Lo scorso 22 maggio a Bristol si è celebrato l'ultimo atto di
un processo che vedeva imputati due attivisti contro la guerra,
accusati di aver danneggiato seriamente dei bombardieri statunitensi
B52. Il fatto era avvenuto il 18 marzo 2003, nell'immediata vigilia
dell'attacco contro l'Iraq. I due attivisti erano penetrati
nell'aeroporto militare ed avevano causato gravi danni agli aerei da
guerra , provocando la rottura dei motori. Il gesto era stato compiuto
per prevenire che gli aerei bombardassero l'Iraq e per evitare che
seminassero morte e distruzione. Il processo, iniziato nel maggio del
2007, ha avuto una grande attenzione da parte della stampa britannica.
La corte di Bristol ha assolto "i due dei B52" (come sono stati
soprannominati i protagonisti dell'azione antimilitarista)
perché è stato riconosciuto il fatto che i bombardieri
avrebbero potuto provocare morti anche tra i civili iracheni e che
quindi il danneggiamento non era punibile.
Venerdì 25 maggio diversi compagni e compagne sono scesi in
piazza a Mosca per un'azione contro l'omofobia imperante nelle
istituzioni russe e nella chiesa ortodossa. I compagni, in
collaborazione con il movimento "Rainbow", hanno organizzato un
presidio, con bandiere e striscioni per l'amore libero e contro
l'omofobia e distribuendo volantini ai passanti.
I compagni hanno deciso di organizzare tale azione in maniera autonoma
dal Gay Pride, per non essere strumentalizzati dai partiti promotori
del Gay Pride stesso, in particolare il partito radicale russo (NGO).
Due giorni dopo, il 27 maggio, il Gay Pride si è svolto
nonostante il divieto da parte del sindaco e circa un centinaio di
persone hanno sfilato per le vie di Mosca. Davanti al municipio il
corteo è stato attaccato dai nazisti, che hanno aggredito i
manifestanti con calci e pugni e hanno lanciato bottiglie ed altri
oggetti sotto gli occhi dei poliziotti antisommosa. Successivamente
è intervenuta anche la stessa polizia, che ha caricato i
partecipanti alla manifestazione, arrestandone diversi.
Sono stati rilasciati venerdì 27 maggio gli ultimi attivisti
ancora in galera tra coloro che avevano cercato di resistere allo
sgombero dell'Ungdomshuset (Casa della gioventù). Il primo marzo
lo sgombero del centro sociale di Copenaghen aveva causato molte
manifestazioni di protesta da parte dei giovani danesi che erano durate
diversi giorni a cui la polizia. Alle proteste la polizia aveva
risposto con violente cariche e circa 400 arresti.
Alcuni degli arrestati con l'accusa di aver partecipato sono attualmente ancora in galera.
A cura di Raffaele
Fonti:
www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org; www.awalls.org; www.b52two.org; http://ru.indymedia.org