Umanità Nova, n.21 del 17 giugno 2007, anno 87

Anarchici al telefono


L'affare Telecom (vedi "Umanità Nova" n.27 del 10/9/06 e n.30 del 1/10/06) è di quelli destinati periodicamente a tornare a galla anche in tono minore rispetto al gran rumore sollevato all'inizio. Non è un caso, forse, che sia successo di nuovo proprio quanto il Governo era in grosso affanno su diversi fronti. Sicuramente non varrebbe la pena di occuparsene, se non fosse che i media hanno diffuso, tra le tante, una notizia secondo la quale la Pirelli era molto interessata alle informazioni in possesso del SISDE a proposito degli "anarchici".
Sembra infatti che gli spioni privati avessero dei canali preferenziali per ottenere in tempi brevi i rapporti dei servizi segreti, per metterli a disposizione dei loro padroni. Nulla di nuovo, in quanto già all'inizio dell'inchiesta era saltato fuori un collegamento tra spioni privati e pubblici. A causa di questa attività sono stati recentemente arrestati il capo della sicurezza della Pirelli e altri due poliziotti privati (un ex finanziere ed un ex carabiniere, quando si dice il caso...), con l'accusa di "rivelazione di notizie riservate".
Che cosa c'entrino gli "anarchici" in tutta questa storia è difficile capirlo. I giornali hanno riportato le dichiarazioni di uno degli indagati che avrebbe sostenuto che l'interesse della Pirelli era dovuto alle minacce pervenute ai vertici della società, in relazione a possibili attentati contro una struttura turistica in procinto di essere costruita in Sardegna. Insomma si sarebbe trattato della necessità di difendere un investimento economico, ma non viene spiegato perché di eventuali minacce di attentati si dovrebbe occupare la security della Pirelli piuttosto che la polizia.
Viene quasi il sospetto che tirare in ballo gli "anarchici" (stranamente non gli "anarcoinsurrezionalisti, come li chiamano di solito i servizi...) sia un modo come un altro per contribuire ad aumentare la confusione su tutta la vicenda. Visto che il "terrorismo internazionale" è diventato da tempo un più che comodo spauracchio capace di giustificare guerre e massacri, evidentemente il pericolo "anarchico" potrebbe diventare un ulteriore diversivo in una storia del genere.
Questa notizia è stata infatti diffusa mentre impazza la "guerra dei dossier", e non passa giorno senza che venga fuori qualche rivelazione a proposito di questo o quel politico. Come se l'affare Telecom avesse provocato l'apertura di cassetti fino ad oggi chiusi e che adesso ci siano informazioni "riservate" a disposizione di chiunque sia in grado di approfittarne. Generali della Finanza, servizi segreti, politici, "nuova" P2 e chi più ne ha ne metta, sono tornati ad invadere le cronache in un turbinio di rivelazioni e di mezze verità che mostrano quanto siano ramificati i fili che connettono tutti gli apparati di potere.
Aspettando, senza trepidazione, la prossima puntata, segnaliamo che il processo per il sequestro di Abu Omar, operato in accordo tra i servizi italiani e gli USA, è iniziato ed stato subito sospeso, in attesa di sapere in quale modo sarà insabbiato.

Pepsy

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