135 lavoratori e lavoratrici di una fabbrica di biciclette a
Nordhausen, nello stato di Turingia, dal 10 luglio stanno occupando
l’azienda e in questi giorni hanno deciso di riprendere la
produzione delle biciclette in autogestione. L’occupazione della
fabbrica è stata attuata per dare una risposta chiara e netta
alle minacce da parte dei proprietari (che fanno riferimento alla
statunitense Lone Star) di chiudere l’impianto e licenziare tutti
i lavoratori. A luglio la Lone Star aveva già presentato istanza
di fallimento e i lavoratori ricevevano unicamente il sussidio di
disoccupazione; per tale motivo è stato deciso di occupare e
continuare la produzione in maniera autogestita.
La FAU (Freie Arbeiterinnen - und Arbeiter - Union, "sindacato libero
delle lavoratrici e dei lavoratori"), la principale confederazione
anarcosindacalista tedesca, sta sostenendo in modo forte questa lotta e
ha lanciato una campagna di solidarietà attraverso il sito
internet www.strike-bike.de.
Dal 19 al 24 settembre si è svolto non lontano da Londra il
secondo dei tre no-border camp organizzati per il 2007. Il primo si era
svolto in Ucraina e il terzo verrà fatto al confine tra Messico
e USA a novembre. La scelta precisa del luogo per il campeggio inglese
non è stata casuale: infatti esso si è svolto in
un’area che comprende l’aeroporto di Gatwick, usato dal
governo inglese per rimpatriare i migranti, e il centro di detenzione
per migranti "Tinsley House". Inoltre in quella stessa zona il governo
vuole costruire un nuovo centro di detenzione, che diverrebbe il
più grande di tutta la Gran Bretagna, denominato "Brook House".
Una delle finalità del campeggio era proprio quella di porre le
basi per una mobilitazione contro questo nuovo lager per migranti e
cercare di rallentarne i lavori.
Durante le giornate del campeggio si sono svolti incontri, dibattiti,
laboratori e azioni: giovedì e venerdì sono stati
realizzati due presidii contro una compagnia di tour operator turistici
(Virgin Atlantic) coinvolta nelle deportazioni e contro l’agenzia
nazionale per l’immigrazione.
Sabato una manifestazione composta da più di 500 persone, tra
cui molti immigrati, ha sfilato dal paesino di Crawley fino alla
recinzione del centro di detenzione per portare solidarietà e
calore ai migranti imprigionati. Al corteo era anche presente un
nutrito spezzone anarchico.
La manifestazione si è svolta in modo pacifico.
Il 13 settembre scorso sono stati liberati , dopo 29 giorni di
carcere, i compagni russi Andrei e Denis. Sono in attesa del processo
che li vede accusati di aver messo una bomba sui binari della linea
Mosca - S. Pietroburgo (vedi UN n. 26), nonostante non ci siano prove
contro di loro. La matrice dell’attentato, che provocò 30
feriti, è chiaramente statale. Per denunciare la montatura le
iniziative in Russia e altrove si stanno moltiplicando: presidii,
picchetti fuori dal carcere, concerti per recuperare le spese legali e
altre manifestazioni di solidarietà vengono svolte quasi
quotidianamente in molte località.
In questi giorni e dal mese di agosto sono state organizzate azioni
militari contro innocenti nei villaggi del Delta del Niger. Sparatorie
anche durante i funerali e contro gli studenti universitari. Donne sono
state violentate. A Port Harcourt oggi vige il coprifuoco.
La Joint Task Force voluta dal governo nigeriano utilizza armi e
strumenti bellici, come gli aerei G222, venduti dal governo italiano.
Da decenni più di 50 multinazionali del petrolio (compresa la
"nostra"ENI) hanno espropriato terreni e risorse inquinando e
sottomettendo intere popolazioni della Nigeria.
Gli ogoni del Delta del Niger portano avanti da anni una battaglia non
violenta promossa da Ken Saro Wiwa, poeta e scrittore, primo Presidente
del MOSOP (Movimento sopravvivenza del popolo Ogoni), condannato a
morte e impiccato nel 1995.
Ancora oggi gli Ogoni chiedono che venga loro riconosciuto il diritto
di migliorare le proprie condizioni di vita - di migliorare le
condizioni di sicurezza degli impianti (incidenti frequenti causano
molti morti) - che venga tutelato il loro ecosistema - di partecipare
alle ricchezze provenienti dallo sfruttamento del petrolio.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca, www.indymedia.org, http://www.strike-bike.de,
http://www.indymedia.org.uk/, http://noborders.org.uk/,
http://avtonom.org