Umanità Nova, n.30 del 30 settembre 2007, anno 87

Cannabis e disinformazione. Super canna? Super balla!


La cannabis è una sostanza estremamente diffusa e quindi moltissime persone sanno per esperienza diretta (perché la usano, perché l'hanno provata o perché semplicemente conoscono qualcuno che la utilizza) che è relativamente poco dannosa e comunque molto meno nociva delle droghe pesanti illegali (cocaina, eroina) ed anche di quelle legali (alcool). Le leggi che in tutto il mondo penalizzano la cannabis per poter essere giustificate e mantenute hanno quindi bisogno di un costante lavorio di disinformazione. Fedeli al motto di Goebbels per cui "una bugia continuamente ripetuta finisce col diventare una verità", i nemici giurati della cannabis occupano ogni angolo dei media.
In Italia uno dei più famosi specialisti in questo campo è stato sicuramente Don Pierino Gelmini diventato famoso per il suo grido di battaglia "La droga è tutta uguale, è tutta male". Difficile, però, che di questi tempi possa essere usato come testimonial… Dopo lo scandalo che lo ha travolto quest'estate per le accuse di violenze e molestie sessuali arrivategli da ex ospiti delle sue comunità-lager (dagli iniziali 5 accusatori siamo ormai arrivati ad oltre 60 persone che dichiarano di essere state vittime dei suoi abusi) e dopo che è venuto fuori il suo burrascoso passato di truffatore più volte detenuto, continuano ad arrivare le notizie più scabrose sul suo conto. La settimana scorsa, è saltato fuori che dalla Bolivia e dalla Thailandia (dove la Comunità Incontro ha alcune sedi) sono arrivate alla polizia italiana segnalazioni a proposito di «molti ragazzi minorenni di origine thailandese e boliviana» che avrebbero subito molestie sessuali da parte di don Gelmini. Inoltre, sembra che siano emergendo nuovi particolari sul caso di Fabrizio Franciosi, il giovane ospite della comunità originario della Repubblica di San Marino il ragazzo fu trovato morto poche settimane dopo essere stato allontanato dalla comunità nella sua auto con ferite di coltello al collo. Il fratello gemello raccontò ai carabinieri che Fabrizio gli aveva detto di aver scoperto le violenze contro alcuni ragazzi e di essere stato prima minacciato e poi allontanato.
Come dice peter punkk, si sa che "i crociati antimarijuana si rivelano puntualmente degli autentici bastardi primordiali". Anche San Vincenzo Muccioli aveva iniziato la sua carriera criminale come un piccolo truffatore di provincia. Per convincere i contadini a prestargli i soldi, s'era procurato delle stimmate con un falcetto… poi ha aperto il Lager di San Patrignano e ha smesso di essere un tutto sommato innocuo truffatore per trasformarsi nel torturatore e nello stupratore che sa chi si ricorda delle gabbie in cui a San Patrignano venivano appesi coloro che non avevano rinunciato alla propria dignità, della Ius Primae Noctis a cui venivano sottoposte le tossicodipendenti più carine che finivano a Sampa e del povero Roberto Maranzano, massacrato di botte dagli aguzzini "di fiducia" di Muccioli che poi hanno gettato il suo cadavere in una porcilaia…
Il baffuto Vincenzo continua comunque ad avere i suoi inossidabili fan tra cui la podestà di Milano Letizia Moratti che nel suo nome ha organizzato un convegno ultraproibizionista dall'inglesissimo titolo Strategy, Management and Communication Against Drug Addiction (e i ministri dell'Unione Amato, Bindi, Turco a farle la claque) solo per ripetere per l'ennesima volta che "è necessario porre fine alla distinzione fra droghe leggere e pesanti".
Non si capisce dove esista questa distinzione, visto che l'Italia ha una delle leggi più severe del mondo occidentale. Se in Arabia Saudita, dove vige la legge islamica e quindi anche la pena di morte, un italiano trovato con 8g di marijuana ha ricevuto una condanna a quattro anni di carcere, in Italia avrebbe potuto essere condannato dai 6 ai 20 anni (a meno che il giudice non reputi - a propria totale discrezione - che si tratti di un fatto "di lieve entità e allora la condanna si abbassa da uno a sei anni). Come nei Paesi dove vige la Sharia, la legge italiana non fa distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti, ed il consumatore con addosso 40 euro di cannabis può essere punito alla stregua di uno spacciatore trovato in possesso di 2kg di eroina.
