Nell'Italia invasa dall'isteria securitaria, in realtà i
reati continuano a diminuire: gli ultimi dati diffusi dal Ministero
degli Interni dicono che tra il 1993 e il 2006, il numero degli
omicidi, ma anche quelli dei furti in appartamento e degli scippi si
sono più che dimezzati. Davanti a queste cifre, il brillante
Rutelli non ha saputo rispondere di meglio che "il problema è
quello della percezione della situazione della sicurezza" e quindi che
in nome di questa percezione è giusto approvare i provvedimenti
draconiani e liberticidi che il Governo Prodi si sta apprestando a
varare nel pacchetto-sicurezza.
Quello che Rutelli non ha detto è che "la percezione della
sicurezza" non proviene dal cielo e non è frutto dell'esperienza
quotidiana delle persone, ma piuttosto il risultato di una ben
calcolata operazione mediatica che ci vuole persuadere che viviamo in
tempi bui e spaventosi e che solo uno Stato muscoloso e feroce ci
potrà difendere dai malvagi che ci assediano in ogni angolo. Nel
lavaggio del cervello che ci fanno ogni giorno per farci credere alla
necessità di leggi ancora più repressive, la cronaca nera
fa la parte del leone e non manca il caso del giorno destinato a
catalizzare l'interesse morboso dei telespettatori, per cui l'omicidio
di Perugia prende il posto dell'omicidio di Garlasco che a sua volta
aveva preso il posto di quello di Cogne…
Ci sono casi, però, che durano poco e che spariscono rapidamente
dai giornali e dai tg. Com'è successo con Angelo Spagnoli, 52
anni, ex ufficiale dell'Esercito e tiratore scelto, che la sera del 3
novembre a Guidonia ha seminato il terrore, sparando tra la folla,
dalla sua abitazione e si è arreso a polizia e carabinieri dopo
due ore e dopo aver ucciso Giuseppe Di Gianfelice e aver ferito altre
otto persone, di cui tre in gravi condizioni. Tutto era cominciato
intorno alle 19, quando Giuseppe Di Gianfelice, sua moglie e sua figlia
hanno visto delle fiamme sul terrazzo di un appartamento, ed hanno
iniziato a suonare ai citofoni del palazzo per avvisare del pericolo.
Non potevano sapere che ad appiccare il rogo sul balcone con delle
taniche di benzina era stato Spagnoli. L'uomo ha urlato ai tre di farsi
i fatti loro e ha iniziato a sparare: ha colpito Giuseppe Di Gianfelice
e sua moglie, mentre la figlia si è salvata per un soffio. I tre
sono stati solo i primi bersagli del cecchino, che si è accanito
contro passanti, forze dell'ordine e sanitari intervenuti per
soccorrere i feriti, ha persino sparato a due bambine di 4 e 5 anni,
sorelle, che si trovavano in auto con i genitori.
Quando dopo 2 ore i reparti speciali dei Carabinieri sono riusciti a
catturarlo, hanno trovato nella terrazza della sua abitazione una sorta
di bunker circondato da filo spinato, sacchi di sabbia alternati a
barili di benzina e postazioni per sparare e per accedervi una serie di
trappole esplosive (ne sono state contate ben dieci). S'è
scoperto anche che Spagnoli stava solo effettuando una sorta di prova
di un lanciafiamme artigianale che ha fatto divampare un incendio nel
balcone della sua casa, che si trova proprio sotto il bunker che aveva
costruito, facendo accorrere alcuni automobilisti che casualmente
passavano di là. Tra questi proprio la vittima, Giuseppe Di
Gianfelice, che viste le fiamme si era preoccupato di fermare l'auto e
correre a vedere se quell'uomo in balcone avesse bisogno di aiuto. Ma
dopo il primo scambio di battute l'uomo è stato centrato in
fronte dall'ex ufficiale.
È venuto fuori anche che Spagnoli aveva regolarmente denunciato
le armi ed era in possesso di un regolare porto d'armi. Per quanto,
infatti, l'uomo fosse stato congedato dall'Esercito per non meglio
precisati "problemi psichici" era stato l'Ospedale Militare del Celio
ad aver rilasciato il certificato medico necessario per il rilascio del
porto d'armi.
A questo punto, il caso del Capitano Spagnoli è sparito
immediatamente dalle cronache: era un po' troppo imbarazzante spiegare
che lo Stato che dovrebbe proteggere i suoi cittadini non esita a
lasciare in giro armato fino ai denti un tiratore scelto (cioè
un assassino professionista particolarmente bene addestrato)
psichicamente instabile. D'altra parte, in Italia avere un porto d'armi
è sempre più facile. Una semplice serie di circolari
ministeriali durante l'ex Governo Berlusconi ha infatti "snellito" le
procedure per avere un porto d'armi "per difesa personale" e solo tra
il 2001 e il 2005 sono aumentati di quasi il 70% i porti d'arma
rilasciati. Hanno ringraziato
le industrie produttrici di armi leggere che con la diminuzione del
numero dei cacciatori stavano iniziando ad andare in crisi. Nel
frattempo, la vita di tutti noi è diventata un po' più
insicura (davvero…): la diffusione delle armi da fuoco è
infatti proporzionale all'aumento dei crimini violenti, particolarmente
di quelli che si consumano in ambito familiare o dovuti a crisi mentali
(come nel caso Spagnoli). E non è un caso che mentre le
statistiche dicono che in Italia stanno diminuendo tutte le tipologie
di omicidi legati alla criminalità, stanno aumentando gli
omicidi famigliari che nel 2006 hanno raggiunto la cifra record di 192
vittime, la metà delle quali uccise con "armi regolarmente
detenute". Come quelle del Capitano Spagnoli…
robertino