Umanità Nova, n.26 del 2 settembre 2007, anno 87

Da Seveso e Bhopal allo smaltimento dei rifiuti. Ambiente e salute



5000 anni fa quando gli uomini iniziarono a vivere in grandi agglomerati urbani si trovarono di fronte due problemi come produrre per le persone che vivevano nell'area generi di sussistenza e come smaltire i rifiuti prodotti.
Oggi siamo alla resa dei conti. Le scelte che hanno sacrificato il pianeta vivente al profitto finanziario stanno modificando irreversibilmente il nostro ambiente con gravi conseguenze per la nostra salute.

A livello globale
A Seveso nel 1976 da una fabbrica fuoriesce una nube di diossina che investe la cittadina italiana, il 3 dicembre 1984 un deposito della Union Carbide esplode a Bhopal: 6.000 persone vengono uccise nel giro di poche ore, altre 13.000 nei giorni successivi. Nel 1986 uno dei reattori della centrale di Chernobyl entra in avaria: una nube radioattiva uccide centinaia di persone, la contaminazione investe l'Europa nord orientale. 1993 a Kyoto vengono lanciate le linee guida per evitare il sovrariscaldamento del pianeta dovuto alle emisisioni di CO2 e relativo effetto serra. L'effetto serra non viene limitato, si monetarizza la quantità di CO2 che si produce. Compaiano parallelamente fenomeni meteorologici aberranti sia per qualità come El nino sia per quantità come l' uragano Katrina. Probabilmente dovuti al cambiamento repentino di equilibri naturali, che si manifestano macroscopicamente sotto forma di catastrofi ambientali.
La rapida concatenazione di questi eventi ha contribuito a svegliare la sensibilità dei cittadini europei sulla questione impianti produttivi, modelli di vita, ambiente e salute. L'impatto ambientale dagli anni ottanta ad oggi e stato sempre più uno dei fattori limitanti per l'insediamento di nuovi impianti industriali in Europa, non tanto per le leggi ma per la consapevolezza e sensibilità delle popolazioni residenti sul territorio ospitante la "produzione di morte" (Lotta contro il nucleare,Valle Bormida, lotta contro la Montedison di Carrara, Scanzano Ionico, No Tav, etc). Questo ha fatto si che le grandi multinazionali spostassero le loro produzioni nocive in aree del pianeta dove l'impatto ambientale non è la preoccupazione principale dei governi. Le produzioni che prevedono: l'uso di amianto (dai 30.000 a diversi milioni di morti previsti nell'arco dei prossimi 30 anni), quelle basate sulla chimica (incremento dal 11% al 34% nei paesi in via di sviluppo dal 1996- 2001), informatica (altamente inquinante per uso di acidi, arsenico, solventi e gas tossici) sono state spostate nel sud est asiatico ed India.

Le soluzioni proposte
Il punto di vista dei campioni del "libero mercato" emerge da studi recentemente divulgati che tendono a dimostrare che l'installazione e funzionamento di industrie ad alto impatto ambientale alla lunga è un beneficio per i territori ospitanti!
Alcuni esempi: Due studi (1, 2) dove si analizza, in 130 paesi, l' evoluzione dei livelli di salvaguardia dell ambiente dal 1960 al 1992. I dati mostrati cercano di dimostrare che l'introduzione di produzioni altamente devastanti per l'ambiente nell'arco di 30 anni ha comportato un miglioramento dell'economia del territorio che si è tradotta in una maggiore attenzione e sensibilità verso l ambiente da parte delle popolazioni. A parte la debolezza dei parametri utilizzati, non viene presa in considerazione un'altra possibile spiegazione: non il miglioramento economico ma piuttosto l'esperienza diretta delle malattie e dei disastri ecologici che si accompagnano all'introduzione di produzioni nocive abbia spinto le popolazioni ad una maggiore richiesta di salvaguardia ambientale.
D'altra parte a livello globale i problemi ambientali e di salute sono molto differenti a seconda dell'area geografica presa in considerazione. Per esempio la presenza di tracce di diossina nell'acqua diventa secondario in una regione dove le fonti d acqua sono contaminate da batteri o metalli pesanti, o lo smog del traffico urbano in aree dove per il riscaldamento e per la cucina vengono bruciate in casa al chiuso legna ed altri combustibili spesso ottenuti dai rifiuti urbani. In queste due situazioni le malattie infettive diarroiche e le polmoniti soprattutto nei bambini divengono la prima causa di mortalità infantile ed uno dei maggiori problemi sanitari.
Il rapporto tra ambiente e salute deve essere quindi relativizzato al contesto socio-economico all'interno del quale l'individuo vive.
La re-localizzazione di produzioni ad alto impatto ambientale, spesso senza nessuna analisi delle zone dove viene inserita l industria, senza nessuna pianificazione dei centri abitati vicini, in aree geografiche che già vivono un basso rapporto vita media / contaminazione ambientale si presenta come un operazione ad alto rischio per le popolazioni, dove Bhopal resta l'esempio del rischio che si corre (3).

