Giovedì 28 giugno è giovedì, ma a Roma è
come se fosse sabato: il giorno dopo non si lavora, c'è la
ricorrenza cattolica dedicata a Saulo di Tarso e a Simone Cefa.
I due sono i santi protettori di Roma e a nessuno importa che Simone
Cefa (quello che i cattolici celebrano come San Pietro) a Roma non ci
abbia mai messo piede e che Saulo di Tarso (quello che chiamano San
Paolo) fosse in Spagna quando la tradizione cattolica lo vorrebbe
martirizzato in città. O meglio, importa al Papa e alla chiesa
cattolica che, vedendoci l'ennesima occasione per far quattrini hanno
proclamato, dal 29 giugno 2008, un anno santo straordinario dedicato a
San Paolo da celebrarsi nella basilica a lui intitolata che, con
l'occasione e con il contributo dello stato italiano, potrà
essere ristrutturata ed adeguata alle nuove attività commerciali
che sono pianificate in quel quadrante della città.
La sera del 28 però questo non lo sa ancora nessuno. La gente
sta in giro per Roma a gustarsi la serata, tra feste e concerti
dell'estate romana.
A Villa Ada c'è un concerto della Banda Bassotti, ci vanno un
migliaio di persone. A mezzanotte e mezza il concerto è finito.
Una parte del pubblico se ne va, qualcun altro arriva, visto che, a
concerto finito, i cancelli vengono aperti e si può entrare
gratis a ballare, a farsi una birra e a mangiarsi un gelato in una
delle più belle ville di Roma. Certo, bisogna stare attenti a
farsi le canne, lì accanto c'è una delle più
grosse caserme dei carabinieri di Roma e per entrare in Villa, bisogna
passarci davanti e costeggiarne il muro per più di trecento
metri.
Alle due di notte si balla ancora quando, in mezzo alla pista da ballo,
esplode una bomba carta. La musica viene spenta, si sentono urlare
slogan fascisti e cominciano ad arrivare sassi.
Un centinaio di fascisti, con caschi, spranghe, coltelli e mazze
chiodate, inquadrati militarmente, si piazzano davanti ai cancelli,
barricati poco prima del loro arrivo, grazie ad un provvidenziale
avvertimento telefonico di chi aveva visto arrivare la squadraccia.
La gente fugge terrorizzata dalla parte opposta, i fascisti stazionano
una ventina di minuti seguitando ad urlare slogan, poi sembrano
andarsene. Tra il pubblico si sparge la voce che stiano danneggiando le
macchine parcheggiate fuori. Qualcuno esce e viene pesantemente
aggredito. Tre i feriti gravi, uno colpito da nove coltellate.
Quando tutto finisce, con studiata lentezza, si presenta la polizia che
apostrofa gli aggrediti: "così imparate ad andare ai concerti
invece di andare a lavorare!". Come nella storia di Pinocchio, dove il
derubato viene arrestato, quattro aggrediti saranno gli unici fermati.
Portati in caserma per tutta la notte, due di loro finiranno in galera
per essere processati per direttissima due giorni dopo per
danneggiamento aggravato, violenza, resistenza ed oltraggio a pubblico
ufficiale. Verranno rilasciati il sabato successivo con l'obbligo della
firma fino alla prima udienza del processo fissato il 6 luglio prossimo.
La sera stessa di fronte alla sede di Forza Nuova (poco distante) la
polizia troverà venti militanti fascisti e si
accontenterà della loro spiegazione di essere andati a bersi una
birra in un pub poco lontano, senza preoccuparsi di controllare
l'eventuale presenza di caschi e spranghe nella loro sede.
Nella zona nord-est di Roma non è la prima volta che si
verificano aggressioni con questa dinamica. Fino ad ora gli assalti
erano avvenuti ai danni di centri sociali e posti "di compagni"
(L'Astra, La Torre, Via Capraia, il CST Decolliamo, la lapide di
Valerio), senza che nessuno se ne preoccupasse più di tanto. La
connivenza della polizia con i fascisti, evidente anche in
quest'occasione non si è fermata neanche di fronte agli omicidi
(come quello di Renato Biagetti, lo scorso luglio) e ai tentati
omicidi, come i numerosi ferimenti con il coltello di compagni e, come
in questo caso, semplici avventori di un concerto.
Il dato nuovo di questi ultimi mesi, che ha reso i fascisti ancora
più baldanzosi e sicuri dell'impunità, è stata la
legittimazione fornitagli dalla giunta municipale di Roma con
l'assegnazione di uno spazio (nella zona di Torrevecchia - Primavalle)
per realizzare una Centro sociale fascista (il "Foro 753").
All'inaugurazione, celebrata in pompa magna due mesi fa, hanno
partecipato, oltre a Veltroni, Alemanno e Fiore (il capobanda della
squadracce di Forza Nuova).
Nelle mobilitazioni antifasciste dei prossimi giorni bisognerà
ricordare anche le responsabilità politiche di chi ha dato corda
a questi squadristi.
FRK