Umanità Nova, n.23 del 1 luglio 2007, anno 87

Gli amici delle forze armate. La lobby militarista al governo e all'opposizione


La cosiddetta Italietta risulta essere al settimo posto nel mondo per le spese militari, grazie anche al governo Prodi che, dai 18 miliardi di euro in bilancio del precedente esecutivo berlusconiano, è passato per il 2007 a 21 miliardi.
Attualmente, infatti, lo stato italiano ha in corso appalti per circa 20 miliardi di euro per la ristrutturazione delle forze armate, dei quali 4,6 affidati a Finmeccanica, colosso statale delle armi e dell'aviazione che, tra i suoi dirigenti e amministratori, ha arruolato qualcosa come sette ex capi di stato maggiore. Tra questi, l'ultimo nome importante è quello del generale dell'esercito Giulio Fraticelli divenuto, a poche settimane dal congedo, presidente della Oto Melara. Proprio la Finmeccanica (che risulta essere, per importanza, al nono posto nel mondo tra le industrie belliche) ha ottenuto una nuova commessa da sei miliardi di dollari per la fornitura di 147 aerei cargo C27J per le forze armate Usa; un precedente importante c'era già: nel 2005 si era aggiudicata la gara per la fornitura di 23 elicotteri Agusta per il presidente Bush e il suo staff, grazie all'interessamento degli ex ministro Martino e sottosegretario Salvatore Cicu (entrambi di Forza Italia).
Simili decisioni militariste non dovrebbero in realtà stupire granché tenendo conto della lobby trasversale che vede arruolati deputati e senatori di entrambi gli schieramenti parlamentari.
A capo di questo partito trasversale è senz'altro Sergio Di Gregorio: come si ricorderà, eletto senatore grazie ai voti per l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, passò poco elegantemente al centro-destra e grazie ai voti di questo venne eletto presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama. È soprattutto lui a chiedere sempre più stanziamenti per le forze armate e a sollecitare investimenti per navi e aerei, facendosi portavoce delle continue lamentele di generali ed ammiragli, ma anche il Ds Ranieri, vice presidente della Commissione esteri della Camera, da tempo sostiene che "È necessario accrescere le risorse dedicate alla Difesa in Italia".
Ad affiancarli c'è l'ex generale Luigi Ramponi, senatore di Alleanza Nazionale; mentre alla Camera dei deputati imperversano Maurizio Gasparri e l'ex-carabiniere Filippo Ascierto (anch'essi esponenti del partito di Fini nonché componenti della commissione Difesa della Camera) nel sostenere le forze armate e dell'ordine, con una particolare predilezione per la Benemerita. La marina appare invece sponsorizzata da Giuseppe Cossiga (figlio dell'ex presidente), deputato di Forza Italia, al quale è ascritto il merito di aver messo d'accordo Casa delle Libertà e Unione nel reperire sette miliardi di euro per le fregate "Fremm".
Lo stesso ministro della difesa Arturo Parisi, ovviamente, appartiene a tale club, come dimostra la sua ostinazione nel respingere le spinte a favore della smilitarizzazione che provengono dalla sua Sardegna. Sempre in Sardegna va ricordato il convegno tenutosi a Cagliari nel 2004 su "Pace e collaborazione nel Mediterraneo", promosso dal già menzionato Cicu, con la Oto Melara in veste di sponsor.
Da parte sua, Rifondazione Comunista attraverso la senatrice Lidia Menapace si è recentemente fatta paladina dei militari "precari" (quasi un migliaio di ufficiali ausiliari delle forze armate che rischiano d'essere congedati), col sostegno anche del capogruppo dei Comunisti Italiani in commissione Difesa della Camera, Severino Galante.
Il presidente della Camera, Bertinotti, era comunque andato ben oltre, dichiarando davanti ai paracadutisti della "Folgore" presenti in Libano: "Questi militari sono la vetrina migliore del Paese, è il Paese che deve mettersi all'altezza di questa vetrina".
Cosa facevano, solo pochi anni fa, questi stessi parà in Somalia sembra ormai un capitolo chiuso, almeno sino al prossimo crimine di guerra.

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