Martedì 6 novembre, dopo un'affollata assemblea serale
svoltasi presso Il Presidio permanente, 400/500 persone hanno iniziato
il blocco delle due entrate dell'aeroporto Dal Molin, quella militare
in viale Ferrarin e quella civile in via S. Antonino, al fine di
impedire l'accesso agli addetti incaricati dei lavori di bonifica
dell'area, fase preliminare necessaria per l'avvio della costruzione
della base Usa, previsto tra la fine di dicembre e l'inizio dell'anno
nuovo. Poco prima delle 23,30, un militare dell'aeronautica italiana,
intenzionato ad entrare ad ogni costo, ha travolto con la propria auto
tre attivisti No dal Molin, tanto che per lui viene ipotizzata una
denuncia per tentato omicidio, per omissione di soccorso e per le
lesioni procurate a Francesco, uno dei portavoce del Presidio,
ricoverato in ospedale.
L'indomani, tutte le cosiddette autorità hanno condannato
l'inizio dei blocchi; in testa l'assessore alla sicurezza, Valerio
Sorrentino, che ha sentenziato come ormai il Dal Molin è un
problema di ordine pubblico, mentre la questura ha anticipato denunce
contro i partecipanti al blocco per manifestazione non autorizzata,
violenza privata, etc.
Dopo tre giorni di blocco, a cui hanno partecipato anche aderenti al
Comitato Vicenza Est, un primo risultato è stato però
conseguito: i responsabili delle ditte Abc General Engineering Sas di
Firenze, la cui sede era stata oggetto di azioni dirette e proteste, e
la Strago Srl di Pozzuoli, entrambe assegnatarie degli appalti per la
bonifica, hanno annunciato una sospensione dei lavori in quanto "sono
venute a mancare le condizioni di sicurezza". Se otterranno garanzie a
riguardo (e magari un sovrapprezzo per il disturbo) continueranno
l'attività di bonifica dei 400 mila metri quadrati del Dal
Molin, altrimenti potrebbero rinunciare del tutto all'appalto.
Ma, aldilà del significativo ritardo dei lavori, l'iniziativa ha
il merito d'aver posto all'attenzione collettiva tutto quello che si
sta movendo attorno al vecchio aeroporto civile, destinato a divenire
una struttura militare strategica.
Il Tar del Lazio ha intanto respinto un secondo ricorso, annullando
l'istanza di sospensiva urgente presentata dai Verdi di Vicenza (in
aperto dissenso con i vertici nazionali del loro partito e col ministro
Pecoraro Scanio) e da alcuni rappresentanti dei comitati; secondo tale
ricorso la costruzione non era legittima per vari ordini di motivi, sia
perché in contrasto con la Costituzione sia in quanto viziato da
violazioni e illeciti amministrativi.
La presunta illegalità della Ederle 2 si è quindi
dimostrata, prevedibilmente, una carta di poco valore; d'altra parte
tutta la vicenda del Dal Molin dimostra che i governi non temono certo
di compiere atti fuori dalla cosiddetta legalità da loro tanto
celebrata, soprattutto quando sono in ballo scelte militari subordinate
agli Stati Uniti.
Ma aldilà di questo responso, resta aperto il problema del
destino dello scalo aeroportuale civile e degli interessi economici ad
esso legati, tanto che ora persino il presidente della Aeroporti
Vicentini Spa e quello della locale Camera di Commercio stanno
contestando e premendo sul commissario straordinario Costa.
A metà ottobre, sulla stampa cittadina era apparsa la notizia
che c'erano nuove e importanti prospettive di sviluppo per
l'aerostazione civile da anni sottoutilizzata, a partire
dall'ottenimento della classificazione di "aeroporto aperto al traffico
internazionale extra-Schengen". Inoltre era stato predisposto un posto
di polizia doganale ed erano state avviate presso l'Enac altre
procedure per il riconoscimento di ulteriori certificazioni e permessi,
tra cui quello per l'attività di scuola di pilotaggio. In tale
prospettiva di rilancio, la Aeroporti Vicentini Spa aveva già
acquisito tutte le attrezzature necessarie alla movimentazione e alla
gestione aeromobili, nonché per i servizi connessi.
Infatti, l'ipotesi fino ad allora prevalente era che l'aeroporto,
nonostante la militarizzazione Usa, sarebbe rimasto anche a
disposizione per la prosecuzione e lo sviluppo del traffico civile; ma
a fine ottobre è arrivata la doccia fredda: l'aeroporto civile,
bene che vada, sarà attivabile tra quattro anni, ossia dopo la
completa costruzione della base militare.
Il presidente della Aeroporti Vicentini Spa, Sbalchiero, e il
presidente della Camera di Commercio che ne è socio di
maggioranza, Menarin, a quel punto hanno perso le staffe, piangendo sui
cospicui investimenti effettuati e i relativi sogni d'affari. Tra
l'altro, lamentano che era stato presentato un aumento del capitale
della Spa e che stavano arrivando investitori esteri, anche in
relazione a possibili sinergie con l'aeroporto Catullo di Verona. Per
questi motivi, adesso chiedono un risarcimento per i previsti quattro
anni d'inattività e quindi di mancati profitti, a fronte di una
sostanziosa quanto infruttuosa esposizione di capitali.
In fondo, se lor signori avessero ascoltato quanto dicevano gli
oppositori alla nuova base, ora non si troverebbero a questo punto.
Come potevano credere che gli Stati Uniti, dopo l'Undici Settembre,
avrebbero potuto permettere a degli aerei civili di svolazzare da una
delle loro più importanti basi militari in Europa?!
E chi dovrebbe assicurarlo tale illusorio risarcimento? Il sindaco e il
presidente della provincia, ovviamente, fanno orecchi da mercante pur
risultando anch'essi soci della Spa; silenzio completo pure dal governo
italiano. Mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti, realisticamente,
nessuno prova neanche ad accennare una simile ipotesi.
D'altra parte, l'occupazione militare Usa del Dal Molin sarà
completa, dato che verrà ritirato persino l'ultimo residuo
dell'aviazione militare italiana, ossia ciò che resta del
10° Elicotteristi, a cui appartiene l'investitore di manifestanti.
L'assessore comunale Cicero aveva sostenuto orgogliosamente il
contrario, ma la direttiva del capo di stato maggiore è chiara,
dettata da motivi di economia. Anche il Dal Molin militare è
perciò destinato alla dismissione e questo rende ancora
più improbabile una futura utilizzazione civile dello stesso,
dato che era proprio l'Aeronautica Militare italiana a dover farsi
carico della gestione del controllo aereo nello scalo rinnovato e
ampliato.
Il Dal Molin può essere soltanto una Ederle-2, questo ormai
è evidente: al presidente della Camera di Commercio e al padrone
della Aeroporti Vicentini non rimane che unirsi ai prossimi blocchi,
sempre che siano almeno capaci di fare la polenta per tutti.
mk