Le premesse per un G8 "caldo" c'erano davvero tutte. Lo Stato tedesco
aveva persino ordinato il controllo della corrispondenza di alcuni
attivisti impegnati nei preparativi per il contro-vertice. Le
libertà fondamentali, tanto sbandierate dalle democrazie,
diventano carta straccia quando in gioco ci sono i poteri forti. Per
non parlare dell'uso di impronte "olfattive", dei divieti di
manifestare e di tutto l'apparato di controllo e repressione messo in
piedi per impedire qualsiasi disturbo alla riunione dei massimi
responsabili dei problemi mondiali.
Mentre scriviamo questo articolo mancano ancora due giorni all'apertura
del summit e già sono iniziate le prime proteste. Nel summit si
discuterà, ancora, di riscaldamento globale, di AIDS e fame in
Africa e di politica economica, ma sulla riunione peseranno gli ultimi
avvenimenti (lo scudo missilistico NATO e la contrarietà della
Russia) che hanno fatto scrivere di un ritorno ai tempi della "guerra
fredda". Verranno discussi problemi che, sebbene siano ben noti,
restano sempre irrisolti. Contro questa fiera dell'ipocrisia il
movimento sta provando a far sentire la voce di chi subisce il
capitalismo globale e le sue inutili conferenze.
Di seguito una brevissima cronologia degli avvenimenti, ricavata dai vari media che stanno diffondendo notizie tramite Internet.
Il 28 maggio, ad Amburgo, c'è stata una sorta di "prova generale". Un corteo di 5 mila persone che manifestava contro il settimo meeting Euro-asiatico (ASEM), è stato completamente circondato da tre linee di poliziotti. La pressione e le provocazioni degli agenti si sono fatte talmente continue che gli organizzatori hanno deciso di sciogliere la manifestazione prima del termine. A questo punto a polizia ha iniziato la caccia all'uomo, attaccando piccoli gruppi di manifestanti mentre si allontanavano, decine e decine di arresti.
Il 1 giugno è cominciata la settimana di protesta. La prima
iniziativa, antimilitarista, ha avuto come obiettivo principale l'area
del Bombodrom, un campo di addestramento usato in passato
dall'aviazione russa e da quella della Germania Est. Circa 500 persone
hanno passato il pomeriggio nella zona, piantando tende, collocando una
piramide e dipingendo di rosa (i militari odiano quel colore...) una
torretta. Il tutto in modo assolutamente pacifico.
Intanto, lo Stato tedesco, stava lavorando per aumentare la tensione:
diverse manifestazioni tra quelle previste sono state vietate un giorno
e consentite quello successivo, in modo da alimentare la confusione e
scoraggiare la partecipazione. Lo stesso è avvenuto per i
presidi prima autorizzati e poi negati e la polizia ha disertato
persino un incontro di coordinamento con l'area più pacifica del
movimento. Nella zona sono stati fatti convergere circa 16 mila agenti.
Il 2 giugno è la volta della prima manifestazione
internazionale. Su questa si è allungata l'ombra bruna del
corteo chiesto dai nazisti a Schwerin, contro il quale è stata
indetta una protesta degli antifascisti. Entrambi i cortei sono stati
vietati. I compagni che hanno provato ad arrivare a Schwerin sono
incappati in blocchi stradali della polizia ed un centinaio di loro
sono stati circondati nella stazione dei treni ed arrestati.
A Rostock, nel primo pomeriggio, è partito il corteo. Le stime
sul numero dei partecipanti, come al solito, divergono (20 mila secondo
la polizia, 80 mila per gli organizzatori) e - guardando le immagini
disponibili - sembra che la verità sia nel mezzo. Il corteo
è arrivato tranquillamente fin quasi alla zona del porto, dove
si doveva concludere con un concerto. Proprio verso la fine la polizia
ha caricato, dividendo in due il corteo e, a questo punto, sono partiti
gli scontri. Secondo i media a causarli sarebbe stato il "blocco nero",
2 mila persone che per alcune ore si sono scontrate con i poliziotti.
Idranti, lacrimogeni, spray al pepe e manganelli da una parte, pietre,
sassi e qualche molotov dall'altra. Gli scontri sono proseguiti a
singhiozzo per tutto il pomeriggio, con il concerto interrotto di
continuo dalle cariche della polizia e dalla risposta dei compagni. In
serata, in diversi punti della città, sono continuati i fermi.
