Umanità Nova, n.21 del 17 giugno 2007, anno 87

Off limits. Il segreto delle basi - Le basi del segreto


Nel corso delle lotte contro la militarizzazione del territorio e l'invadente presenza di basi Nato e Usa, da Vicenza a Camp Darby, da Aviano a La Maddalena, la prima rete protettiva da rompere è quella del segreto militare su accordi, modalità, utilizzi, armamenti presenti e comandi competenti riguardo tali strutture. Non solo nessun privato cittadino può conoscere ed accedere a tali decisioni politiche, ma neppure lo stesso parlamento italiano che, secondo la retorica democratica, dovrebbe poter vigilare su quanto risulta essere di interesse nazionale, è in grado di penetrare la cortina del segreto militare.
Nulla, nella sostanza e anche formalmente, è mutato da almeno un quarantennio, tanto che rimane ancora attuale quanto scritto dal tenente colonnello Gentile in uno studio pubblicato, nel lontano 1967, su una rivista militare. Tale colonnello era giunto alla conclusione che, in base alla prassi corrente, costituivano segreto militare: le pubblicazioni e i documenti aventi classifica o di segretezza o di riservatezza in campo nazionale e Nato; qualunque notizia concernente le suddette pubblicazioni o documenti, riprodotte sia parzialmente che integralmente; le notizie segrete o riservate riferibili a materiale o avvenimenti interessanti l'efficienza bellica, ovvero le operazioni militari in progetto o in atto della nazione; le notizie riferibili alle materie di carattere militare o concernenti l'efficienza bellica del Paese elencate nell'allegato al Regio decreto n. 1161 dell'11 luglio 1941 (recante le firme del re e di Mussolini!); nonché tutte quelle informazioni di carattere militare, diplomatico, economico, industriale e scientifico, classificate come non divulgabili nell'interesse dello Stato, della sua sicurezza, della sua politica interna o internazionale.
Un esempio storico di tale segretezza ci riporta agli anni Ottanta, ai tempi del governo presieduto da Bettino Craxi che, nella politica italiana, è rimasto immeritatamente simbolo di una presunta indipendenza nazionale nei confronti degli Stati Uniti, per il noto episodio di Sigonella nel 1985; tanto che nello scorso dicembre, su richiesta del Psi, il presidente del consiglio, Romano Prodi, nel corso della conferenza stampa di fine anno, ha prospettato la possibilità di intitolare una strada a Craxi proprio a Sigonella.
Ritorniamo comunque a quei tempi. Pochi mesi dopo la tanto sbandierata dimostrazione di orgoglio nazionale che ebbe come teatro la base aerea di Sigonella in Sicilia (dove i militari italiani, armi alla mano e su diretto ordine del governo Craxi, si erano rifiutati di consegnare agli agenti Usa alcuni palestinesi coinvolti nel dirottamento della nave Achille Lauro e nell'uccisione di un cittadino statunitense), nel marzo 1986 lo stesso Bettino Craxi concesse in gran segreto la base di Sigonella agli Stati Uniti, usata per una provocatoria esercitazione nel golfo della Sirte che si concluse con alcune azioni di bombardamento da parte degli F111 statunitensi contro la Libia di Gheddafi. Tale aggressione venne attuata al di fuori della Nato e Craxi ne prese pubblicamente le distanze, eppure la sua vera posizione è stata ben descritta dall'allora segretario alla difesa Usa, Caspar Weinberger: "Craxi fu sempre molto collaborativo e disponibile, e può darsi che per ragioni di politica interna e di relazioni con la Libia abbia dovuto prendere le distanze dall'operazione".
Questa collaborazione atlantica è rimasta coperta dal segreto militare per quasi venticinque anni e, paradossalmente, l'omertà politico-militare è stata infranta da rivelazioni ufficiali uscite dagli archivi segreti del Dipartimento di stato americano e non certo da fonti italiane. D'altra parte, a indiretta conferma di ciò, proprio recentemente è emerso che fin dal 1961 il console generale statunitense a Milano, aveva segnalato a Washington l'ancor giovane socialista Craxi, allora assessore all'Economato della giunta di centrosinistra, per l'intelligenza e lo spiccato anticomunismo.
Chissà, forse tra un altro quarto di secolo, sapremo qualcosa anche su D'Alema... segreto militare permettendo.

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