In occidente. Italia, Napoli
Gli effetti dell'esasperato inurbamento delle società e l'utilizzo di mezzi di trasporto privati a motore a scoppio contribuiscono all'aumento delle malattie cardovascolari e respiratorie dovute all'inquinamento dell'atmosfera, ma anche dell'obesità. Inoltre la crescita dell'effetto serra porta all'innalzamento della temperatura media stagionale che in estate diventa letale come nel 2003 quando 40.000 persone (soprattutto vecchi e poveri) (3) morirono in Europa per le temperature estreme registrate.
L'innalzamento della temperatura e l'aumento delle emissioni di ossido di carbonio sembrano essere alla base dell'estensione dell'incidenza su scala mondiale dell'asma (3).
La maggior parte della produzione di CO2 proviene dai processi industriali e dalla loro liberazione nell'atmosfera, in minore ma significativa misura, dall'utilizzo massivo delle auto.
Recentemente grande attenzione e stata rivolta al problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, l'esempio iniziale di Napoli alla quale probabilmente seguiranno Roma, Torino e Sicilia (4) che hanno in via di saturazione le discariche e stanno mettendo in cantiere progetti per la costruzione di inceneritori. Una delle soluzioni maggiormente accreditate è lo smaltimento tramite inceneritori anche se questi sono in grado di produrre aumento della temperatura, emissioni di CO2, polveri sottili, nanoparticelle, diossina o meglio il suo più tossico derivato il TCDD (tetraclorodibenzo diossina). La TCDD è un veleno in grado di sfigurare, trasmettersi dalla madre al neonato, passare nel ciclo alimentare. Un esempio degli effetti acuti del TCDD sono quelli osservati in seguito all'avvelenamento del premier Ucraino, Victor Yushchenko. La diossina non esiste in natura se non in quantità minime, è comparsa sul pianeta in quantità significativa con i processi di industrializzazione nel secolo scorso. Le diossine sono prodotti di scarto dei processi industriali e di incenerimento; lo sbiancamento della carta, i pesticidi, i defolianti sono tutti basati sull'utilizzo della diossina. Oggi la diossina si trova in tutti gli esseri umani e la sua concentrazione aumenta in individui che vivono in aree urbane industrializzate. In studi su animali da laboratorio si è dimostrato che la diossina ha effetti tossici che portano alla morte dell'animale, tale effetto varia a seconda delle specie infatti il porcellino d'India muore dopo la somministrazione di 1microgrammo/kg mentre per altri animali da laboratorio sono necessari 1gr/kg, la dose letale per l'uomo non è conosciuta. La diossina che entra nel nostro organismo rimane nei tessuti (ghiandole, tessuto adiposo, sangue etc) per un tempo abbastanza lungo, nei giovani al di sotto dei 18 anni il tempo di dimezzamento e di circa 2 anni mentre negli adulti e di 4 (5), in ogni caso la diossina può essere trovata nell'organismo contaminato anche dopo 35 anni dall'esposizione. Un tempo più che sufficiente per dare i suoi effetti patogeni come documentato da studi recenti fatti su popolazioni esposte a contaminazioni di diossina: Seveso, reduci della guerra del Vietnam o personale giapponese addetto al funzionamento dei termo valorizzatori (6). I danni indotti dalla diossina e suoi derivati ai vertebrati vanno dall'incremento del rischio per il cancro (il TCDD nel 2004 è stato inserito nella lista dei cancerogeni), specie con lesioni oncoematologiche (6), immunodeficienze, alterazione delle funzioni riproduttive (impotenza, azospermia) malformazioni alla nascita, patologie del sistema nervoso centrale e periferico, malattie endocrine come diabete, iperproduzione di testosterone e ipotiroidismo), ridotta funzionalità respiratoria e bronchiti, cloracne, ipertricosi, aumento del colesterolo e trigliceridi circolanti, effetto lesivo per il fegato. Una delle caratteristiche dell'avvelenamento da diossina e che è trasmissibile al neonato tramite il suo passaggio attraverso il latte materno.
La diossina oltre alla capacità di entrare nel ciclo alimentare e di concentrarsi negli individui possiede due caratteristiche che rendono il controllo dei suoi effetti sulla salute difficilmente analizzabile: 1) le malattie provocate hanno dei sintomi non specifici che possono essere associati a molte altre cause, 2) le analisi nel sangue dei pazienti sospetti di intossicazione da diossine e molto difficile e dispendiosa perché vanno usati sofisticati sistemi gas cromatografici (1.200 euro per test).

È chiaro che la crisi per lo smaltimento dei rifiuti, mette a nudo l'usura del modo di vita capitalistico/statale, la produzione/sovrapproduzione svincolata dai bisogni reali, lo sfruttamento totale delle risorse ambientali - e relativo peggioramento delle condizioni di salute - rappresentano la minaccia più grande per la nostra salute ma anche alla normalizzazione della società e potrebbe essere un terreno di lotta ideale per l'anarchismo organizzato.

molly macguire OACN-FAI

Fonti bibliografiche.

1) Richard Dahl Environmental Health Perspectives – vol. 108 | n. 5 | May 2000
2) Journal of Urban Health: Bulletin of the New York Academy of Medicine, Vol. 84, No. 1 doi: 10.1007/s11524-007-9171-9, 2007. The New York Academy of Medicine Urban Environmental Health Hazards and Health Equity.
3) P J Beggs and H J Bambrick "Is the Global Rise of Asthma an Early Impact of Anthropogenic Climate Change?" Environmental Health Perspectives - vol113 | n. 8 | August 2005
4) Santina Sconza, Inceneritori si, Inceneritori forse, inceneritori no, L'Isola Possibile n. 42 luglio 2007.
5) D. Kerger, et al "Age- and Concentration-Dependent Elimination Half-Life of 2,3,7,8-Tetrachlorodibenzo-p-dioxin in Seveso Children". Environ Health Perspect 114:1596–1602 (2006)
6) Arnold Schecter et al "Dioxins: An overview", 2006 Environmental Research

special thanks : Donato per la lettura critica e suggerimenti





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