Per tenere in piedi una legge del genere è naturalmente indispensabile una capillare opera di disinformazione. Nel campo della cannabis una delle più utilizzate leggende di regime è quella della marijuana assassina. La disinformazione di regime vorrebbe far credere che negli ultimi anni sarebbe in circolazione una varietà di cannabis superpotente, per cui non sarebbero più valide tutte quelle decine di migliaia di studi scientifici che dalla fine del XIX secolo hanno dimostrato inequivocabilmente la scarsa nocività della cannabis. In realtà la marijuana assassina esiste solo nelle luride fantasie dei proibizionisti (e nelle brochure pubblicitarie di qualche coffee shop di Amsterdam). Lo dimostrano i risultati di due ricerche anticipate dal quotidiano inglese The Guardian e che saranno pubblicate a fine anno e che si spera porranno fine alle chiacchiere sulla fantomatica cannabis superpotenziata. I risultati delle ricerche confermano che la skunk in vendita oggi in Gran Bretagna è, sì, più forte di quella di dieci anni fa, ma demoliscono il falso mito che questa sia oggi venti volte più potente di allora. I risultati di entrambe le ricerche evidenziano come il contenuto di THC della skunk sequestrata dalla polizia sia solo raddoppiato dal 1995 al 2005, passando da una concentrazione media del 7% a una del 14%. La leggenda, che vuole il dominio incontrastato sul mercato britannico di una skunk con concentrazione di principio attivo superiore al 30%: In realtà, già l'Advisory Council on the Misuse of Drugs (l'organismo governativo di consulenza sulle droghe), già diciotto mesi fa concluse che le informazioni disponibili non fossero sufficienti a modificare la classificazione della sostanza nella direzione di un inasprimento delle pene. Ora, a sette mesi di distanza dalla pronuncia dell'ACMD del prossimo aprile, gli studi condotti mostrano che a fronte di un'esplosione dell'autocoltivazione, ben poco di ciò che viene prodotto è skunk superpotente. Il primo dei due studi in questione è stato condotto da Leslie King (ex direttore del Forensic Science Service's drugs intelligence unit) su 299 esemplari e verrà pubblicato dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. L'altro studio è stato condotto dai ricercatori del King's College di Londra, sempre su esemplari di skunk raccolti dalla polizia, e giunge alla conclusione che, lungi da dominare il mercato britannico, solo il 4% della skunk in circolazione ha una concentrazione di THC superiore al 20% e la concentrazione più alta arriva solo al 24%. Ancora, lo studio ha verificato che gli esemplari di cannabis sequestrati dalla polizia britannica appartenenti a varietà diverse dalla skunk presentano un contenuto in THC del 3% o del 4%. Proprio come dieci anni fa.
Ma tanto non ci crede nessuno…
Secondo un sondaggio on line della Stampa, il 70% degli interpellati pensa la cannabis faccia male "poco" o "per nulla. Anche nella recente "Relazione annuale del Ministero degli Interni al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2006", si lamentava che mentre l'eroina è la droga percepita come la più dannosa (oltre il 95%), seguita dalla cocaina (più di 95%) ed il fumo di tabacco è considerato rischioso per la salute da oltre l'85% dei soggetti, la cannabis continua ad essere percepita come dannosa per la salute dal 70% degli intervistati, ma viene considerata sostanza rischiosa da un numero sempre minore di soggetti; tra gli anni 2001, 2003 e 2005, quasi 5 milioni di italiani avrebbero cambiato opinione nell'arco di soli 4 anni, passando da un'opinione negativa nei confronti dell'uso della cannabis ad una posizione di non esplicita disapprovazione.
Insomma, nonostante il lavaggio del cervello della propaganda di regime e le storielline pornografiche che circolano sui media, l'esperienza diretta che tantissimi hanno fatto con la cannabis li spinge a non credere alle menzogne che vengono dette per giustificare una legge liberticida che in realtà serve a perseguitare determinati stili di vita.

robertino


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