Da tre mesi prosegue la protesta di 340 operatori di un call center
di Buenos Aires gestito da Telecom. I lavoratori protestano per avere
condizioni di lavoro più dignitose e un aumento di stipendio del
25%. A fronte dei continui rifiuti dell'azienda italiana alcuni dei
lavoratori hanno iniziato uno sciopero della fame e, insieme ad altri,
hanno organizzato un presidio permanente davanti agli uffici della
Telecom.
Il 30 giugno è festa nazionale in Guatemala: si celebra la
"rivoluzione liberale" del 1871. Ma questa festa è diventata
"giorno dell'esercito" ed occasione per una grande parata militare a
Città del Guatemala. Quest'anno circa 500 persone, soprattutto
giovani, hanno manifestato contro questo sfoggio di militarismo,
venendo brutalmente attaccati dalla polizia in assetto antisommossa.
Dal 26 giugno diversi gruppi e associazioni indigeni e ambientalisti
stavano occupando un terreno contro un progetto governativo che prevede
la trasposizione delle acque del fiume San Francisco per riempire
alcuni bacini idrici. Tale progetto sarebbe devastante per l'ambiente
della zona. Il 5 luglio il presidio è stato fatto sgomberare
dalle autorità brasiliane, e gli occupati hanno deciso di
lasciare il terreno in modo pacifico, sorvegliati dai poliziotti e
militari pronti ad intervenire. Nonostante lo sgombero le azioni di
resistenza e salvaguardi del territorio non si fermeranno.
È stata chiamata "estate del dissenso" la mobilitazione contro i danni causati dalle industrie pesanti in Islanda: dal 6 luglio sono iniziati giorni di azioni e manifestazioni per informare riguardo ai gravi danni provocati dalle industrie pesanti e per la salvaguardia del territorio, in gran parte ancora incontaminato o quasi. Il 14 luglio una manifestazione si è svolta a Reykjavik ed è stata pesantemente caricata dalla polizia: ci sono stati diversi feriti e quattro arresti tra i manifestanti. La mobilitazione in ogni caso continua.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org;
http://argentina.indymedia.org; www.midiaindependente.org;
http://www.savingiceland.org/