Le commissioni parlamentari d'inchiesta non sono mai servite a
nulla. È uno dei modi che il parlamento ha per non risolvere un
problema.
Le prime furono create nel 1948 "Sulla disoccupazione" e "Sulla miseria
in Italia e sui mezzi per combatterla". Non ci sembra che, neanche a
distanza di 60 anni, abbiano avuto alcun effetto.
È dal 20 dicembre 1962 che esiste in Italia una commissione
parlamentare d'inchiesta "Sul fenomeno della mafia" e, tranne che
fornire nella presente legislatura un comodo scranno da cui fugare gli
eventuali sospetti di connivenze mafiose a Vito e a Pomicino, non ci
sembra abbia mai avuto altra funzione.
In effetti, alcune di queste commissioni, una funzione l'hanno avuta:
quella di gestire qualche scandalo che avesse indignato o preoccupato
l'opinione pubblica, facendo finta che il Parlamento se ne
interessasse, facendo quindi decantare l'attenzione sull'argomento ed
infine consegnando il tutto alle spiegazioni fornite sul tema da chi
fosse in maggioranza in parlamento e quindi nella stessa commissione
d'inchiesta. Questa è stata la sorte delle commissioni
d'inchiesta che si sono succedute sulla ricostruzione seguita al
terremoto del Belice, sulle tangenti nella costruzione dell'Aeroporto
di Fiumicino, su Moro, sulla P2, su Sindona, e via scorrendone l'elenco.
Per questo motivo siamo sicuri che non sarebbe servita assolutamente a
nulla la commissione d'inchiesta sul comportamento della polizia
durante il G8 di Genova nel 2001.
In questi stessi giorni una magistratura ossequiosa chiede 16 anni per
chi, in quelle giornate, ha lanciato una molotov. Tanto per fare un
paragone, per una rapina a mano armata condannano, in genere, a non
più di 6 anni. Ricordiamo che le violenze di cui sono accusati
gli imputati sono sostanzialmente nei confronti di cose inanimate e
senza cuore (come banche e galere) e non di persone.
Contemporaneamente appare sempre più probabile la prescrizione
per poliziotti, carabinieri ed agenti di custodia, colpevoli di
violenze gravissime ai danni di persone inermi, di aver fabbricato
prove contro innocenti e di essere riusciti a manipolare le prove a
loro carico. Non ci interessa la galera per nessuno, neanche per questi
criminali, che del resto sono stati già premiati e promossi dai
loro mandanti.
Strideva, per un governo che ha sempre proclamato la propria
estraneità alla gestione da "macelleria messicana" delle
giornate di Genova 2001, una simile disparità di trattamento tra
la richiesta di 225 anni di galera per i manifestanti fermati e la
prescrizione per i poliziotti.
Nulla di meglio che la creazione di una commissione d'inchiesta che non
avrebbe risolto nulla pur facendo finta di fare qualcosa.
Nella commissione parlamentare che avrebbe dovuto decidere il relatore
del progetto di legge sull'istituzione di questa commissione
d'inchiesta però due partiti della maggioranza (l'Udeur di
Mastella e l'Italia dei Valori di Di Pietro) hanno votato contro
l'istituzione di questa commissione, la cui sorte è d'improvviso
divenuta incerta.
Vedremo come finirà in aula questa squallida vicenda, giocata
sulla pelle di Carlo Giuliani e di tutti quelli che a Genova sono stati
brutalmente pestati.
L'unica nota di colore è il pentimento di Franca Rame, che nelle
scorse elezioni ha fatto la campagna elettorale proprio per l'Italia
dei Valori, riuscendo anche ad essere eletta senatrice con quel
partito. Non è da escludere che il suo impegno elettorale abbia
portato qualche voto e qualche deputato in più al gruppo
parlamentare. Magari proprio quel deputato che ha consentito la
bocciatura della proposta di istituzione della commissione d'inchiesta.
Ci auguriamo che non si sia pentita solo dell'Italia dei Valori, ma
abbia compreso la stupidità di voler cambiare le cose attraverso
il parlamentarismo.
Speriamo solo che il marito non scriva "Morte accidentale di un
no-global", visto che nell'accidentalità dell'evento, stavolta
ha una responsabilità anche sua moglie.
FRK