Umanità Nova, n.32 del 14 ottobre 2007, anno 87

Inform@zione


Bologna: corteo e occupazione

La risposta allo sgombero dell'estate del laboratorio Crash! è stata quella giusta: nuova occupazione. Lo stabile grande e – sembra – in buone condizioni è proprio vicino al vecchio, sempre in zona Zanardi. Sabato 6 ottobre un corteo di 2/3000 "antagonisti" ha sfilato sotto una pioggia battente dal centro città fino al nuovo spazio, una volta fabbrica della Nestlè e ora sempre di proprietà di un privato. Di questo stabile si sono riappropriati la mattina stessa gli attivisti di Crash!: La giornata di sabato – con l'azione della mattina ed il corteo pomeridiano - ha ribadito la necessità di spazi di aggregazione e elaborazione di lotte in una città e la volontà di ottenerli. L'augurio è che il nuovo luogo aiuti ad allargare le lotte in città, a ridare fiducia ad un movimento che si ponga come obiettivo di contrastare le politiche autoritarie di Cofferati, quale interprete del pensiero unico securitario che prova a reprimere ogni voce diversa, refrattaria o semplicemente inutile. Che le politiche del sindaco DS siano le stesse di AN è ormai conclamato dagli stessi protagonisti: la logica conseguenze delle vicende d'Italia degli ultimi quattro decenni. Ci auguriamo che questa occupazione sia un passaggio di un percorso che porti il movimento a trovare forme e metodi in grado di mettere in collegamento chi lotta per un'altra realtà: tutto ciò al di là delle mai sopite mire di egemonia, dei personalismi, del "bisogno di delega" che infesta l'ambiente bolognese e che bisognerà superare al più presto. Tutto ciò richiede uno sforzo e un impegno da parte di tutti i compagni e le compagne che rifiutano i giochi di palazzo e vedono nell'autorganizzazione e nell'azione diretta la migliore forma di solidarietà a chi - come Crash! - prova a contrastare l'attuale delirio autoritario del signor Cofferati e dei suoi accoliti.
Toni

Gradisca: festa multietnica

La mobilitazione contro il centro di permanenza temporanea di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) sta riprendendo forza ed energia. Dopo il riuscito presidio all'esterno del centro sabato 29 settembre una nuova iniziativa si è svolta sabato 6 ottobre: una festa per i richiedenti asilo politico trattenuti nel centro di prima accoglienza all'interno del cpt stesso. I richiedenti asilo, circa un centinaio, sono obbligati a restare all'interno della struttura durante la notte e vengono spesso sottoposti a pressioni da parte della polizia del personale della Minerva (la cooperativa che ha l'appalto per la gestione del cpt/cpa). Inoltre hanno carenza di diversi beni di prima necessità, come scarpe e vestiti, benché la Minerva riceva dallo stato ben 75 euro al giorno per ogni immigrato. Per un giorno però i migranti hanno potuto ballare e divertirsi, e soprattutto conoscere persone amiche e non soltanto aguzzini.
La festa-incontro è stata organizzata nella piazza principale di Gradisca, dove c'è un parco e non tetre mura grigie. Nonostante avesse piovuto per tutta la mattinata e il cielo fosse plumbeo, sono stati allestiti i gazebo e l'impianto per diffondere la musica, sono stati preparatati striscioni, abbiamo portato qualcosa da mangiare e da bere. I migranti sono arrivati a gruppetti isolati, ma a poco a poco si sono lasciati coinvolgere dalla musica ed hanno ballato insieme, mentre il cielo andava rischiarandosi.
Ce n'era il bisogno di un momento come questo: un momento di convivialità e spensieratezza –penso che ci sia veramente stata, anche se per poche ore, per incontrarsi, per conoscersi, anche solo per guardarsi negli occhi.
La festa è durata tutto il pomeriggio e vi hanno partecipato quasi tutti i richiedenti asilo, mentre qualche passante sorpreso e intimorito si fermava dall'altra parte della strada ad assistere a tutta quella confusione. Non sono mancati gli interventi al microfono per affermare che i veri criminali sono coloro che gestiscono il centro e coloro che hanno in mano provincia, comune e governo ed avvallano questi centri di segregazione. Si è ribadita ancora una volta la nostra assoluta contrarietà a qualunque cpt o cpa, a tutti i muri e i confini.
Le iniziative a sostegno dei richiedenti asilo e contro il cpt proseguiranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane: sono in programma un'assemblea per spiegare come si svolge il colloquio con la commissione per l'asilo politico ed una nuova manifestazione per rivendicare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo, oltre al rilancio dell'azione contro il centro di permanenza temporanea. Non ci fermeremo qui.
raffaele

