Umanità Nova, n.27 del 9 settembre 2007, anno 87

Inform@zione



Torino: sgomberato il Fenix

Puntuale come i primi temporali d'estate la polizia ha atteso la settimana dopo ferragosto per porre fine all'esperienza del Fenix2, che nella tarda primavera di quest'anno era risorto all'interno di una ex caserma dei vigili urbani in via Bologna, un luogo che già nel lontano 1977 – allora era un bagno pubblico abbandonato - era stato occupato dagli anarchici. A trent'anni di distanza era divenuto la seconda casa del Fenix, l'osservatorio astronomico contro la repressione, sgomberato e messo sotto sequestro dalla magistratura il 20 luglio del 2005, quando Fenix venne individuato come luogo di sovversione nell'ambito dell'inchiesta contro i 10 antifascisti torinesi accusati di devastazione e saccheggio per aver partecipato ad un corteo di denuncia di una grave aggressione fascista.
Di seguito il comunicato di solidarietà della Commissione di Corrispondenza della FAI. "Tutta la nostra solidarietà va a Fenix 2 - Osservatorio Astronomico Contro la Repressione sgomberato a Torino il 21 agosto.
Questo atto, espressione della protervia, dell'arroganza e delle scelte securitarie della giunta guidata dal sindaco Chiamparino, torna a colpire una realtà che ha sempre fatto dell'autogestione e della libertà una pratica concreta e quotidiana nella città di Torino.
E così come alla libertà nessun potere e nessuna autorità potranno mai spezzare le ali, allo stesso modo siamo certi che Fenix tornerà a volare sulle miserie dei padroni di Torino e dei loro cani da guardia."
Euf.

Verona: corteo dopo lo sgombero della Chimica

Sabato 1 settembre, il centro sociale La Chimica ha manifestato per le strade veronesi dopo lo sgombero da piazza Zagata (o Zapata, come qualcuno l'ha ribattezzata), annunciato e voluto dal sindaco leghista Tosi già durante la sua campagna elettorale. Dal popolare quartiere di Borgo Venezia, il corteo è riuscito a partire nonostante i problemi frapposti dalle autorità di polizia per uno striscione ritenuto offensivo nei riguardi del sindaco, giungendo a Porta Vescovo ed attraversando Veronetta, quartiere multietnico e solidale, tra i sorrisi e i saluti degli abitanti che ben conoscono cosa significa la politica per la legalità intrapresa dal sindaco padano e dai suoi alleati tricolori. Alle provocazioni delle forze dell'ordine, ossessionate dal citato striscione che beffardamente compariva e scompariva, si sono aggiunte due comparsate dei fascisti; ma niente ha interrotto il bel corteo di oltre mezzo migliaio di persone tra cui, oltre agli attivisti del centro, del circolo Pink, del coordinamento migranti e della sinistra antagonista veronese, vi erano non pochi compagni e attivisti provenienti sia dal resto del Veneto che da Brescia e Bologna. Arrivati, infine, in piazza Bra il corteo si è fermato tra fumogeni colorati, musica, slogan, sventolio di bandiere rosse e rossonere, proprio sotto la sede del comune, dove prendendo di sorpresa i tutori dell'ordine è, manco a dirlo, riapparso lo striscione "incriminato". L'indomani il sindaco ha commentato "Questi del centro sociale La Chimica proprio non li capisco, invece di ringraziarmi di averli fatti allontanare da un luogo pericoloso per la loro salute continuano a ricoprirmi di poco educati epiteti e poco democratiche ingiurie": migliore non conferma non poteva esserci a quanto riportato dallo striscione: ha proprio la faccia come il culo.
UN reporter

L'Aquila: aggressione neofascista

Il 27 agosto, intorno alle undici e mezzo di sera, un gruppo di estrema destra, già protagonista di una tentata aggressione un paio di mesi prima, ha colpito un attivista di sinistra. Ecco il suo racconto: "Oltre una decina di ragazzi sono usciti dal locale "Black Lucifer" sito in via Navelli e mi sono venuti incontro. Avevano sui giubbetti toppe con svastiche, croci celtiche e stemmi inneggianti il nazismo. (…) Dalle loro facce e i loro slogan fascisti ho subito capito che non avevano intenzione di lasciarmi stare, così mi hanno accerchiato e spintonato fino a colpirmi con una catena in testa. Non ho potuto fare nulla, ero da solo". Il ragazzo se l'è cavata con tanta paura e quattro punti in testa ma sarebbe potuta finire peggio. La gente di piazza Palazzo, nell'apprendere la notizia si è stretta intorno all'aggredito ed ai suoi amici dimostrando grande solidarietà.
Lo Spazio Libero 51 e varie altre realtà della sinistra aquilana in un comunicato hanno stigmatizzato il ruolo di Fiamma Tricolore accusata da dare agibilità e copertura agli squadristi.
cerp

Venaus: l'eresia e la rivolta

Nel luglio del 1307 si conclude la vicenda che ha visto protagonisti Dolcino, Margherita, Longino Cattaneo e con loro un'anonima folla di apostolici e montanari ribelli. Verranno massacrati, torturati orrendamente ed infine bruciati. La loro memoria, tuttavia, amplificata dalla demonizzazione che la chiesa continua a farne, resta viva nei secoli riemergendo come simbolo di rivolta nelle lotte delle valli piemontesi sino ai giorni nostri.
A Venaus, il presidio No Tav, luogo simbolo di resistenza e di lotta, sono convenute diverse centinaia di persone: per tre giorni si è parlato di streghe e banditi, eretici e contadini insorti e del filo che annoda le lotte di ieri a quelle di oggi.
Numerose e molto interessanti le relazioni presentate: si è partiti con una riflessione sulle streghe in Val Susa per poi parlare della vicenda di Dolcino e della guerra dei contadini nel 1525 in Germania e poi ancora di streghe. Un lungo cammino attraverso luoghi ed epoche diverse, che ci hanno restituito vivida l'immagine dei tanti, che sia pure ancora all'interno di una prospettiva religiosa, si pongono in aperto contrasto con la chiesa ed il dominio feudale e statale. Una rivolta dei senza potere che vive nella prospettiva affascinante dell'eresia nel senso dell'etimo greco, di scelta, di libertà, di volontà di strappare di mano la spada ai potenti per costruire un mondo nuovo.
In conclusione si è svolta un'assemblea che collegando la memoria di ieri con le lotte contro l'alta velocità e le mille nocività che aggrediscono l'ambiente, la vita e la libertà di ciascuno di noi ha costituito un importante momento di confronto in vista dei prossimi difficili mesi che ci attendono. Si parlato della melassa sparsa dal governo, del tentativo di dividere i movimenti, ma insieme anche della forte consapevolezza che solo la strenua difesa della loro autonomia e il legame solidale tra le tante resistenze possono dare una prospettiva a movimenti che sempre più esprimono radicalità difficilmente comprimibili all'interno di una logica di compromesso.
La tre giorni di Venaus è vissuta anche in un campeggio che si è autorganizzato, utilizzando i prodotti dell'orto del Presidio, le libere donazioni di chi veniva e che, per coprire le spese, si è affidato ad una cassetta per l'offerta libera. Il tutto evitando l'uso di plastica e fidando sul contributo di tutti. La logica della competizione, del profitto e la specializzazione gerarchica si battono anche nella vita quotidiana, quella che sempre più è divenuta terreno di conquista per i predatori e saccheggiatori contro cui sempre più forte è la rivolta.
Touch'in



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