Della truffa del gas scoperta dai giudici milanesi non si parla
molto; è difficile infatti trovare sulla "grande stampa"
informazioni su questo argomento così delicato sia perché
riguarda uno dei maggiori gruppi italiani, una multinazionale che
riversa sui media una quantità enorme di pubblicità, sia
perché coinvolge la politica energetica nazionale che muove
interessi immensi e provoca battaglie fra le popolazioni interessate ai
mega progetti e le multinazionali del settore. Proprio per questo
ritengo sia necessario soffermarsi un attimo sulla "grande truffa del
gas" scoperta dai giudici milanesi.
Innanzitutto i fatti. Nel maggio 2007 la Guardia di Finanza compie una
serie di perquisizioni presso la sede del gruppo ENI (Snam rete gas e
Italgas) e di alcune società distributrici di gas (AEM e
Arcalgas) nell'ambito dell'inchiesta sugli strumenti di misura dei
volumi di gas naturale importato in Italia, iniziata un anno prima da
due giudici milanesi. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere
finalizzata alla truffa, violazione della legge sulle accise, ostacolo
alle attività di vigilanza, uso e detenzione di strumenti di
misurazione falsificati. Fra gli indagati, il numero uno di ENI, il
già tangentista Scaroni, di AEM, Zuccoli, oltre ad altri
dirigenti e manager. Qualche mese dopo si scopre che fra gli indagati
ci sono anche cinque funzionari del MiSE (Ministero dello Sviluppo
Economico, oggi guidato da Bersani) e gli amministratori delegati di
tre aziende produttrici dei misuratori venturimetrici, utilizzati per
la truffa: Actaris, Fimigas e Fiorentini spa. In breve: l'accusa
sostiene che il metodo di misurazione del gas utilizzato in Italia
"deve ritenersi vietato" e che negli anni si è sviluppato un
sistema fraudolento, fondato sull'accordo fra società di
importazione e distribuzione del gas e Ministero dello Sviluppo
Economico che avrebbe dovuto controllare ma che non controllava proprio
niente. Il documento dal quale sembra essere partita l'inchiesta
è un'audit sulle perdite di rete realizzato nel 2005 da una
società indipendente, la Nera Consulting, su richiesta di Snam e
Italgas. Nell'originale il documento rivelava che i sistemi utilizzati
per la misurazione da Snam (misuratori venturimetrici) erano illegali
ma la versione resa pubblica era stata depurata da questa scottante
verità. La Nera colsunting rivelava anche che le perdite di
rete, cioè il gas che "sparisce" durante il trasporto, erano
fatte pagare al consumatore finale e non una ma due volte: "una prima
volta nella tariffa di vettoriamento e una seconda nel prezzo di
vendita". Insomma: la Snam e l'Italgas, cioè l'ENI, almeno dal
2005 sapevano di truffare i consumatori grandi e piccoli ma si erano
ben guardati dal prendere provvedimenti. Ma l'inchiesta dei giudici
milanesi tocca anche un altro argomento estremamente delicato: quanto
gas viene realmente importato in Italia? La loro attenzione si è
incentrata sul sistema venturimetrico installato nell'impianto Snam di
Mazara del Vallo, dal quale entra in Italia il gas importato
dall'Algeria. Ebbene questo impianto è risultato privo dei
sigilli doganali, che garantiscono l'impossibilità della sua
manomissione. Per di più la Guardia di Finanza ha scoperto che i
verbali di misurazione erano stati arbitrariamente corretti. Le
correzioni riguarderebbero dalle 3mila alle 5mila tonnellate
giornaliere di gas. In soldoni: annualmente da 1 a 1,8 milioni di
tonnellate di gas provenienti dall'Algeria non sono state
contabilizzate (e quindi su di esse la Snam non ha pagato i diritti
doganali).
Riassumendo: l'ENI, tramite le sue controllate Snam e Italgas, avrebbe
truffato lo Stato non dichiarando una quota importante del gas
proveniente dall'Algeria e quindi non pagandoci i diritti doganali.
Sempre l'ENI e altre società distributrici come AEM e Arcalgas
hanno truffato i consumatori finali gonfiando le bollette. Il tutto con
il benestare del MiSE che doveva controllare ma che delegava i
controlli ai controllati… È bene sapere che in Italia
funzionano circa 200 misuratori venturimetrici utilizzati da circa 130
aziende distributrici. Quindi le falsificazioni in bolletta non
riguardano solo Snam, AEM e Arcalgas.
A questo punto alcune considerazioni. Innanzitutto la portata della
truffa: secondo i periti nominati dai giudici milanesi Snam gonfia le
bollette ai consumatori finali di circa il 6%, vale a dire circa 2
miliardi di euro l'anno pari a circa 100 euro l'anno per ogni
contribuente (stima di Federconsumatori). Il fatto è che questa
rapina è nota da tempo: le bollette del gas in Italia sono di
circa il 30% più care della media europea (1300 euro l'anno
contro 970 euro l'anno). Si tratta di una rapina che non ha alcuna
spiegazione logica giacché gli altri Stati europei comprano il
gas dagli stessi esportatori dal quale lo comprano gli italiani, e
cioè Russia e Algeria soprattutto. E allora: perché
nessuno lancia una campagna per smascherare questa rapina? La risposta
è purtroppo semplice: la politica energetica in Italia, oggi
come ieri e come sempre, non la fanno i burattini che siedono in
parlamento ma i burattinai che gestiscono le grandi multinazionali
energetiche: ENI, ENEL, Edison, CIR, ecc. Con i soldi rapinati agli
italiani queste società stanno facendo shopping di centrali,
anche nucleari, e aziende in tutta Europa, con il beneplacito di tutti
i partiti e sindacati di Stato che evidentemente hanno il loro
tornaconto a far finta di niente…
Una seconda considerazione è doverosa: ma di cosa si parla? Di
cosa parliamo quando si discute di politica energetica, quando si danno
i numeri che disegnano il fabbisogno energetico e quindi anche di
gasdotti, di rigassificatori, di centrali elettriche, che stimano le
produzioni necessarie, che indicano gli obiettivi: di cosa stiamo
parlando se i numeri sono così chiaramente falsificati? La
leggenda metropolitana, che probabilmente leggenda non è vista
l'inchiesta dei giudici milanesi, narra che nelle nostre case, assieme
al gas, arriva anche tanta aria. Ecco proprio aria fritta, questi sono
i discorsi sulla politica energetica in Italia. È amaro e
sconfortante doverlo constatare ma è così. Aria fritta e
nulla più: la sostanza sta solo nei profitti, enormi, delle
multinazionali energetiche che sembrano capaci di comprarsi tutto e
tutti, fuorché le tante popolazioni che difendono con le unghie
il loro diritto alla salute.
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