Umanità Nova, n.28 del 16 settembre 2007, anno 87

Ricordando... Giovanni Giordano


Ciau Giuà
Caro nostro compagno di innumerevoli battaglie sociali, ti porteremo sempre nel nostro cuore!

Una morte stupida, ma fulminea. Una morte dettata dai ritmi che segnano il mondo del lavoro in questa disumana società basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il 10 di agosto ha tolto Giovanni, all'età di anni quarantanove, a noi compagni, a tutti i suoi cari ed a quanti, compagni di lavoro, amici e semplici conoscenti, hanno avuto modo di conoscere la sua generosità, il suo vivere non solo per se stesso ma soprattutto per gli altri regalando a tutti la sua disponibilità con quell'eterno sorriso che adornava di semplicità il suo volto, le sue labbra e soprattutto i suoi occhi.
Incidente sul lavoro lo chiamano, uno di quei tanti incidenti che ovunque seminano morte, morti bianche dettate dalle regole del profitto, morti che naturalmente i colpevoli non pagano se non che coi rimorsi di coscienza, sempre ammesso che una coscienza ce l'abbiano coloro che mettono a rischio la vita degli altri per un proprio tornaconto in termini di potere e di denaro. Giovanni è morto così, nel suo posto di lavoro, e molto probabilmente all'istante, dato che si è dimostrata del tutto inutile la sua permanenza per alcune ore in ospedale sotto l'osservazione e la cura dei medici.

Giovanni Giordano di Spezzano Albanese, giunse giovanissimo al movimento anarchico nell'estate del 1976, a tre anni di distanza dal primo fiorire dell'attività anarchica a Spezzano.
Proveniva dalla FGCI di cui era vicesegretario. La più grande FGCI della provincia, così la vantavano i dirigenti del PCI locale, una FGCI che però si sciolse come neve al sole dopo che anche il suo segretario Antonio Nociti aderì insieme a tantissimi altri alle idee anarchiche e libertarie. Erano gli anni della primavera anarchica spezzanese, una primavera che inondava il territorio del castrovillarese di lotte sociali studentesche ed operaie con occupazioni di scuole, fabbriche, strade, una lotta di cui gli anarchici di Spezzano erano l'anima più genuina e referenti per l'intero movimento del Pollino. Giovanni frequentava allora l'IPSIA di Castrovillari ed è stato sempre uno dei maggiori attivisti insieme ad altri militanti del gruppo anarchico all'interno dei processi di occupazione e di autogestione che interessavano allora le scuole superiori.
Ricordiamo Giovanni attivissimo nel movimento degli studenti pendolari, che allora lottavano per la gratuità dei trasporti, un movimento che bloccava pullman, piazze e passava poi all'occupazione delle sedi municipali, un movimento che da Spezzano contagiò l'intero territorio castrovillarese dando vita al coordinamento degli studenti pendolari del Pollino. Ricordiamo Giovanni tra il finire degli anni settanta e l'inizio degli ottanta tra i fondatori ed i protagonisti più attivi dell'USZ (Unione Sindacale Zonale di Spezzano Albanese) denunciare in pubblici comizi e assemblee l'operato scandaloso degli amministratori comunali dell'epoca e proporre nel contempo l'azione diretta e l'autogestione come mezzi di risoluzione delle problematiche sociali.
Ricordiamo Giovanni nella seconda metà degli anni ottanta darsi anima e corpo nell'allestimento delle varie edizioni dell'Estate Anarchica spezzanese. Ricordiamo Giovanni negli anni settanta e ottanta come instancabile viaggiatore, insieme ad altri compagni del gruppo, per partecipare ai convegni per la ricostituzione dell'USI, ai convegni e congressi della FAI, ad incontri anarchici di movimento. Ricordiamo Giovanni dopo i comizi e le manifestazioni, quando a tavola tutti insieme tra un bicchiere di vino ed un altro intonavamo le canzoni anarchiche e la ballata in arbereshe delle case occupate (Rijm te tana) da noi composta insieme agli occupanti nell'estate del 1976, quando Giovanni aveva da pochi mesi aderito all'allora gruppo comunista anarchico.
Negli anni novanta Giovanni per motivi di lavoro si trasferì a Castrovillari, poi mise famiglia insieme alla sua compagna nella cittadina arbereshe di Frascineto ed i nostri rapporti e conseguentemente la sua intensa militanza anarchica andarono progressivamente rallentando. Anche se mai si spense la sua voglia di lottare a livello sindacale insieme ai suoi compagni di lavoro. Quelle poche volte che ci siamo incontrati negli ultimi quindici anni, magari per caso o come accadde qualche anno fa nel corso di una grande manifestazione popolare a Castrovillari contro gli inceneritori ed in difesa dell'ambiente, tra un discorso ed un altro ricordavamo i begli anni trascorsi insieme e Giovanni, tutto sorridente e gesticolante come sempre, ci diceva: "il lavoro e il grande amore per le mie bimbe mi tolgono il tempo di raggiungervi e dedicarmi alla militanza come una volta, ma non pensate male kozza ime sembri aiò eshte, u iam anarkico (la mia testa, il mio Ideale non sono cambiati, io sono anarchico)".
Questo grande amore di Giovanni per le sue bimbe, il suo portarle a passeggio per le strade di Frascineto, in questi giorni, a tragedia avvenuta, per chi non riusciva a individuare di chi si trattasse c'era subito pronto chi rispondeva: "come non hai capito chi è morto? si tratta dell'uomo con le bimbe". Giovanni, non è più con noi, non è più con i suoi cari e soprattutto con le sue due bimbe. Un destino crudele ce lo ha rubato? Oppure a rubarcelo sono state le regole di questa società, che considerano gli operai come carne da macello da immolare agli interessi del grande capitale? Ciau Giuà, caro nostro compagno di innumerevoli battaglie sociali, ti porteremo sempre nel nostro cuore! E nessuno riuscirà a fermare le nostre lotte fino a quando il lavoro non sarà liberato dallo sfruttamento e dal profitto, fino a quando noi o quanti verranno dopo di noi non riusciremo a costruire insieme una società di libere ed uguali.

Federazione Anarchica "Spixana" – FAI di Spezzano Albanese (CS)


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