Più volte annunciato e rimandato, il cosiddetto Pacchetto
sicurezza del governo Prodi è stato approvato dal consiglio dei
ministri del 30 ottobre. In realtà si tratta di quattro disegni
di legge, più altre norme sparse in alcuni provvedimenti in
itinere parlamentare. Una norma è stata immediatamente
però inserita in un decreto legge approvato in tutta fretta
sull'onda dell'emozione suscitata dall'omicidio della sig.ra Reggiani a
Roma: si tratta della norma che consente ai prefetti di espellere
cittadini comunitari per motivi di sicurezza pubblica. Giocoforza, in
questi giorni l'attenzione mediatica e politica si è incentrata
sulla "questione romeni". Senza voler sminuire lo smaccato tentativo di
individuare un capro espiatorio per tutti i mali della nostra
società negli zingari e negli immigrati più poveri e
marginali provenienti da quel paese, va detto con forza che i quattro
disegni di legge presentano aspetti allarmanti per quel che concerne la
quotidianità e normalità della gestione dei fatti
penalmente rilevanti. La prima impressione, ad una lettura congiunta
delle varie norme sparse nei quattro disegni legge e non solo, è
che il carcere si presenta sempre più come "discarica sociale",
da un lato, mentre assume un ruolo sempre più centrale nella
risposta che viene data al crescente disagio sociale: non solo nel
senso che chi è soggetto/vittima di questo disagio finirà
più facilmente in galera e ci resterà il più a
lungo possibile; ma anche che lo "sbattere in galera e tenerceli" certi
soggetti è presentata come risposta alla "percezione di
insicurezza" crescente. Una società precaria ed insicura viene
tranquillizzata dal fatto che certi soggetti "finiscano in galera e ci
stiano".
Andiamo con ordine. Qui analizzeremo il primo disegno di legge.
Seguirà l'analisi degli altri tre, che si occupano di reati di
particolare allarme sociale e certezza della pena; della banca dati del
DNA; di criminalità organizzata, organizzazione degli uffici
giudiziari e altre norme miscellanee. Il primo disegno di legge si
occupa, invece, della "sicurezza urbana", al fine di migliorare la
"qualità della vita" delle nostre città, combattendo la
cosiddetta "criminalità da strada" e "l'illegalità
diffusa". Di fatto, viene concesso ai sindaci di emanare provvedimenti
urgenti a tutela della "sicurezza urbana" e si prevede un più
stretto collegamento tra prefetti, sindaci, polizia e vigili urbani;
principale obiettivo è quello di permettere ai sindaci lo
sgombero di campi nomadi et similia: come si evince chiaramente dal
fatto che vengano previste specifiche conferenze con i sindaci dei
comuni limitrofi e il presidente della provincia se gli effetti del
"provvedimento urgente" possano ricadere su comuni vicini con uno
spostamento delle "attività illecite", cioè i campi
nomadi. Dopodichè, viene introdotto nell'ordinamento il reato di
"impiego di minori nell'accattonaggio" e vengono inasprite le pene per
chi utilizza minori per la commissione di reati. Ai prefetti è
concesso il potere di espellere cittadini comunitari per motivi di
"sicurezza pubblica" (come detto, questa norma è stata inserita
in un decreto legge dopo l'omicidio Reggiani). Spiega la Guida al
pacchetto sicurezza rinvenibile sul sito del ministero dell'interno che
"I motivi di pubblica sicurezza, in attuazione della direttiva europea,
sono imperativi quando il comportamento del comunitario compromette la
dignità umana o i diritti fondamentali della persona umana,
oppure compromette l'incolumità pubblica rendendo la sua
permanenza sul territorio nazionale incompatibile con l'ordinaria
convivenza". Come si può vedere, la dizione è lata e si
presta quindi ad un uso molto elastico. Merita riportare integralmente
dalla stessa Guida il capitolo intitolato: "L'allontanamento per
mancanza di mezzi di sostentamento" – "Al di là delle
questioni relative alla sicurezza pubblica, già oggi, in
attuazione della normativa europea, un cittadino comunitario non
può risiedere in Italia per più di tre mesi se non
dimostra di essere in possesso di mezzi legali di sostentamento. Se,
dunque, un cittadino straniero comunitario viene individuato sul
territorio nazionale da oltre tre mesi senza mezzi legali di
sostentamento può essere allontanato. Il problema, però,
è che in questo caso l'allontanamento, in base alle norme
europee, non comporta il divieto di reingresso. E quindi lo strumento
non è di utile applicazione. Per rendere questo strumento
più efficace, la riforma prevede che il destinatario del
provvedimento debba consegnare al Consolato italiano nello Stato Ue di
nazionalità un'attestazione di ottemperanza all'allontanamento.
L'inosservanza della consegna dell'attestazione comporta la sanzione, a
carico del cittadino Ue individuato sul territorio nazionale,
dell'arresto da uno a sei mesi e di una ammenda da 200 a 2.000 euro. In
questo modo, in sostanza, il cittadino straniero, se non vuole essere
arrestato, dovrà davvero lasciare l'Italia, mentre oggi di fatto
può non farlo perché se viene individuato nuovamente sul
territorio nazionale può sempre sostenere di essere uscito e
rientrato". Si è voluto citare integralmente il passo
perchè nella sua disarmante sincerità chiarisce come la
povertà sia considerata sinonimo di colpevolezza. Infine, pene
inasprite per chi "danneggia i muri", cioè ci scrive o disegna
sopra e per gli occupanti abusivi del suolo pubblico: il tutto a tutela
del "decoro urbano". Qui davvero la tragedia si converte in farsa:
chioschi abusivi e graffitari sarebbero emergenze urbane? Non sono
altri i problemi di ogni grande città italiana? Le sterminate
periferie di Roma non chiedono ben altri interventi? Ma Rutelli e
Veltroni da quanti anni sono sindaci di Roma? E così su e
giù per la penisola: centri città trasformati in salotti
e le periferie spesso prive dei minimi servizi. E ora si puniscono
duramente coloro che scrivono sui muri del salotto buono o mandano
avanti qualche chiosco abusivo. Con un richiamo al concetto di "decoro
urbano" che ricorda tanto la "pubblica morale" di un'italietta
clerico-fascista e rancorosa che sembrava consegnata alla storia, ma
che invece non muore mai. Anzi: è viva e vegeta e detta la
linea (1 – continua).
W.B.