Il 7-8-9 settembre si è tenuta a Firenze la 3° vetrina
dell'editoria anarchica e libertaria, promossa dal Collettivo
Libertario Fiorentino, animatore di un comitato organizzatore che ha
raccolto l'adesione di molte realtà, individuali e collettive.
Un appuntamento importante per chi vuole conoscere la produzione
politica e culturale dell'anarchismo, principalmente di lingua
italiana. Molte le presenze editoriali, provenienti, oltre che da
diverse realtà italiane, anche da Svizzera, Francia, Spagna ,
Germania e Brasile. Tra gli altri c'erano l'Elèuthera, la
Fiaccola, Zero in Condotta, La Baronata, Galzerano, CSL Di Sciullo,
Editions Libertaires, Virus e Spartaco per le case editrici, ma anche
gruppi che editano giornali e riviste, come A-Rivista, Sicilia
Libertaria, Alternativa Libertaria, Collegamenti, Cenerentola, Voce
Libertaria, Libertaria, Germinal, ApArte e Kronstadt; gruppi che curano
siti internet, come Acrataz o gestiscono archivi e biblioteche, come
l'Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa- di Reggio Emilia, il Centro
Studi Libertari/Archivio Pinelli di Milano, la biblioteca l'Idea di
Roma, il CIRA di Losanna e quello di Marsiglia, gli Studi Storici della
Val di Pesa, il CSL di Napoli.
Inoltre varie mostre sono state esposte sia a cura del CIRA di Losanna
in occasione del suo cinquantesimo, del Circolo 'Berneri' di Bologna
sui giornali murali, del gruppo 'Malatesta' di Roma che ha portato 33
pannelli di manifesti della Spagna rivoluzionaria e di altri a
carattere anticlericale.
La Vetrina ha ospitato anche banchetti di organizzazioni che non sono
anarchiche ma che sono impegnate sul terreno dell'iniziativa sociale e
culturale, come la Cub trasporti di Firenze, oppure l'Unione Agnostici
Atei Razionalisti. E sicuramente, con questa rassegna, abbiamo
dimenticato qualcuno con il quale ci scusiamo sin da ora.
I tre giorni hanno messo in luce l'offerta differenziata e la ricchezza
del nostro movimento, capace di esprimersi su più terreni anche
molto diversi tra loro. Una ricchezza spesso poco conosciuta al nostro
interno e ancor di più tra la gente che non ha il modo di
frequentare i circuiti anarchici. A questo serve l'appuntamento
fiorentino, e fino ad adesso è riuscito a soddisfare bene questa
esigenza, grazie all'impegno generoso degli organizzatori. Il clima
è stato piacevole, il luogo, non marchiato politicamente e non
marginale, ha permesso di poter usufruire di uno spazio aperto alla
cittadinanza. Le giornate hanno visto non solo la presentazioni di
libri o video, ma anche spettacoli musicali. Inoltre alcuni compagni
fabbri hanno riprodotto un officina e hanno costruito sotto gli occhi
di tutti un'opera in ferro, pietra e marmo raffigurante una A
stilizzata. Probabilmente quest'anno è emerso un limite nella
partecipazione della gente alla tre giorni, poiché l'afflusso
è stato inferiore agli anni precedenti, soprattutto il sabato
sera. Giustamente un'assemblea, composta dagli organizzatori e dalle
realtà presenti, ha affrontato la problematica cercando di
interrogarsi sulle cause. Diverse sono state le spiegazioni, ma tutti
siamo rimasti d'accordo sull'utilità di questo appuntamento e
sulla necessità di rafforzarlo o di moltiplicarlo sul territorio
italiano. Aspettiamo a questo punto nuove iniziative...
Ric&Max
Il Convegno del 14 e 15 settembre si è concluso come era
nato, ottimamente. A cominciare dall'incontro, nel dicembre 2006, di
tutte le componenti dell'anarchismo cuneese che hanno voluto usare
l'80° anniversario dell'assassinio di stato per proporre i temi
più prettamente di rivolta sociale che il caso S&V.fà
risaltare: la critica dell'organizzazione sociale e la selezione e
segregazione dei non-cittadini.
