Umanità Nova, n.25 del 22 luglio 2007, anno 87

Roma: altra aggressione fascista
I fascisti attaccano il questore li difende



Casal Bertone è un quartiere di Roma che si trova tra la Tiburtina e la Prenestina, all'altezza della stazione Tiburtina. Chi vive nel quartiere per qualche anno finisce per conoscere tutti quelli che ci abitano visto che è un "paesone", isolato dai quartieri circostanti dalla ferrovia, dal deposito dell'ATAC di Portonaccio e dall'ex fabbrica della SNIA Viscosa. Casal Bertone ha una solida e radicata tradizione di lotta operaia. Anche la presenza anarchica in zona è storica. Persino negli anni più bui del fascismo alcuni nostri compagni (il più noto era Ernesto Diotallevi) si riunivano in un'osteria del quartiere. L'ultima riunione del coordinamento interregionale anarchico (CALCAB) l'abbiamo fatta proprio a Casal Bertone il mese scorso.
Dallo scorso marzo a Casal Bertone è stato aperto uno spazio di un sedicente "Circolo futurista", che è, in realtà, la sede di "Fiamma tricolore", un'organizzazione neofascista.
Fin dall'inizio c'è stata una mobilitazione popolare e di massa contro questi loschi figuri che, con il quartiere, la sua cultura e la sua storia non hanno nulla a che fare.
Questi fascisti vengono tutti da altre zone (tranne i soliti due o tre bambinoni stupidotti, che si trovano dappertutto) e la gente del quartiere li digerisce male. Oltre tutto si sono messi a fare gli arroganti persino con il prete trasformando una maratonina parrocchiale in una marcetta di una trentina di loro, con il risultato di inimicarsi anche la chiesa.
Proprio per la partecipazione popolare alle iniziative antifasciste si cercava, da parte dei compagni, di tenere basso il "livello di scontro" per consentire a chiunque di partecipare alla cacciata di questi turpi personaggi dal quartiere.
Il 13 luglio scorso era già stata programmata, come quasi tutti le settimane ormai, una iniziativa popolare antifascista nella piazza centrale del quartiere.
Nella notte tra l'11 e il 12 luglio i fascisti hanno deciso però di assaltare una casa occupata del quartiere dove vivono qualche decina di famiglie, tra cui alcune ragazze madri. È bene sapere che le occupazioni di case a Roma sono una risposta ad un'emergenza casa drammatica e, nella maggior parte dei palazzi occupati, le famiglie "militanti" sono pochissime, perlopiù si tratta di famiglie in condizione di forte disagio sociale che stanno cercando solo di soddisfare un bisogno altrimenti non risolvibile.
La canaglia fascista, armata di spranghe, caschi, catene, bastoni e coltelli ha aggredito una ragazza che usciva dalla casa e, successivamente, gli occupanti accorsi in sua difesa. Il risultato è stato di 6 abitanti della casa feriti, di cui uno in maniera grave (accoltellato). Fortunatamente, quella sera, nell'occupazione, era in corso una riunione del coordinamento di lotta per la casa e, grazie alla presenza di altri compagni, i fascisti si sono trovati una resistenza maggiore di quella attesa. Ne è nato, respinto il primo assalto e portati i feriti in ospedale, un fronteggiamento che vedeva, man mano, aumentare il numero dei compagni che accorrevano dai due centri sociali occupati del quartiere e dalla vicina casa dello studente ed indietreggiare le canaglie, che, alla fine, si davano ad una rovinosa fuga, coperti dalla polizia, arrivata in tempo per identificare cinque compagni.
I compagni, divenuti nel frattempo un paio di centinaia, decidevano di andare a spiegare ai ribaldi la pericolosità di quello che avevano fatto e partivano in corteo verso il covo della squadraccia.
Arrivati sul posto e verificato che i vigliacchi non avevano trovato altro di meglio da fare che scappare a gambe levate, hanno pensato bene di portare un po' d'aria in quella fogna aprendo la serranda e acconciando l'arredamento secondo i moderni dettami del decostruzionismo.
Il giorno dopo la rivendicazione dell'assalto alla casa occupata, formulata da Achille Serra, prefetto di Roma, ex deputato di Forza Italia.
Sposando la delirante tesi dei fascisti, il rappresentante del governo a Roma ha dichiarato con sfrontatezza inaudita che la squadraccia era stata aggredita!
La ricostruzione fornita fa a cazzotti non solo con la dinamica degli avvenimenti, ma anche con la logica (se io vado sotto casa di uno con spranghe, coltelli e catene è difficile sostenere di essere io l'aggredito).
Questo atteggiamento "istituzionale" è la migliore spiegazione del perché, con 150 aggressioni fasciste a Roma negli ultimi due anni – con l'eccezione dell'omicidio di Renato Biagetti - non ci sia stato un solo fascista identificato!
L'atteggiamento della destra in doppiopetto, preoccupata di mantenere il consenso della manovalanza fascista nella futura corsa a sindaco, fa il paio con quello della sinistra buonista che, dalla stampa ai partiti, si dichiara "equidistante" e condanna "gli opposti estremismi".
È evidente che da questi signori non ci si potrà mai aspettare nulla, neanche il rituale richiamo a quell'antifascismo che, retoricamente, veniva posto tra i valori fondanti della repubblica.
La speranza, vana, di questi signori è, evidentemente, quella di limitare l'agibilità politica dei compagni utilizzando i fascisti per impedire la puntuale denuncia delle loro malefatte dal TAV, alla guerra, alla riforma delle pensioni ed alla politica di massacro sociale portata avanti da loro.
Non si illudano questi signori: a Casal Bertone l'altra notte abbiamo dimostrato che sappiamo ben garantirci l'agibilità politica da soli.
Nei prossimi giorni sapremo anche evitare di appiattire i contenuti che esprimiamo sul solo antifascismo.

FRK





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