'immigrazione clandestina in un'orgia di pornografia securitaria
dove immancabile sarà la presenza delle guest-star Letizia
Moratti, Sergio Cofferati, Walter Veltroni…
A noi, abituati alla responsabilità di una lotta quotidiana e
collettiva contro i soprusi dei poteri forti (specialmente se armati)
sappiamo riconoscere chi avvelena la società con il disprezzo,
il razzismo, l'odio, l'intolleranza; chi in nome della legge si fa
giustizia e chi della giustizia fa il terreno di coltura per la
convivenza civile. Questione di pelle o di divisa? "Dottor Sottile" o
"TorqueAmato"?
gianfranco marelli