Umanità Nova, n.18 del 27 maggio 2007, anno 87

Quando i giornalisti vedono le stelle


Ormai quando poliziotti e giornalisti vedono, su un muro o su un volantino, una stella come simbolo politico, immediatamente scatta l'allarmante equiparazione col terrorismo.
Talvolta, persino altri simboli quali quello della falce e martello, dell'A-cerchiata o della freccia delle occupazioni - peraltro mai utilizzati dalle Brigate Rosse - sono equiparati e associati a quello della stella, con analoghe intenzioni criminalizzanti.
Eppure la stella è un simbolo talmente antico e diffuso che è praticamente impossibile legarla ad un solo significato: la stessa repubblica italiana lo ha adottato sin dalla sua nascita, così come è presente nelle bandiere non solo degli stati del “socialismo reale" ma anche in quelle di innumerevoli altri paesi, compresi gli Stati Uniti.
Rovesciata è considerata un simbolo esoterico (il cosiddetto pentacolo) e come tale utilizzata quale logo da gruppi musicali metal con allusioni sataniste.
Per quanto riguarda la sinistra, la stella è stata presente per oltre mezzo secolo, assieme alla falce e martello, nella bandiera del Partito Comunista Italiano, così come in quella della sua Federazione giovanile, ma anche su tanti vessilli partigiani. Tutt'oggi la stella è utilizzata dai Giovani Comunisti del Prc e dalla sua componente interna “Sinistra critica", certo non sospettabili di collusione con ipotesi “lottarmatiste"; mentre nell'estrema sinistra ha conosciuto innumerevoli varianti e rivisitazioni, da quella rossa su fondo nero degli zapatisti a quella nera su fondo rosso degli autonomi tedeschi, da quella viola delle femministe a quella rosso-nera degli anarcosindacalisti.
A riguardo ci sarebbe da scriverci un libro, ma tanto i giornalisti ben difficilmente leggono libri.

Stella marina

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