Nel traballante governo Prodi, Pierluigi Bersani, ricopre la carica
di Ministro dello sviluppo economico. Per la verità si potrebbe
tranquillamente dire che questo signore ricopre la carica di Ministro
per lo sviluppo dei gruppi economici. Uomo dei poteri forti, Bersani
non manca mai di mettere in evidenza il suo carattere decisionista e
autoritario. Debole e acquiescente con i forti, Bersani però usa
la clava con i deboli e comunque con coloro che osano mettere in dubbio
le sue ferree convinzioni, che poi sono sempre quelle dei grandi gruppi
industriali che egli tutela e sostiene senza mezzi termini in nome del
superiore "interesse nazionale".
Negli ultimi tempi, l'attivissimo Bersani ha fatto molto parlare di se.
Il 30 settembre "Il Sole-24 ore" pubblica un articolo dal significativo
titolo "Rigassificatori, si all'iter agevolato". Come si sa quello dei
rigassificatori è un tema che sta molto a cuore agli industriali
che quando sentono odor di quattrini non guardano in faccia nessuno e
non si peritano a muovere i loro uomini di governo, pardon di fiducia.
In sintesi si tratta di questo: Bersani, Di Pietro e Pecoraro Scanio si
sono accordati per semplificare ulteriormente l'iter autorizzativo dei
rigassificatori estendendo la validità dell'articolo 8 delle
legge 340/2000 dai siti industriali a tutti i siti richiesti. Insomma
l'iter super semplificato della legge del 2000, giustificato con il
fatto di essere relativo a impianti che vorrebbero utilizzare siti
industriali, viene ora allargato a tutti i siti possibili. Oltretutto
questo striminzito articolo della finanziaria stabilisce che se il sito
richiesto si trova in area portuale, l'autorizzazione concessa
rappresenta automaticamente una "variante al piano regolatore
portuale". Bersani e Di Pietro – sostiene il foglio della
Confindustria – avrebbero voluto una procedura ancora più
semplificata, però Pecoraro Scanio avrebbe "puntato piedi".
Caspita, che grinta, che determinazione! Cosa c'è dietro a
questa aberrazione? Cose molto concrete: ampliando l'iter semplificato
a tutte le aree e non solo a quelle industriali, Bersani ha cercato di
mettere una toppa all'iter procedurale del rigassificatore offshore di
Livorno, nel quale è stata utilizzata la procedura prevista
dall'articolo 8 delle legge 340/2000, benché sia una evidente e
gravissima forzatura considerare il mare un "sito industriale".
Stabilendo invece che l'eventuale autorizzazione a rigassificatori
situati in ambito portuale costituirà una automatica variazione
del piano regolatore portuale si cerca di spianare la strada a tutti i
progetti previsti nei vari porti: da Taranto a Gioia Tauro, da Trieste
a Porto Empedocle e a La Spezia. Una manovra sporca e talmente
illegittima da far saltare i nervi anche a Legambiente, che pure
esprime il consulente energetico di Bersani, tale Gianni Silvestrini
(complimenti, bella figura!).
Ma non è finita qui: qualche giorno dopo Bersani ha colpito
ancora. Il 4 ottobre ha emesso un comunicato stampa in cui informava di
aver chiesto ai suoi "colleghi", Livia Turco, Ministro della salute, e
Clemente Mastella, Ministro delle giustizia, di intervenire con
"sanzioni non solo disciplinari" sull'Ordine dei medici dell'Emilia
Romagna. Cosa aveva fatto di così tanto grave questo istituto da
far perdere le staffe a Bersani (e ai suoi amici inceneritoristi)?
Semplice, il 10 settembre aveva inviato agli amministratori locali
emiliano-romagnoli una lettera in cui li invitava, sulla base delle
risultanze di studi commissionati dall'Unione Europea e in nome del
principio di precauzione, a non concedere il nulla osta alla
costruzione di nuovi inceneritori o al raddoppio di quelli esistenti.
Nella sua missiva Bersani puntualizza che "la gravità
dell'iniziativa è accentuata dalla risonanza data dalla stampa
locale e dalla avvenuta pubblicazione su siti Internet". Insomma:
quello che ha dato fastidio è che la popolazione sia venuta a
conoscenza dei pericoli insiti negli inceneritori. Che diamine! La
gente deve essere tenuta nell'ignoranza e al massimo deve
"appassionarsi" del teatrino della politica (le puttanate di Veltroni,
le liti casareccie Mastella-Di Pietro, le finte spallate di "capelli
finti" Berlusconi, ecc.). È inconcepibile che qualcuno osi
mettere in dubbio le pseudo-verità scientifiche propinate dal
potere, tipo quelle messe in giro da gente alla Veronesi, tanto per
capirsi. Nei giorni successivi la diffusione dell'osceno comunicato, le
proteste piovute da più parti hanno costretto Bersani a fare una
parziale correzione di rotta sostenendo di non aver avuto alcuna
intenzione punitiva (ma figurati!) e arrampicandosi sugli specchi
scivolosi dello scandaloso atteggiamento governativo sui famosi
incentivi previsti dal tristemente famoso CIP6 che dovevano essere
tolti agli inceneritori ma che stranamente rimangono anche per il 2007,
più o meno mascherati.
Concludiamo con le parole con cui un gruppo di medici forlivesi ha
risposto alla lettera di Bersani: "Con queste sue intimidazioni, caro
Ministro, lei ci offre un grandissimo aiuto: chi ancora non aveva
aperto gli occhi ha avuto, con questo suo atto, un'ottima
opportunità per svegliarsi, perché è davvero
paradossale che su tematiche così delicate e complesse chi non
ha competenze specifiche, ma solo la forza del proprio potere, cerchi
di intimidire chi non ha altro interesse che preservare la salute di
tutti".
Indagator