Ciau Giuà
Caro nostro compagno di innumerevoli battaglie sociali, ti porteremo sempre nel nostro cuore!
Una morte stupida, ma fulminea. Una morte dettata dai ritmi che segnano
il mondo del lavoro in questa disumana società basata sullo
sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il 10 di agosto ha tolto Giovanni,
all'età di anni quarantanove, a noi compagni, a tutti i suoi
cari ed a quanti, compagni di lavoro, amici e semplici conoscenti,
hanno avuto modo di conoscere la sua generosità, il suo vivere
non solo per se stesso ma soprattutto per gli altri regalando a tutti
la sua disponibilità con quell'eterno sorriso che adornava di
semplicità il suo volto, le sue labbra e soprattutto i suoi
occhi.
Incidente sul lavoro lo chiamano, uno di quei tanti incidenti che
ovunque seminano morte, morti bianche dettate dalle regole del
profitto, morti che naturalmente i colpevoli non pagano se non che coi
rimorsi di coscienza, sempre ammesso che una coscienza ce l'abbiano
coloro che mettono a rischio la vita degli altri per un proprio
tornaconto in termini di potere e di denaro. Giovanni è morto
così, nel suo posto di lavoro, e molto probabilmente
all'istante, dato che si è dimostrata del tutto inutile la sua
permanenza per alcune ore in ospedale sotto l'osservazione e la cura
dei medici.
Giovanni Giordano di Spezzano Albanese, giunse giovanissimo al
movimento anarchico nell'estate del 1976, a tre anni di distanza dal
primo fiorire dell'attività anarchica a Spezzano.
Proveniva dalla FGCI di cui era vicesegretario. La più grande
FGCI della provincia, così la vantavano i dirigenti del PCI
locale, una FGCI che però si sciolse come neve al sole dopo che
anche il suo segretario Antonio Nociti aderì insieme a
tantissimi altri alle idee anarchiche e libertarie. Erano gli anni
della primavera anarchica spezzanese, una primavera che inondava il
territorio del castrovillarese di lotte sociali studentesche ed operaie
con occupazioni di scuole, fabbriche, strade, una lotta di cui gli
anarchici di Spezzano erano l'anima più genuina e referenti per
l'intero movimento del Pollino. Giovanni frequentava allora l'IPSIA di
Castrovillari ed è stato sempre uno dei maggiori attivisti
insieme ad altri militanti del gruppo anarchico all'interno dei
processi di occupazione e di autogestione che interessavano allora le
scuole superiori.
Ricordiamo Giovanni attivissimo nel movimento degli studenti pendolari,
che allora lottavano per la gratuità dei trasporti, un movimento
che bloccava pullman, piazze e passava poi all'occupazione delle sedi
municipali, un movimento che da Spezzano contagiò l'intero
territorio castrovillarese dando vita al coordinamento degli studenti
pendolari del Pollino. Ricordiamo Giovanni tra il finire degli anni
settanta e l'inizio degli ottanta tra i fondatori ed i protagonisti
più attivi dell'USZ (Unione Sindacale Zonale di Spezzano
Albanese) denunciare in pubblici comizi e assemblee l'operato
scandaloso degli amministratori comunali dell'epoca e proporre nel
contempo l'azione diretta e l'autogestione come mezzi di risoluzione
delle problematiche sociali.
Ricordiamo Giovanni nella seconda metà degli anni ottanta darsi
anima e corpo nell'allestimento delle varie edizioni dell'Estate
Anarchica spezzanese. Ricordiamo Giovanni negli anni settanta e ottanta
come instancabile viaggiatore, insieme ad altri compagni del gruppo,
per partecipare ai convegni per la ricostituzione dell'USI, ai convegni
e congressi della FAI, ad incontri anarchici di movimento. Ricordiamo
Giovanni dopo i comizi e le manifestazioni, quando a tavola tutti
insieme tra un bicchiere di vino ed un altro intonavamo le canzoni
anarchiche e la ballata in arbereshe delle case occupate (Rijm te tana)
da noi composta insieme agli occupanti nell'estate del 1976, quando
Giovanni aveva da pochi mesi aderito all'allora gruppo comunista
anarchico.
Negli anni novanta Giovanni per motivi di lavoro si trasferì a
Castrovillari, poi mise famiglia insieme alla sua compagna nella
cittadina arbereshe di Frascineto ed i nostri rapporti e
conseguentemente la sua intensa militanza anarchica andarono
progressivamente rallentando. Anche se mai si spense la sua voglia di
lottare a livello sindacale insieme ai suoi compagni di lavoro. Quelle
poche volte che ci siamo incontrati negli ultimi quindici anni, magari
per caso o come accadde qualche anno fa nel corso di una grande
manifestazione popolare a Castrovillari contro gli inceneritori ed in
difesa dell'ambiente, tra un discorso ed un altro ricordavamo i begli
anni trascorsi insieme e Giovanni, tutto sorridente e gesticolante come
sempre, ci diceva: "il lavoro e il grande amore per le mie bimbe mi
tolgono il tempo di raggiungervi e dedicarmi alla militanza come una
volta, ma non pensate male kozza ime sembri aiò eshte, u iam
anarkico (la mia testa, il mio Ideale non sono cambiati, io sono
anarchico)".
Questo grande amore di Giovanni per le sue bimbe, il suo portarle a
passeggio per le strade di Frascineto, in questi giorni, a tragedia
avvenuta, per chi non riusciva a individuare di chi si trattasse c'era
subito pronto chi rispondeva: "come non hai capito chi è morto?
si tratta dell'uomo con le bimbe". Giovanni, non è più
con noi, non è più con i suoi cari e soprattutto con le
sue due bimbe. Un destino crudele ce lo ha rubato? Oppure a rubarcelo
sono state le regole di questa società, che considerano gli
operai come carne da macello da immolare agli interessi del grande
capitale? Ciau Giuà, caro nostro compagno di innumerevoli
battaglie sociali, ti porteremo sempre nel nostro cuore! E nessuno
riuscirà a fermare le nostre lotte fino a quando il lavoro non
sarà liberato dallo sfruttamento e dal profitto, fino a quando
noi o quanti verranno dopo di noi non riusciremo a costruire insieme
una società di libere ed uguali.
Federazione Anarchica "Spixana" – FAI di Spezzano Albanese (CS)