Domenica notte c'è stato un ennesimo tentativo di fuga dal
centro di permanenza temporanea di Gradisca D'Isonzo (Gorizia).
È la terza volta in meno di un mese che accade. Circa 20
migranti di origine egiziana hanno tentato di scavalcare la rete sul
retro del centro per raggiungere i campi che si estendono dietro la
struttura; non riuscendo a raggiungere la recinzione sono saliti sui
tetti per far sentire la propria protesta contro la condizione di
prigionia e per il rispetto della loro richiesta di asilo politico. A
quel punto i carabinieri di guardia al centro hanno sparato diversi
lacrimogeni contro i migranti, che sono stati costretti a scendere dai
tetti e a tornare nelle celle. I lacrimogeni hanno arrecato forti
disturbi respiratori ad una bambina di sei mesi presente all'interno
del centro di accoglienza per richiedenti asilo, separato dal cpt solo
da un muro. La bambina è stata trasportata in ospedale ma per
fortuna le sue condizioni non sono gravi. Nel cpt i migranti hanno
continuato una rumorosa protesta all'interno delle celle e sono stati
brutalmente repressi dai carabinieri con i manganelli. I cpt, e quello
di Gradisca in particolare, sono strutture del tutto simili a carceri
speciali, con celle blindate, cortili separati, proibizioni per quanto
riguarda le ore d'aria di socialità : mirano a distruggere gli
individui sia dal punto di vista psicologico che fisico prima di
deportarli lontano dall'Italia. Sabato 29 dalle ore 15 in poi è
stato organizzato un presidio davanti al centro, per tentare di
comunicare con i migranti rinchiusi e far loro arrivare una voce amica
e solidale. La manifestazione, decisa prima della rivolta, assume ora
ancora più valenza. I detenuti di Gradisca stanno dimostrando
ogni giorno di non sopportare più la carcerazione, i soprusi e
le violenze. È importante, soprattutto in questo momento,
sostenere nel modo più forte possibile la loro voglia di
libertà.
rv
Sabato 22 settembre una decina di fascisti provenienti da Torino e
Cuneo hanno fatto la loro calata nella piazza del piccolo paese di
Torre Pellice, nelle "valli valdesi" piemontesi. Motivo: le delibere
del Sinodo valdese (assemblea annuale dei pastori e deputati delle
chiese locali), che si sta svolgendo in questi giorni nella cittadina,
a favore dei Dico e in difesa della legge 194. I fascisti hanno tentato
di contestare il Sinodo tra due ali di poliziotti, ma una
contromanifestazione convocata sul momento tramite il passaparola ha
portato in piazza un centinaio di antifascisti e abitanti del paese,
tra cui alcuni ex partigiani. Al presidio si sono aggiunti anche
diversi pastori valdesi. Nonostante la tensione, la manifestazione si
è svolta in modo pacifico e i fascisti se ne sono andati
sconfitti a metà pomeriggio.
a-press