Passare dalla lettura di Walden di Thoreau alle immagini digitalizzate
del futuribile cosmo di EPCOT, equivale ad "inquadrare" il mondo
osservandolo prima dalla posizione eretta e poi a testa in giù.
Non ho saputo, però, resistere alla curiosità suscitata
dalla lettura di un commento, apparso su un blog ambientalista, di un
tale reduce dalla visita del parco di divertimenti della Disney.
Così, abbandonata momentaneamente la lettura del libro, ho
iniziato la navigazione nel web.
Disney World è ovviamente un mondo fantastico, un'industria del
divertimento a pagamento, questo non va dimenticato per evitare di
alimentare visioni eco-integraliste che possono apparire sproporzionate
visto il tema dell'indagine, ma la storia di EPCOT è particolare.
Il nome deriva dalle iniziali del progetto " Experimental Prototype
Community of Tomorrow " che doveva realizzare un modello di
comunità utopistica dove non ci sarebbero state nè
automobili né proprietà privata, per citare due delle
caratteristiche principali. Un modello rappresentato
architettonicamente dalla sfera geodetica, inventata da Buckminster
Fuller, costruzione che troneggia all'entrata del parco della Florida.
L'utopia che aveva ispirato W. Disney non venne mai realizzata ed
il parco, ufficialmente aperto nell'ottobre del 1982, ha subito varie
trasformazioni fino alla versione attuale di "finestra sul futuro" del
pianeta con sezioni a tema come "the Land" centrata sull'ambiente
terrestre ed in particolare sulle tecniche di produzione agricola. Uno
dei tabelloni all'ingresso del padiglione recita: "Centro di ricerca e
produzione per l'agricoltura sostenibile". L'attività di ricerca
si articola nei settori delle biotecnologie, lotta integrata,
acquacoltura, e produttività delle coltivazioni. In concreto, si
passa dalle colture idroponiche agli esperimenti di crescita delle
piante in assenza di gravità, dall'albero dei pomodori alla
lattuga che si sviluppa utilizzando come substrato una sottile
pellicola intrisa di sali minerali o chissà quali altre
sostanze. Essendo, fondamentalmente, un parco di divertimenti non
potevano mancare le zucche che crescono pendendo dai soffitti delle
serre con la particolarità di riprodurre la testa di Topolino.
Ma perché interessarci a tutto ciò?
Può essere significativo ricordare che nei primi anni lo sponsor
principale del parco era la Kraft e che da qualche tempo (dal 1993)
è stata sostituita dalla Nestlè. Non si può fare a
meno di notare come le guide che accompagnano i turisti non perdano
occasione per glorificare i pregi delle colture geneticamente
modificate (non ho trovato informazioni ufficiali sull'utilizzo di ogm
ad EPCOT), inoltre, plastica e polistirolo la fanno da padroni sotto e
fuori le strutture delle serre. L'aspetto per me più
sorprendente è però legato al fatto che il terreno, il
suolo su cui naturalmente crescono i vegetali, è praticamente
scomparso o, se c'è, è ben celato all'occhio del
visitatore, quasi si volesse troncare il rapporto tra le piante ed il
complesso substrato su cui naturalmente si sviluppano.
È ovvio, da una parte c'è la necessità di
spettacolarizzare le comuni coltivazioni abbondando nelle soluzioni
tecnologiche "spaziali", anche per giustificare il pagamento del
biglietto, ma abbinare queste tecniche a termini come
sostenibilità e basso impatto ambientale, mischiare la lotta
integrata e gli ogm, spingere la rincorsa alla produttività
cancellando qualsiasi riferimento alla qualità costituiscono,
nel loro insieme, un'operazione di propaganda a favore di un modello
tutt'altro che sostenibile. Se poi aggiungiamo che nei laboratori di
EPCOT si studiano ortaggi in grado di resistere più a lungo
sugli scaffali dei supermercati, capiamo bene che la
sostenibilità che si auspica non è quella di chi vuol
raggiungere un equilibrio tra le attività umane del presente ed
il futuro del pianeta ma, piuttosto, quella che guarda agli interessi
di chi guida l'economia mondiale.
Una delle scritte che campeggiano sulle pareti che accompagnano i
turisti in coda, mentre attendono di visitare le attrazioni, ricorda
che: "Non abbiamo ereditato la Terra dai nostri antenati ma l'abbiamo
in prestito dai nostri figli". Spero, per quanto scritto sopra, che
questa massima renda più evidenti le contraddizioni del luogo
piuttosto che consolidare l'idea di trovarsi nel laboratorio dove si
sperimentano percorsi ambientalmente compatibili.
Con tutte le schifezze che girano in questo mondo non dovremmo certo
mettere al centro delle nostre preoccupazioni questo parco, ma è
pur vero che oltre ai visitatori adulti, che presupponiamo dotati di un
proprio senso critico, EPCOT offre anche dei percorsi didattici
dedicati ai giovani studenti.
Un minimo di attenzione bisogna quindi prestarla perché, non si
sa mai… qualcuno, fra qualche anno, potrebbe credere normale che
le zucche crescano con la forma della testa di Topolino.
MarTa
Note a margine:
- La Disney ha praticamente rubato il brevetto per far crescere i
frutti dei vegetali con forme innaturali ad una piccola impresa: la
Vegiforms
- Alcune immagini: http://www.inhabitat.com/2007/07/26/mickey-mouse-sustainable-farming/
- Cercando info nel web ho trovato un progetto di "grattacielo serra"
proposto come novità. L'idea veniva in realtà esposta,
alla fine dell'ottocento, da Kropotkin in "Campi fabbriche e officine"
http://www.verticalfarm.com/designs.php
- Qualche notizia su Buckminster Fuller http://en.wikipedia.org/wiki/Buckminster_Fuller