La cosiddetta Italietta risulta essere al settimo posto nel mondo per
le spese militari, grazie anche al governo Prodi che, dai 18 miliardi
di euro in bilancio del precedente esecutivo berlusconiano, è
passato per il 2007 a 21 miliardi.
Attualmente, infatti, lo stato italiano ha in corso appalti per circa
20 miliardi di euro per la ristrutturazione delle forze armate, dei
quali 4,6 affidati a Finmeccanica, colosso statale delle armi e
dell'aviazione che, tra i suoi dirigenti e amministratori, ha arruolato
qualcosa come sette ex capi di stato maggiore. Tra questi, l'ultimo
nome importante è quello del generale dell'esercito Giulio
Fraticelli divenuto, a poche settimane dal congedo, presidente della
Oto Melara. Proprio la Finmeccanica (che risulta essere, per
importanza, al nono posto nel mondo tra le industrie belliche) ha
ottenuto una nuova commessa da sei miliardi di dollari per la fornitura
di 147 aerei cargo C27J per le forze armate Usa; un precedente
importante c'era già: nel 2005 si era aggiudicata la gara per la
fornitura di 23 elicotteri Agusta per il presidente Bush e il suo
staff, grazie all'interessamento degli ex ministro Martino e
sottosegretario Salvatore Cicu (entrambi di Forza Italia).
Simili decisioni militariste non dovrebbero in realtà stupire
granché tenendo conto della lobby trasversale che vede arruolati
deputati e senatori di entrambi gli schieramenti parlamentari.
A capo di questo partito trasversale è senz'altro Sergio Di
Gregorio: come si ricorderà, eletto senatore grazie ai voti per
l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, passò poco
elegantemente al centro-destra e grazie ai voti di questo venne eletto
presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama. È
soprattutto lui a chiedere sempre più stanziamenti per le forze
armate e a sollecitare investimenti per navi e aerei, facendosi
portavoce delle continue lamentele di generali ed ammiragli, ma anche
il Ds Ranieri, vice presidente della Commissione esteri della Camera,
da tempo sostiene che "È necessario accrescere le risorse
dedicate alla Difesa in Italia".
Ad affiancarli c'è l'ex generale Luigi Ramponi, senatore di
Alleanza Nazionale; mentre alla Camera dei deputati imperversano
Maurizio Gasparri e l'ex-carabiniere Filippo Ascierto (anch'essi
esponenti del partito di Fini nonché componenti della
commissione Difesa della Camera) nel sostenere le forze armate e
dell'ordine, con una particolare predilezione per la Benemerita. La
marina appare invece sponsorizzata da Giuseppe Cossiga (figlio dell'ex
presidente), deputato di Forza Italia, al quale è ascritto il
merito di aver messo d'accordo Casa delle Libertà e Unione nel
reperire sette miliardi di euro per le fregate "Fremm".
Lo stesso ministro della difesa Arturo Parisi, ovviamente, appartiene a
tale club, come dimostra la sua ostinazione nel respingere le spinte a
favore della smilitarizzazione che provengono dalla sua Sardegna.
Sempre in Sardegna va ricordato il convegno tenutosi a Cagliari nel
2004 su "Pace e collaborazione nel Mediterraneo", promosso dal
già menzionato Cicu, con la Oto Melara in veste di sponsor.
Da parte sua, Rifondazione Comunista attraverso la senatrice Lidia
Menapace si è recentemente fatta paladina dei militari "precari"
(quasi un migliaio di ufficiali ausiliari delle forze armate che
rischiano d'essere congedati), col sostegno anche del capogruppo dei
Comunisti Italiani in commissione Difesa della Camera, Severino Galante.
Il presidente della Camera, Bertinotti, era comunque andato ben oltre,
dichiarando davanti ai paracadutisti della "Folgore" presenti in
Libano: "Questi militari sono la vetrina migliore del Paese, è
il Paese che deve mettersi all'altezza di questa vetrina".
Cosa facevano, solo pochi anni fa, questi stessi parà in Somalia
sembra ormai un capitolo chiuso, almeno sino al prossimo crimine di
guerra.
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