Il bilancio della giornata è stato di centinaia di arresti e,
secondo alcune fonti, di più di 400 (!) poliziotti feriti,
impossibile stimare il numero di feriti tra i manifestanti. Nella
notte, una festa di strada è stata interrotta dall'arrivo della
polizia.
Il 3 giugno si è aperto con la manifestazione
sull'Agricoltura, circa 5 mila persone, che hanno sfilato in corteo e
sviluppato altre azioni in tema, come quella contro un campo
sperimentale di OGM che è stato reso inoffensivo. La polizia si
è accanita con controlli continui, perquisizioni ed
identificazioni dei manifestanti. Ma durante tutta la giornata ci sono
state anche diverse iniziative di solidarietà con i compagni
arrestati il giorno prima.
Sit-in davanti al carcere ed al tribunale sono stati fatti oggetto di
provocazione da parte degli agenti che hanno fatto di tutto per
arrivare a nuovi scontri. Le pattuglie che circolavano per la
città e nelle zone limitrofe di Rostock sembravano alla caccia
di chiunque "vestito di nero" e le perquisizioni ed i fermi sono
continui. È stato addirittura fermato per diverse ore un gruppo
di clown che si era messo a ballare all'interno di un McDonald's.
Secondo i legali gli arrestati in questa giornata sono stati 34 e in
serata si ha notizia del rilascio della maggior parte di quelli fermati
il giorno prima. La polizia ha proseguito con la tattica di
provocazione verso i piccoli gruppi isolati.
Il 4 giugno è la giornata del migrante. In mattinata una
manifestazione di 2 mila persone è partita dal centro per
l'immigrazione ed ha ricordato, durante il corteo, i tragici
avvenimenti del 1992, quando un gruppo nazista diede fuoco ad un
ostello e ad un centro di accoglienza. Il corteo viene aggredito dalla
polizia e vengono arrestate alcune persone, pare perché avevano
il volto nascosto. La polizia inizia a perquisire e controllare tutti i
partecipanti.
Intanto arrivano in continuazione notizie di autobus di manifestanti
fermati e perquisiti un po' dovunque e la tensione nella manifestazione
sale. La polizia infine intima al corteo di sciogliersi, in quanto ci
sono al suo interno delle persone "potenzialmente violente".
Il tira-e-molla tra i manifestanti che vorrebbero proseguire e la
polizia che trova sempre un motivo per fermarli va avanti per diverse
ore, intanto il corteo si è ingrossata fino a 5 mila persone. In
prossimità del centro della città gli agenti dicono che
la marcia non può transitare per quelle strade in quanto troppo
numerosa (sic!).
Davanti a quest'ultima provocazione viene deciso di sciogliere il
corteo e di dirigersi alla spicciolata verso il porto per terminare la
manifestazione.
Dalla frontiera arrivano notizie di un treno sul quale viaggiavano
anarchici polacchi che è stato bloccato e su diversi altri
problemi nei quali sono incorsi coloro che stanno cercando di entrare
in Germania.
Quando si dice l'Europa senza più confini...
A fine giornata si contano una cinquantina di arresti. Il totale, fino
a questo momento è di circa 315 persone arrestate, anche se sono
state quasi tutte rilasciate e solo una decina verranno processate per
direttissima nei prossimi giorni. La maggior parte è accusata di
manifestazione non autorizzata o di travisamento.
A quarantotto ore dall'inizio del summit lo scenario è quello
che era facilmente prevedibile. Un intero apparato statale, è
completamente impegnato ad impedire anche il più mite tentativo
di protesta, aiutato dai mezzi di informazione nazionali ed
internazionali che stanno raccontando la solita storia dei cattivi
black-bloc (anarchici-autonomi a scelta) che ben conosciamo. Dall'altra
parte c'è un movimento che rischia di giocare, ancora una volta,
un ruolo anch'esso ben conosciuto ma che, con il tempo, ha mostrato
anche i suoi limiti.
Siamo appena all'inizio della settimana e la manifestazioni si intensificheranno nei giorni del summit e temiamo che accadrà lo stesso anche per la repressione.
Pepsy