Umanità Nova, n.32 del 14 ottobre 2007, anno 87

Contro il protocollo sul welfare. Autorganizzazione dei lavoratori e azione diretta!



Il protocollo di intesa su previdenza e mercato del lavoro del 23 luglio sottoscritto dal governo Prodi e dai sindacati di stato e concertativi Cgil-Cisl-Uil costituisce un duro attacco alle condizioni di vita di milioni di lavoratori subordinati.
L'età pensionabile viene elevata e non viene cancellato lo "scalone" Maroni (il brusco aumento dell'età pensionabile dal 2008); la precarietà del rapporto di lavoro - che il pacchetto Treu del 1997 ha introdotto e la legge Biagi del 2003 ha istituzionalizzato - non viene affatto scalfita: al contrario, viene stabilita per legge la reiterabilità dei contratti a termine oltre i trentasei mesi.
Anziché preoccuparsi dei disoccupati, questo governo e Cgil-Cisl-Uil favoriscono l'impiego massiccio del lavoro straordinario eliminando l'aggravio previdenziale previsto in questo caso, e aumentano la quota di retribuzione dipendente dai risultati economici dell'impresa (premio di risultato) scaricando così sui lavoratori il rischio d'impresa e ridimensionando ulteriormente l'ambito del contratto collettivo nazionale.
I distinguo che i partiti di governo di quella che, con ironia involontaria, viene definita la "sinistra radicale", non spostano il merito della questione: per questo governo il cuore e motore della società è l'impresa e non il lavoro.
In questo quadro, i lavoratori sono oggi chiamati a un referendum dall'esito scontato per l'approvazione del protocollo di luglio. L'opposizione al protocollo di una parte significativa della Cgil, cioè della Fiom, e il suo invito a votare no legittimano una "consultazione a cose fatte" spacciandola per "democratica"; incanala il malcontento e la protesta dei lavoratori all'interno di un processo elettorale farsa; è un'opposizione strumentale, con ogni evidenza, agli equilibri interni del governo e al confronto tra la sua "ala sinistra" e il neonato Partito democratico: l'enfasi posta da tutti sui riflessi che l'esito del referendum potrebbe avere sul governo è la spia più chiara del fatto che ci troviamo di fronte a una vicenda molto "politica" e che poco o nulla importa a lorsignori delle condizioni materiali di vita dei lavoratori.
È necessario rompere con pratiche che sviano e annullano la protesta dei lavoratori e contrastare attraverso la lotta e l'azione diretta l'ennesimo attacco che governo e sindacati di stato sferrano al mondo del lavoro.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI
cdc@federazioneanarchica.org
www.federazioneanarchica.org

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti