Con questo slogan migliaia di persone sono scese in piazza per
contestare gli accordi commerciali stilati tra Australia, Nuova Zelanda
e Stati Uniti.
A Sidney, sabato 8 settembre diecimila persone hanno sfilato nel centro
città contro il trattato di cooperazione economica tra gli stati
asiatici del pacifico (APEC), contro la guerra in Iraq e contro il
capitalismo. La manifestazione si è svolta in modo quasi del
tutto tranquillo nonostante diverse pesanti provocazioni da parte della
polizia; una volta finito il corteo la polizia ha caricato con gli
idranti parte dei manifestanti, ma non ci sono stati feriti.
Manifestazioni minori si sono svolte anche a Perth, Melbourne e Alice
Springs.
Ad Auckland, capitale della Nuova Zelanda, martedì 11 settembre
hanno dimostrato in circa 100 persone, tra cui alcuni anarchici ed
anarchiche. La polizia ha attaccato alcuni manifestanti, arrestandone
tre.
Il 4 settembre il movimento contro il muro di separazione ha
ottenuto una piccola - ma importante - vittoria: la suprema corte
israeliana ha dichiarato, per la prima volta, che una parte del muro
è illegale: si tratta di quella parte della barriera che taglia
il villaggio di Bil'in e intorno alla quale si svolgono ogni
venerdì manifestazioni di protesta. Ma quella di venerdì
7 è stata anche una festa, che ha visto marciare verso il muro
centinaia di persone, tra abitanti dei territori palestinesi, anarchici
e altri dimostranti israeliani e attivisti internazionali.
L'11 settembre un gruppo di attivisti ha bloccato l'ingresso del
parcheggio dello stabilimento BAE - il principale costruttore di armi
della Gran Bretagna - di Middleton (un sobborgo di Manchester), in
occasione della giornata di azioni contro la fiera dell'industria delle
armi (DSEi) di Londra.
Il cancello è stato bloccato con una catena; alcuni pannelli di
legno inchiodati tra loro sono stati fissati alla strada; dell'olio
è stato versato tutto intorno per aumentare il danno. Il luogo,
i tempi e la struttura dell'azione sono stati pensati per evitare danni
alle persone, ma con l'intento di danneggiare il normale funzionamento
della fabbrica.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org;
http://sydney.indymedia.org.au/; http://indymedia.org.nz/;
www.awalls.org