Umanità Nova, n.21 del 17 giugno 2007, anno 87

Polonia: al bando Goethe, Kafka, Dostoevskij
Fuoco integralista nel nome di dio/patria/famiglia


Se è vero che il mondo è bello perché è vario, il nostro deve esserlo davvero, perché quanto a varietà, non c'è che dire, non possiamo lamentarci.
Sembrava che dovessimo essere noi italiani, afflitti, o allietati, secondo i punti di vista, dalle ingombranti presenze di leghisti, neofascisti ed estremisti di centro, a detenere il primato delle bizzarrie. E invece, a conferma del detto che "non c'è stupido che non ci sia più stupido", dobbiamo rassegnarci, quanto a stupidità, a non essere più i primi sul piano internazionale (beata illusione che un Borghezio o un Calderoli ci garantissero da qualsiasi sorpresa) essendosi materializzato, sul miracoloso suolo della cattolicissima Polonia, il detentore di una carica di idiozia di caratura assolutamente insuperabile.
Per quel che ne sappiamo, Miroslaw Orzechowski avrebbe anche potuto essere un sollevatore di pesi in pensione o un cabarettista impressionista di successo, e invece risulta essere il viceministro all'istruzione nel governo polacco, in nome e per conto delle Lega delle Famiglie. Dall'alto di questa carica (e noi che ci lamentiamo del livello della scuola in Italia!), preoccupato di salvaguardare la salute morale delle suddette brave Famiglie che l'hanno voluto in Parlamento, ha proposto di escludere dai programmi ministeriali alcuni autori, denunciandone coraggiosamente la manifesta e insidiosa immoralità. Ecco quindi la richiesta di depennare Goethe, reo, non solo di scendere a patti con Mefistofele, ma anche di essere tedesco, Kafka, un impiccione ebreo accusato sic et simpliciter di nichilismo, e infine Dostoevskij, che oltre a non essere polacco ma addirittura russo, troppo spesso si dilettava a creare personaggi ambigui e boarder line.
Naturalmente questa intelligente e lungimirante proposta ha suscitato non pochi commenti e reazioni, ma (e non riusciamo a farcene una ragione) non tutte positive. Se infatti le Famiglie Polacche hanno tirato un sospiro di sollievo collettivo nel vedere salvaguardata la cattolicissima moralità dei loro bravi figliuoli – ai quali, a dire il vero, non deve essere dispiaciuto scansarsi dai programmi un mattone come il Faust - e al massimo hanno avuto da dire sul risicato numero di autori cassati, ecco spuntare l'immancabile schiera dei critici da salotto con la puzza sotto il naso, pronti a fare le pulci ai criteri e alle valutazioni stilistiche del nostro Orzechowski. Come se la morale della gioventù polacca fosse roba da lasciare a quei maledetti intellettuali!
Come mai, si chiede acutamente l'uno, escludere Flaubert, che ha riempito pagine su pagine con quella troia di Madame Bovary? O perché, denuncia quell'altro, lasciare in pasto all'innocente gioventù, speranza del paese, un pervertito pedofilo come Dickens o un dandy sfaccendato come Proust capace solo di mangiare quegli strani biscotti? E i greci, i tragici greci, dove li mettiamo? Basta con Eschilo, basta con Euripide, Sofocle e tutte le loro storie di stupri, uxoricidi, incesti. E Orazio e Catullo, incalza un terzo! E Boccaccio, cosa vogliamo farne di quel maiale che ha avuto il coraggio di narrare la gioia di vivere. Ne abbiamo di autori noi, senza dover pascolare nel giardino altrui: c'è la Bibbia, anzi no, quella no perché anche quella con il Cantico dei Cantici non scherza, però ci sono i Vangeli, o almeno qualche pagina, e poi Sant'Agostino e San Domenico di Guzman, e Tommaso De Kempis, con quella sua Imitazione di Cristo che gli altri se la sognano. E Karol, vogliamo proprio dimenticarci del nostro Karol?
A dire la verità, però, non tutti hanno giocato al tiro al bersaglio con il povero Orzechowski, accusandolo di troppa larghezza di vedute. Anzi, il bravuomo ha trovato schierati al suo fianco autorevolissimi personaggi. Come, ed era facilmente prevedibile, George W. Bush, che nell'apprendere la notizia, dopo un attimo di smarrimento nell'udire nomi così strani tutti in una volta, ha poi approvato la scelta del viceministro, visto che nessuno di loro era un giornalista sportivo del Dallas Morning News, l'unica lettura comprensibile all'uomo più potente del mondo. Oppure, e anche lui non poteva mancare, come Silvio Berlusconi, il quale, come è noto, pur mettendocela tutta, non riesce affatto a prendere in considerazione l'ipotesi che la cultura e la poesia, a meno che non portino soldi e "fatti concreti", possano avere una qualche funzione in questa società. E quindi, più nomi si cancellano, meno nomi inutili da ricordare.
Avanti così, Orzechowski, che sei tutti noi!

Massimo Ortalli

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