Umanità Nova, n.35 del 4 novembre 2007, anno 87

Senza Frontiere - Brevi dal mondo


Brasile: ucciso un militante del movimento Sem Terra

Lo scorso 21 ottobre Valmir Mota de Oliveira (conosciuto come Keno) è stato assassinato a sangue freddo da una squadra armata privata. Il fatto è avvenuto mentre i militanti del MST (Movimento dei Senza Terra) stavano occupando un'area appartenente alla multinazionale svizzera Syngenta Seeds, nella zona di Santa Tereza do Oeste, Stato del Paranà. La milizia privata ha assaltato l'accampamento dei Sem terra, ferendo sei contadini e uccidendo con due colpi a bruciapelo Keno.
Da diversi mesi le continue aggressioni e intimidazioni vengono denunciate con forza da molte associazioni di difesa dei diritti umani, mentre da parte della polizia civile e federale e da parte del governo c'è una totale impunità. Quello del 21 ottobre è solo l'ultimo di una serie di omicidi compiuti contro i membri del MST e contro i contadini brasiliani.

Stati Uniti: manifestazioni contro FMI e Banca Mondiale

Venerdì 19 e sabato 20 ottobre a Georgetown, un distretto di Washington, in occasione del summit del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, la coalizione "October Rebellion" ha organizzato una mobilitazione anticapitalista e antimilitarista in contestazione al vertice. Venerdì 19 ottobre sono scese nelle piazze circa 400 persone, dividendosi in gruppi di affinità, per ostacolare i lavori ufficiali, mentre il giorno seguente un corteo di 800 persone ha attraversato la città. Il blocco anarchico è stato presente in forze sia nell'organizzazione sia nelle manifestazioni.

Palestina: la lotta contro l'apartheid continua

Venerdì 26 ottobre alcuni abitanti dei villaggi palestinesi della regione ad ovest di Ramallah , insieme agli attivisti di "Anarchici contro il muro" hanno bloccato la strada che attraversa i territori occupati e conduce a Gerusalemme. L'azione è stata compiuta per denunciare il terrorismo di stato da parte del governo israeliano contro i palestinesi che vivono lungo la strada: infatti i residenti dei villaggi, che devono percorrere la strada per necessità, vengono sottoposti a continui controlli, perquisizioni ed intimidazioni.
Durante l'azione la polizia israeliana è intervenuta per sgomberare la strada ed ha arrestato un compagno.

Nuova Zelanda: repressione di stato

In tutto il paese è iniziata il 16 ottobre una campagna repressiva di vaste proporzioni organizzata dal governo e dalla magistratura neozelandese. Tra il 16 e il 21 ottobre sono state arrestate 18 persone, tutte attive nelle mobilitazioni pacifiste ed ecologiste. Molte di esse fanno parte del "Tino Rangatiratanga", movimento di difesa dei diritti della comunità maori. I mandati di arresto sono stati emessi ad Auckland, Whakatane, Ruatoki, Hamilton, Palmerston North, Wellington e Christchurch. Per il momento l'accusa è possesso di armi e munizioni, ma la magistratura sta valutando di usare il "Terrorim Act", legge del 20002 fortemente repressiva che per il momento non era mai stata applicata.
Diversi gruppi e associazioni stanno organizzando un'ampia mobilitazione di solidarietà. In diverse città si sono già svolte o si stanno svolgendo azioni di appoggio agli arrestati e raccolta fondi per le spese legali, anche a livello internazionale.
Sabato 27 ottobre è stata lanciata la prima giornata di azione in solidarietà agli arrestati: in tutta la Nuova Zelanda sono scese in piazza circa 2000 persone e diverse migliaia hanno manifestato in Australia (ad Auckland è sfilato un corteo di 1000 persone e in altre città ci sono stati presidi e volantinaggi). Anche negli Stati Uniti, in Canada e in alcuni paesi europei vi sono state azioni di solidarietà.

A cura di Raffaele

Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org; www.mst.org.br; http://dc.indymedia.org/; www.awalls.org; www.indymedia.org.nz

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