Niente paura, non siamo contro il governo. All'indomani della
manifestazione del 20 ottobre, tutti i rappresentanti della sinistra
parlamentare si sono affrettati a buttare acqua sul fuoco per
rassicurare Prodi sulle reali intenzioni che hanno animato la grande
massa di militanti ed elettori che hanno affollato le strade romane.
Una manifestazione che non ha voluto dare spallate al governo e dalla
quale, al contrario, Prodi «esce rafforzato» per dirla con
il ministro Ferrero.
Il carosello di dichiarazioni rilasciate alla stampa esprime lo stesso concetto.
L'esortazione del segretario di Rifondazione Giordano - «Prodi
ascolti questo popolo» - ha però trovato nel premier una
replica un tantino gelida ma assai significativa per capire come vanno
certe cose: «L'ho sempre ascoltato».
Eccezionale, invece, Diliberto: «Sono comunista, ma mica scemo:
non faccio una manifestazione contro me stesso». Più
chiaro di così.
Non un corteo di lotta quindi, ma un corteo di governo. Una prova di
forza della sinistra parlamentare per recuperare punti e consenso dopo
la creazione del Partito democratico in vista del processo di
costituzione di un soggetto unitario che possa far fronte alla nuova,
ingombrante formazione moderata. I diversi leader dei vari partitini
stanno già fremendo per capire chi si potrà candidare
alla guida della cosiddetta "cosa rossa", ma, per il momento, è
necessario salvare il governo per salvare se stessi. In piazza c'era
anche quel gran personaggio del Ferrentino, presidente della
comunità Bassa Val di Susa, che ha spiegato come sia possibile
secondo lui che la politica «faccia le sue scelte partendo dal
basso, dalle persone, dal territorio, da chi con quelle scelte
dovrà convivere». Peccato che Ferrentino non abbia ancora
capito che chi lotta per la Val Susa non vuole convivere con tali
scelte perché esse significano solo devastazione per tutti e
arricchimento per pochi. D'altra parte, il Movimento NO TAV aveva
già declinato l'invito alla partecipazione e ciò dimostra
che Ferrentino, come tutti i politicanti, parla solo per sé.
Ma la manifestazione del 20 ottobre è servita soprattutto a
questo: usare le lotte che attraversano il paese per fornire al governo
di Centrosinistra una legittimazione movimentista che nella
realtà non ha. Sono state abbondantemente utilizzate a favore di
telecamera le tematiche più urgenti e le istanze più
delicate che caratterizzano oggi come oggi l'azione dei movimenti come
la questione sociale legata al precariato, la questione migrante, la
questione ambientale, i diritti civili. Rivendicazioni che nel paese
reale significano scontro e attrito quotidiano proprio con questo
governo e con questa classe dirigente, ma che attraverso il tubo
catodico sono state liofilizzate e servite in una versione più
gradevole e del tutto innocua. In questo senso, la manifestazione del
20 ottobre costituisce un arretramento assai significativo in termini
di coscienza di classe e di capacità di mobilitazione degli
oppressi e degli sfruttati. Dispiace che migliaia e migliaia di persone
(studenti, disoccupati, operai, immigrati) abbiano offerto questo
enorme salvagente a un governo fermamente interessato a mantenere e
consolidare ingiustizie e sperequazioni insostenibili, e lo dimostrano
le politiche repressive, militariste, devastatrici e squistamente
liberiste attuate da questo esecutivo e dai suoi ministri. Ci auguriamo
che, passata questa sbornia, il ceto politico della sinistra di governo
si ritrovi da solo ad affrontare un corpo sociale libero e per nulla
disposto ad assecondare queste squallide logiche di potere.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria