L'affare Telecom (vedi "Umanità Nova" n.27 del 10/9/06 e n.30
del 1/10/06) è di quelli destinati periodicamente a tornare a
galla anche in tono minore rispetto al gran rumore sollevato
all'inizio. Non è un caso, forse, che sia successo di nuovo
proprio quanto il Governo era in grosso affanno su diversi fronti.
Sicuramente non varrebbe la pena di occuparsene, se non fosse che i
media hanno diffuso, tra le tante, una notizia secondo la quale la
Pirelli era molto interessata alle informazioni in possesso del SISDE a
proposito degli "anarchici".
Sembra infatti che gli spioni privati avessero dei canali preferenziali
per ottenere in tempi brevi i rapporti dei servizi segreti, per
metterli a disposizione dei loro padroni. Nulla di nuovo, in quanto
già all'inizio dell'inchiesta era saltato fuori un collegamento
tra spioni privati e pubblici. A causa di questa attività sono
stati recentemente arrestati il capo della sicurezza della Pirelli e
altri due poliziotti privati (un ex finanziere ed un ex carabiniere,
quando si dice il caso...), con l'accusa di "rivelazione di notizie
riservate".
Che cosa c'entrino gli "anarchici" in tutta questa storia è
difficile capirlo. I giornali hanno riportato le dichiarazioni di uno
degli indagati che avrebbe sostenuto che l'interesse della Pirelli era
dovuto alle minacce pervenute ai vertici della società, in
relazione a possibili attentati contro una struttura turistica in
procinto di essere costruita in Sardegna. Insomma si sarebbe trattato
della necessità di difendere un investimento economico, ma non
viene spiegato perché di eventuali minacce di attentati si
dovrebbe occupare la security della Pirelli piuttosto che la polizia.
Viene quasi il sospetto che tirare in ballo gli "anarchici"
(stranamente non gli "anarcoinsurrezionalisti, come li chiamano di
solito i servizi...) sia un modo come un altro per contribuire ad
aumentare la confusione su tutta la vicenda. Visto che il "terrorismo
internazionale" è diventato da tempo un più che comodo
spauracchio capace di giustificare guerre e massacri, evidentemente il
pericolo "anarchico" potrebbe diventare un ulteriore diversivo in una
storia del genere.
Questa notizia è stata infatti diffusa mentre impazza la "guerra
dei dossier", e non passa giorno senza che venga fuori qualche
rivelazione a proposito di questo o quel politico. Come se l'affare
Telecom avesse provocato l'apertura di cassetti fino ad oggi chiusi e
che adesso ci siano informazioni "riservate" a disposizione di chiunque
sia in grado di approfittarne. Generali della Finanza, servizi segreti,
politici, "nuova" P2 e chi più ne ha ne metta, sono tornati ad
invadere le cronache in un turbinio di rivelazioni e di mezze
verità che mostrano quanto siano ramificati i fili che
connettono tutti gli apparati di potere.
Aspettando, senza trepidazione, la prossima puntata, segnaliamo che il
processo per il sequestro di Abu Omar, operato in accordo tra i servizi
italiani e gli USA, è iniziato ed stato subito sospeso, in
attesa di sapere in quale modo sarà insabbiato.
Pepsy