Umanità Nova, n.26 del 2 settembre 2007, anno 87

I regali del governo ai lavoratori. Precari per sempre



L'accordo quadro sottoscritto il 23 luglio 2007 da governo e parti sociali reca come titolo "Protocollo su previdenza, lavoro e competitività per l'equità e la crescita sostenibile". Il testo si compone di trenta pagine, divise in una Premessa e sei capitoli: Previdenza, Ammortizzatori sociali, Mercato del lavoro, Competitività, Giovani, Donne. Nella Premessa viene dato conto della filosofia che regge l'accordo e che è sintetizzata nel lungo titolo: "L'azione di Governo si concentra sulla priorità di promuovere una crescita economica duratura, equilibrata e sostenibile, sia dal punto di vista finanziario che sociale. In questo contesto, crescita e equità possono essere letti come obiettivi che si rinforzano a vicenda". Le parole chiave, quindi, sono crescita e equità. Andandosi a leggere l'intero testo del protocollo si comprende bene quale modello di crescita e di equità abbiano in mente gli estensori. Infatti, la prima metà del testo che ci interessa è occupata dal capitolo Previdenza, ove confluiscono una miscellanea di provvedimenti, dall'aumento delle "pensioni basse" al complessivo riassetto del sistema pensionistico delineato dall'accordo siglato dalle stesse parti sociali poco prima del 23 luglio. Seguono i capitoli Ammortizzatori sociali, Mercato del lavoro, Competitività, Giovani, che debbono essere letti insieme per chiarificare il modello di società sotteso al Protocollo. Infatti, il capitolo più smilzo (due paginette) ma di sostanza è quello sulla Competitività: qui vengono previsti sgravi contributivi per la parte relativa al premio di risultato (la cui misura massima passa dal 3 al 5% della retribuzione), alla detassazione di parte dello stesso, nonché l'abrogazione della contribuzione aggiuntiva sugli straordinari prevista dalla l. 549/95. In soldoni ciò significa potenziare la contrattazione aziendale rispetto al contratto collettivo nazionale, dato che è a livello di singola azienda o al limite di territori omogenei dal punto di vista produttivo che il premio di risultato viene contrattato; inoltre, viene legata una quota significativa di salario ai risultati aziendali che non dipendono solo dall'intensità e dalla qualità dell'impegno dei lavoratori: c'è da chiedersi quanto i lavoratori e le loro organizzazioni siano in grado di verificare la bontà dei conti che vengono loro presentati annualmente, cioè dei bilanci della loro società datrice di lavoro. In più, il lavoro straordinario non è più gravato dalla contribuzione aggiuntiva, introdotta per disincentivarne l'utilizzo: il segnale è quindi opposto ed in ogni caso il provvedimento costituisce un bel regalo alle imprese. La Competitività, quindi, sarebbe il risultato di un aumento della produttività del singolo lavoratore, cui corrisponderebbe una maggior quota di salario erogatagli come premio di tale aumento di produttività. Nel capitolo Ammortizzatori sociali viene prevista la graduale armonizzazione di disoccupazione ordinaria e di mobilità, nonché di cassa integrazione ordinaria e straordinaria: il disegno di riforma prevede un aumento dell'indennità di disoccupazione e la sua copertura previdenziale con contribuzione figurativa. Nel capitolo Giovani sono previste misure previdenziali per unificare i periodi contributivi dovuti alla frammentarietà dei rapporti di lavoro e misure di sostegno al reddito dei parasubordinati con attività intermittente, nonché la creazione di fondi per l'avvio di attività di lavoro da parte di giovani. Non stupisce, a questo punto, che il capitolo Mercato del lavoro non contenga alcun superamento (come scritto nel programma dell'Unione) del pacchetto Treu e della legge Biagi, anzi. Tutto resta così come è, salvo che dopo 36 mesi di contratti a termine, quelli successivi dovranno essere sottoscritti avanti alla Direzione Provinciale del Lavoro: non scatta alcun obbligo di assunzione a tempo indeterminato nemmeno dopo 36 mesi di contratti a termine; i lavoratori interinali sono espressamente esclusi anche da questo pietoso obbligo di firma alla DPL e dei contratti di lavoro a progetto si dice solo che si aumenteranno le ispezioni per verificarne la genuinità. Il 25 luglio Il Sole 24 ore poteva titolare "La riforma riabilitata - Cadono i falsi miti sulla legge Biagi": è questo, infatti, il nocciolo politico del Protocollo del 23 luglio 2007. La precarietà del posto di lavoro legittimata e incentivata dal pacchetto Treu e dalla legge Biagi è quindi la spina dorsale del nostro mercato del lavoro, tanto che oltre il 50% dei nuovi contratti non sono a tempo indeterminato: le aziende devono essere libere di gestire la forza lavoro sulla base degli alti e bassi produttivi e delle loro esigenze del momento; la collettività deve farsi carico del sostegno al reddito e del futuro previdenziale dei lavoratori precari: posto che la fiscalità generale si regge sulla tassazione del lavoro dipendente, saranno i lavoratori stessi a pagarsi i periodi di disoccupazione e la copertura previdenziale; con le misure sullo straordinario e il premio di produzione viene incentivato il massimo sfruttamento della forza lavoro con periodi di occupazione più brevi ma più intensi ed una sostanziale beffa nei confronti dei precari che il premio di risultato non lo percepiscono praticamente mai, essendo erogato su base annua e normalmente al personale assunto a tempo indeterminato in forza al momento della stipula dell'accordo sul premio stesso. L'impresa è il motore della società e non deve avere alcun impedimento nella forza lavoro che anzi deve plasmarsi e modellarsi sulle sue esigenze: lo stato legittima ed incentiva questa messa a disposizione del lavoro a favore delle esigenze del capitale, preoccupandosi di riempire con i soldi dei lavoratori stessi i buchi di reddito e previdenziali tra un'occupazione ed un'altra. La continuità ed omogeneità tra l'attuale governo e il precedente anche in materia economica e sociale ha trovato una inequivocabile conferma.

W.B.





home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti