Si sta svolgendo in questi giorni, al confine tra Stati Uniti e
Messico, un no-border camp (5-11 novembre) organizzato da diverse
associazioni e gruppi sia statunitensi sia messicani (tra cui alcuni
gruppi anarchici). L'obiettivo del campeggio è quello di creare
reti di solidarietà e autorganizzazione contro il razzismo di
stato dei governi Bush e Calderon, contro le frontiere e per la
libertà di movimento. In questi anni migliaia di migranti sono
morti cercando di emigrare dal Messico verso gli Stati Uniti, sul cui
confine ora è stato costruito un muro sorvegliato da guardie
armate pronte a sparare su chiunque. Il campeggio prevede sia incontri
e dibattiti, sia azioni dirette; il primo giorno è stata
organizzata una marcia fino alla cittadina di Holtiville, dove vi sono
400 tombe senza nome, in cui sono sepolti coloro che sono morti
cercando di oltrepassare il confine e non sono mai stati identificati.
Altre azioni verranno portate avanti nei prossimi giorni.
Il 2 novembre è stato il primo anniversario della battaglia
di "Todos Santos", che vide insorgere la popolazione di Oaxaca contro
la polizia militare in difesa di Radio Universidad. La rivolta di
Oaxaca fu seguita da una brutale repressione da parte del governo, che
fece arrestare centinaia di persone, molte delle quali sono ancora
rinchiuse nelle galere messicane. Lo scorso 2 novembre un imponente
manifestazione ha attraversato la città per ricordare i fatti e
per pretendere la liberazione di tutti i prigionieri. La polizia ha
risposto ancora una volta con la repressione, fermando circa 40
persone, che sono state in seguito rilasciate, e ferendone molte altre.
Venerdì 2 novembre si sono svolta a Tel Aviv un'importante
iniziativa, sostenuta e partecipata in maniera significativa dal gruppo
israeliano "Anarchists against the wall (anarchici contro il muro).
Migliaia di persone sono scese in corteo e hanno manifestato di fronte
alla Knesset (il parlamento israeliano) in solidarietà ai
richiedenti asilo provenienti dal Darfur e da altre zone di guerra, che
vengono sistematicamente respinti nei paesi d'origine dal governo
israeliano. I dimostranti hanno protestato contro le deportazioni e
richiesto l'accoglimento di tutte le richieste d'asilo. La
mobilitazione contro il muro dell'apartheid intanto non si arresta,
anzi si allarga a nuove zone nei territori occupati e coinvolge un
numero sempre crescente di persone.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org;
http://noborderscamp.org; http://mexico.indymedia.org;
http://www.awalls.org