Umanità Nova, n.35 del 4 novembre 2007, anno 87

Bersani. Gas fumo e soldi


Nel traballante governo Prodi, Pierluigi Bersani, ricopre la carica di Ministro dello sviluppo economico. Per la verità si potrebbe tranquillamente dire che questo signore ricopre la carica di Ministro per lo sviluppo dei gruppi economici. Uomo dei poteri forti, Bersani non manca mai di mettere in evidenza il suo carattere decisionista e autoritario. Debole e acquiescente con i forti, Bersani però usa la clava con i deboli e comunque con coloro che osano mettere in dubbio le sue ferree convinzioni, che poi sono sempre quelle dei grandi gruppi industriali che egli tutela e sostiene senza mezzi termini in nome del superiore "interesse nazionale".
Negli ultimi tempi, l'attivissimo Bersani ha fatto molto parlare di se. Il 30 settembre "Il Sole-24 ore" pubblica un articolo dal significativo titolo "Rigassificatori, si all'iter agevolato". Come si sa quello dei rigassificatori è un tema che sta molto a cuore agli industriali che quando sentono odor di quattrini non guardano in faccia nessuno e non si peritano a muovere i loro uomini di governo, pardon di fiducia. In sintesi si tratta di questo: Bersani, Di Pietro e Pecoraro Scanio si sono accordati per semplificare ulteriormente l'iter autorizzativo dei rigassificatori estendendo la validità dell'articolo 8 delle legge 340/2000 dai siti industriali a tutti i siti richiesti. Insomma l'iter super semplificato della legge del 2000, giustificato con il fatto di essere relativo a impianti che vorrebbero utilizzare siti industriali, viene ora allargato a tutti i siti possibili. Oltretutto questo striminzito articolo della finanziaria stabilisce che se il sito richiesto si trova in area portuale, l'autorizzazione concessa rappresenta automaticamente una "variante al piano regolatore portuale". Bersani e Di Pietro – sostiene il foglio della Confindustria – avrebbero voluto una procedura ancora più semplificata, però Pecoraro Scanio avrebbe "puntato piedi". Caspita, che grinta, che determinazione! Cosa c'è dietro a questa aberrazione? Cose molto concrete: ampliando l'iter semplificato a tutte le aree e non solo a quelle industriali, Bersani ha cercato di mettere una toppa all'iter procedurale del rigassificatore offshore di Livorno, nel quale è stata utilizzata la procedura prevista dall'articolo 8 delle legge 340/2000, benché sia una evidente e gravissima forzatura considerare il mare un "sito industriale". Stabilendo invece che l'eventuale autorizzazione a rigassificatori situati in ambito portuale costituirà una automatica variazione del piano regolatore portuale si cerca di spianare la strada a tutti i progetti previsti nei vari porti: da Taranto a Gioia Tauro, da Trieste a Porto Empedocle e a La Spezia. Una manovra sporca e talmente illegittima da far saltare i nervi anche a Legambiente, che pure esprime il consulente energetico di Bersani, tale Gianni Silvestrini (complimenti, bella figura!).
Ma non è finita qui: qualche giorno dopo Bersani ha colpito ancora. Il 4 ottobre ha emesso un comunicato stampa in cui informava di aver chiesto ai suoi "colleghi", Livia Turco, Ministro della salute, e Clemente Mastella, Ministro delle giustizia, di intervenire con "sanzioni non solo disciplinari" sull'Ordine dei medici dell'Emilia Romagna. Cosa aveva fatto di così tanto grave questo istituto da far perdere le staffe a Bersani (e ai suoi amici inceneritoristi)? Semplice, il 10 settembre aveva inviato agli amministratori locali emiliano-romagnoli una lettera in cui li invitava, sulla base delle risultanze di studi commissionati dall'Unione Europea e in nome del principio di precauzione, a non concedere il nulla osta alla costruzione di nuovi inceneritori o al raddoppio di quelli esistenti. Nella sua missiva Bersani puntualizza che "la gravità dell'iniziativa è accentuata dalla risonanza data dalla stampa locale e dalla avvenuta pubblicazione su siti Internet". Insomma: quello che ha dato fastidio è che la popolazione sia venuta a conoscenza dei pericoli insiti negli inceneritori. Che diamine! La gente deve essere tenuta nell'ignoranza e al massimo deve "appassionarsi" del teatrino della politica (le puttanate di Veltroni, le liti casareccie Mastella-Di Pietro, le finte spallate di "capelli finti" Berlusconi, ecc.). È inconcepibile che qualcuno osi mettere in dubbio le pseudo-verità scientifiche propinate dal potere, tipo quelle messe in giro da gente alla Veronesi, tanto per capirsi. Nei giorni successivi la diffusione dell'osceno comunicato, le proteste piovute da più parti hanno costretto Bersani a fare una parziale correzione di rotta sostenendo di non aver avuto alcuna intenzione punitiva (ma figurati!) e arrampicandosi sugli specchi scivolosi dello scandaloso atteggiamento governativo sui famosi incentivi previsti dal tristemente famoso CIP6 che dovevano essere tolti agli inceneritori ma che stranamente rimangono anche per il 2007, più o meno mascherati.
Concludiamo con le parole con cui un gruppo di medici forlivesi ha risposto alla lettera di Bersani: "Con queste sue intimidazioni, caro Ministro, lei ci offre un grandissimo aiuto: chi ancora non aveva aperto gli occhi ha avuto, con questo suo atto, un'ottima opportunità per svegliarsi, perché è davvero paradossale che su tematiche così delicate e complesse chi non ha competenze specifiche, ma solo la forza del proprio potere, cerchi di intimidire chi non ha altro interesse che preservare la salute di tutti".

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