Torino: Asilo sotto sgombero

Sotto la Mole la stagione degli sgomberi non è ancora conclusa. Dopo la chiusura del Fenix2 quest'estate, nel mirino del Comune è entrato l'Asilo di via Alessandria, occupato da ormai 13 anni, durante i quali è stato luogo di vita e spazio aperto per numerose iniziative. Citiamo la più nota: il ristorante "Chez Osvaldin" che ogni martedì prepara cene benefit per chi è nei guai con la legge.
Alla fine di settembre viene divulgata la notizia che un'associazione italo-romena, "Fratia", in romeno "fratellanza", vorrebbe uno stabile per estendere le proprie attività. Peccato che la casa in questione non sia vuota e quelli di Fratia lo sappiano bene, tuttavia, nonostante in città vi siano numerosi spazi liberi, puntano proprio all'Asilo Squat. Fratia fa richiesta di assegnazione ad Ilda Curti, assessore diessino per le politiche di integrazione del Comune di Torino. Entrano in gioco anche i consiglieri comunali dell'UDC Antonello Angeleri e Federica Scanderebech, che, attraverso un'interpellanza, sollecitano Ilda Curti a valutare positivamente la richiesta di Fratia.
Siamo di fronte all'ennesima assegnazione lampo di spazi occupati e sgomberati come Fenix1, Rosalia, Alcova. Le associazioni sono sempre vicine a chi è al potere e svolgono attività sociali, utili, legali. Inoltre queste associazioni possono diventare un bel serbatoio di consensi per un'amministrazione lungimirante, ben conscia che la folta comunità rumena, ormai fatta di cittadini europei, parteciperà alle prossime elezioni locali. Da notare il trattamento ben diverso nei confronti di una parte della comunità rumena torinese, quella rom, più volte sgomberata, sottoposta a continue vessazioni da parte delle varie forze del disordine. Sarà soltanto un caso ma tra i pochi che hanno solidarizzato attivamente con le lotte dei rom rumeni per casa, lavoro, scuola, vi fossero anche esponenti dell'Asilo Squat.
L'Asilo rifiuta decisamente la prospettiva di una guerra tra poveri, tanto abilmente orchestrata dal governo della città, deciso a spazzare via tutti i luoghi incompatibili con il grande baraccone di Chiampa City. Gli squatter dell'Asilo in un loro comunicato ben descrivono la manovra: "comodamente seduti sulle rispettive poltrone, il consigliere e l'assessore attendono l'inizio dello scontro che vede da una parte gli abitanti e i simpatizzanti di tutte le case occupate di Torino e dall'altra l'Associazione Fratia: proprio un bel siparietto, quello che ci vuole per distrarre la cittadinanza mentre si sgonfia il bluff olimpionico (con le casse comunali piene di debiti, speculazioni e devastazioni, faraoniche strutture pubbliche inutilizzate come il Palafuksas in P.zza della Repubblica), e dare da lavorare ai cronisti sempre affamati di notizie torbide su squatter e immigrati."
Le prime iniziative di resistenza allo sgombero vedono quindi un confronto diretto con le autorità cittadine.
Giovedì 4 ottobre gli occupanti dell'Asilo hanno incontrato Ilda Curti nella sede della Circoscrizione 7 mentre all'esterno di svolgeva un presidio cui hanno preso parte circa 150 persone.
All'incontro erano presenti anche il presidente della circoscrizione Piero Ramasso (DS), il vice Giuliano Ramazzotti (Rifondazione Comunista) e Carlo Massucco dell'Assessorato alla Gioventù.
Il confronto ha chiarito in modo inequivocabile la volontà di sgomberare l'Asilo, nonostante i politici presenti si siano guardati bene dal dichiarare esplicitamente tale intento, e abbiano voluto mantenere un velo di ambiguità sulle proprie intenzioni durante tutta la riunione.
L'unica via d'uscita allo sgombero imminente proposta dalla gang della Circoscrizione e del Comune sarebbe la legalizzazione dello Squat. La gente dell'Asilo ha rifiutato di rinnegare la propria storia e la propria identità ed ha dato appuntamento per lunedì 8 di fronte al Comune per un aperitivo di protesta durante la seduta del Consiglio comunale. Circa un'ottantina di persone hanno risposto all'appello e si sono radunate in piazza Palazzo di Città con musica, slogan e cibarie. La resistenza allo sgombero va avanti.
Onan

Ragusa: contro le trivellazioni

Sabato 6 ottobre a sono scesi in piazza per la prima volta gli oppositori alle ricerche petrolifere nel territorio della Sicilia Sud Orientale. Il locale Comitato contro gli sprechi e le devastazioni, per la difesa degli spazi e dell'ambiente, assieme al movimento di base Notriv di Noto e ad altre realtà della Sicilia, ha organizzato un presidio nella piazza principale, invitando gli studenti a scioperare.
All'iniziativa hanno preso parte circa 150 persone; è stato espresso un no alle trivelle, inteso in primo luogo come rifiuto dell'imposizione di ipoteche sul futuro della popolazione, ruotanti attorno al petrolio, per un'energia pulita, decentrata, sottoposta al controllo dei cittadini.
Poi sono state fatte considerazioni sulla Panther Eureka, la multinazionale americana che ha ottenuto i permessi per perforare il territorio, e sul governo regionale, che ha varato un disegno di legge che prevede, dal giorno in cui diverrà legge (non prima di natale) il blocco di ogni trivellazione in Sicilia, eccetto quelle che sono già iniziate...
L'adesione tiepida dei cittadini ragusani a questa battaglia è da collegare alle forti pressioni che qui van facendo la giunta comunale, l'assoindustria, Cgil-Cisl-Uil ed altri enti, a favore delle ricerche di idrocarburi, e alla storia del petrolio a Ragusa (vi si pompa dagli anni '50) che ha seminato disillusioni e disinteresse.
Tanto è il lavoro ancora da fare, e l'assemblea seguita al presidio ha discusso proprio dei prossimi passi: azioni di lotta e di controinformazione.
Uno che c'era

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