Abbiamo così ristampato una nuova edizione delle lettere - 1923,
1924 - che Bartolomeo scrisse sul tema del sindacato e del sindacalismo
e non solo; abbiamo inoltre voluto denunciare l'esistenza dei campi di
concentramento per i non-cittadini e la segregazione razzista che
rappresentano.
Fin dal dicembre 2006 la FAI di Cuneo, i compagni e le compagne del
Collettivo Libertario Vanzetti, della Rivista Nunatak e della
Biblioteca Popolare Rebeldies, più alcune individiualità
, hanno voluto riprendersi Nick e Bart da anarchici, come anarchici con
modalità e proposizione anarchiche, a cominciare da come
organizzare il Convegno.
Nessun invito ad istituzioni, di nessun genere, nessun comunicato ai
mass media, contatti diretti , uso manuale della comunicazione nel
territorio, tutto quello che con le nostre mani e la nostra voce
potevamo fare per diffondere la notizia. Il fine già presente
nei mezzi, secondo la migliore tradizione anarchica.
Nel paese di Tumlìn l'accoglienza è stata ottima, perfino
l'amministrazione ha preso atto delle buone relazioni personali, della
credibilità che la memoria dell'anarchico ha creato nel paese,
facendo un passo davvero avanti da vent'anni a questa parte, siamo
perfino stati avvisati in anticipo che la milizia di stato ci avrebbe
registrato con una telecamera nascosta negli uffici comunali. Ovvio che
decisioni organizzative e logistiche non le abbiamo fatte davanti al
video, esso invece ha dovuto registrare la presenza di uomini e donne,
di giovani di Villafalletto ai dibattiti e ai concerti anarchici a
cominciare dal sindaco e dal vicesindaco.
Che siano anch'essi pericolosi sovversivi???
La sera del venerdì 14 la sala comunale era piena di giovani
metà dei quali del paese, curiosi di cosa aveva scritto
Tumlìn sui sindacati. La critica di Tumlìn cominciava sui
sindacati, ma andava chiaramente alla stessa organizzazione autoritaria
della società, per l'abolizione di ogni autorità.
Ottima proposizione del Prof Ronald Creagh su quale movimento operaio
Vanzetti aveva conosciuto coevo e quale tipo criticava. Subito, senza
pause, è iniziato il dibattito con CUB COBAS E USI ed amici
della stessa famiglia Vanzetti , come Luigi Botta, il direttore
dell'Istituto Storico della Resistenza.
Il giorno dopo il cortile del municipio era pieno, presenti anche
esponenti della Fondazione Nuto Revelli, nata dopo la morte dello
scrittore-partigiano. Incisiva la testimonianza del Comitato esuli
politici cileni sull'illusione che la cosiddetta Democrazia sia
fisicamente una vera alternativa per chi ha decenni di fascismo sulla
pelle, non solo in Cile ma anche in Italia per gli esuli. Poi il libro
di Marco Rovelli sui Lager Italiani , anche qui non c'è stata
pausa tra la fine dell'interventi ed il dibattito. Giovani, anziani,
tra cui molti No Tav della Val Susa, sono intervenuti sulla mancanza di
diritti della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza.
Splendida, meravigliosa, una buona combinazione di musica e testi
quella lettura di lettere e atti processuali curati da Pia, del
Collettivo Vanzetti, con altri compagni musicisti.
Poi i nostri canti, mentre mangiavamo cena. Centinaia di piatti di
ceramica, niente plastica, venivano distribuiti dai compagni di
Rebeldies che hanno curato tutta la logistica dell'accoglienza. I
prodotti biologici erano dei coltivatori militanti dell'Alta Langa
presenti alla festa serale.
Il tutto condito dall'ampia libertà rompiballe e sonora di
decine di bambini ai quali nessuno si è mai sognato di far
tacere.
Cortesemente si è anche respinta una provocazione dei
carabinieri locali di entrare nella festa, presentatisi con
non-chalance li si è accompagnati fuori senza problemi.
Non sapevamo che precedentemente avevano tentato di intimidire i
giovani della locale associazione Culturale. I quali invece
riproporranno la memoria dell'anarchico Vanzetti nel prossimo mese di
ottobre. Radici che stanno producendo frutti proprio nella terra del
nostro Tumlìn.
antonio lombardo FAI Cuneo