Umanità Nova, n.27 del 9 settembre 2007, anno 87

Letture. Il poeta anarchico. Vita e poesie dell'anarchico Erich Mühsam


Leonhard Schäfer, a cura di, Il poeta anarchico. Vita e poesie dell'anarchico Erich Mühsam, Zero in Condotta, 2007, € 5,00

Anarchico, ribelle, artista, bolscevico, rivoluzionario, poeta, ebreo. Una vita straordinaria ed esemplare fatta di esemplari e straordinarie avventure politiche e culturali. Conclusa tragicamente fra le torture, nel 1934, nel campo di concentramento di Oranienburg. Una delle primissime vittime del nazismo alla quale fu fatto pagare, con la morte, un impegno sociale e culturale divenuto ormai intollerabile per il nascente Terzo Reich.
Stiamo parlando di Erich Mühsam, lo scrittore anarchico tedesco che contribuì a segnare, con la sua intensa attività intellettuale, i primi decenni del secolo passato e di cui oggi le Edizioni Zero in Condotta pubblicano una interessante antologia biografica che ci permette di conoscere meglio i tratti e le vicende di questa originalissima figura di militante e rivoluzionario.
Nato a Berlino nel 1878, frequentatore fin dalla prima adolescenza dei circoli anticonformisti della Germania Guglielmina, entrato in contatto con gli ambienti sovversivi e ribelli che animano i giorni, e le notti, della capitale tedesca, incontra alcuni dei personaggi più rappresentativi dell'inquieta intellighentsia germanica: Max Halbe, Franz Wedekind, Heinrich Mann, Ret Marut, Gustav Landauer… Sensibile alle tematiche sociali, accompagna la propria produzione artistica a una intensa attività politica e sociale che gli procura, a più riprese, carcere e repressione. Frequentatore della comunità salutistica di Monte Verità ad Ascona, coerente antimilitarista - tanto da venire arrestato e confinato, allo scoppio della prima guerra mondiale, per istigazione alla diserzione - nel primo dopoguerra è fra i protagonisti delle drammatiche giornate della Repubblica dei Consigli bavarese e lui pure, insieme a Kurt Eisner, Ernst Toller e Gustav Landauer, sarà fra i bersagli della feroce reazione con la quale la socialdemocrazia tedesca colpì e soffocò nel sangue i conati rivoluzionari di una nazione ridotta allo stremo. Condannato a 15 anni di carcere, ne sconta cinque prima di essere liberato per una amnistia generale. Rientra a Berlino sul finire del 1924, salutato al suo ritorno da migliaia e migliaia di lavoratori. Ripresa ancora la lotta per la costruzione di una società comunista libertaria, monta contro di lui, insopprimibile, l'odio dei nazisti, che vedono nel suo impegno libertario la preveggente denuncia del loro disumano totalitarismo. Già nel 1925, Goebbels, il futuro potentissimo gerarca hitleriano, decreta che "questa troia rossa ebrea deve morire". E infatti, incappato anch'egli nelle retate che seguono l'incendio del Reichstag del 1933, sarà una delle prime vittime sacrificali del nuovo ordine nazista, "suicidato" nel lager dopo giorni di feroci torture.
Di lui ci restano splendidi versi, oggi finalmente tradotti in italiano, e testi teatrali, alcuni dei quali pubblicati in Italia più di venti anni or sono. Uno di questi, Ragion di Stato. Una testimonianza per Sacco e Vanzetti appare una tragica prefigurazione del suo imminente destino. Partecipe appassionato della tragedia dei due anarchici italo americani, per i quali tanto si spenderà con l'opera letteraria e l'impegno sociale, Mühsam sarà infatti vittima di quella stessa ragion di stato che non può contemplare la critica radicale e la dissidenza. Tanto nella democratica America quanto nella Germania asservita al nazionalsocialismo. E poter rileggere oggi le sue dissacranti, impietose poesie, tanto feroci nei confronti del potere quanto ispirate nella visione di una società fondata sui principi di libertà, ci aiuta a comprendere meglio perché Mühsam, dopo aver subito la repressione socialdemocratica, dovette concludere la propria complessa vicenda nel campo di concentramento nazista di Oranienburg.

Massimo Ortalli



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