Umanità Nova, n.24 dell'8 luglio 2007, anno 87

L'eterno ritorno dell'eguale
Tra vecchi servizi e nuovi "Manganelli"


A volte ci sono avvenimenti facilmente prevedibili, come la nomina del nuovo capo della Polizia. A volte poi ci sono anche dei fatti che capitano proprio al momento opportuno, come l'iscrizione dell'ex capo della Polizia nel registro degli indagati per il ruolo avuto nel 2001 a Genova. Ma c'è anche un altro settore degli apparati dello Stato che presenta, negli anni, una preoccupante serie di eventi prevedibili e che riserva poche sorprese, ed è quello dei servizi segreti.
Era il lontano giugno del 1967 quando venne consegnata al Parlamento [1] la relazione finale dell'inchiesta sulle "deviazioni" del SIFAR (Servizio Informazioni Forze ARmate), il servizio segreto militare, che si dilettava nella raccolta di informazioni su sindacalisti, politici e cittadini vari e che fu coinvolto nel progetto di colpo di Stato noto come "Piano Solo" (1964). I cosiddetti "fascicoli SIFAR", allora non si usava il termine "dossier", restarono per diversi anni ad aleggiare come dei fantasmi sulla politica italiana. La leggenda narra che furono distrutti, qualcuno dice dopo essere stati ricopiati...
Il caso volle che, dopo la scoperta del "Piano Solo", e la relativa coda di indignazione e processi vari, venne cambiato il nome al servizio segreto che si chiamò "SID" (Servizio Informazioni Difesa).
Non molti anni dopo, all'inizio dei '70, venne alla luce un nuovo tentativo di "putsch", passato alla storia come "Golpe Borghese", dal nome dell'ex comandante fascista che lo aveva ideato. Il fato volle che anche in questo caso fosse coinvolto uno dei servizi segreti: il suo capo fu accusato di aver partecipato alla cospirazione e fu congedato. Alcuni ufficiali e collaboratori del SID finirono anche, sempre per una serie di eventi fortuiti, nel filone di indagini sulla Strage di Stato. E in molte di quelle che si sono succedute negli anni seguenti.
Quando si dice la casualità, proprio mentre si apriva il processo ai golpisti mancati, fu cambiato nome al servizio segreto che venne ribattezzato SISMI (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare).
Oggi, dopo quaranta anni, diverse "deviazioni" e tre cambiamenti di nome, l'ex direttore del servizio segreto militare è indagato sia per aver collaborato ad un sequestro di persona che per essere coinvolto nella creazione di un archivio dove venivano conservate informazioni su magistrati, uomini politici e cittadini vari. Questa volta si parla di "dossier" e non di "fascicoli". Senza dimenticate il ruolo avuto dal SISMI nella creazione della favola sull'uranio impoverito che avrebbe acquistato Saddam Hussein, e che venne usato come uno dei tanti pretesti per l'invasione dell'Iraq.
Nei prossimi mesi, se riuscirà ad emergere dalle secche parlamentari, verrà approvata una riforma [2] dei servizi segreti che, quando si dice il caso (ancora!), prevede anche il cambiamento del nome del SISMI. Sarebbe fin troppo facile prevedere che, fra dieci o quindici anni, verrà scoperta una nuova "deviazione" dei servizi segreti e che questi cambieranno di nuovo vertici e, molto probabilmente, anche nome.
A questi "corsi e ricorsi" si affiancano un altro genere di ripetizioni, quelle della sinistra parlamentare che, quando è all'opposizione, si trova sempre in prima linea nella denuncia e nella condanna dei comportamenti "deviati" degli apparati dello Stato. Gli stessi tristi figuri, una volta arrivati al Governo, ed è già accaduto più di una volta, non riescono mai a mantenere un minimo di coerenza, per cui oggi, il Governo di centro-sinistra in carica sta facendo del suo meglio per ostacolare il processo per il sequestro di Abu Omar, come meglio non potrebbe fare un governo di centro-destra. E, nonostante le innumerevoli dichiarazioni degli ultimi quaranta anni a proposito dei segreti di stato che coprono alcuni degli avvenimenti più sanguinosi della storia repubblicana, non un documento è finora venuto fuori. In pratica, la politica riguardante la cosiddetta "sicurezza dello stato" è rimasta, negli anni, immutata.
Come anarchici non ci aspettiamo che lo Stato processi se stesso, e le nostre denunce di questi fatti hanno lo scopo principale di mantenere viva la memoria di avvenimenti [3] che il Potere vorrebbe far dimenticare. Proprio come quei criminali incalliti che cambiano nome, sperando che le loro malefatte cadano nel dimenticatoio.
Non sempre funziona.

Pepsy


Riferimenti


[1] Il testo della Relazione, con gli "omissis"  andreottiani, è stato pubblicato recentemente http://www.kaosedizioni.com/sch_dossierSifar.htm
[2] Vedi "Servizi e segreti. Cambiano i nomi, resta l'impunità", UN n.7 del 25/2/2007.
[3] Con tutte le cautele del caso, vista la natura di Internet e la sterminata bibliografia esistente, un buon punto di partenza per chi volesse maggiori informazioni su questi argomenti è il sito italiano della wikipedia http://it.wikipedia.org




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