Umanità Nova, n.38 del 25 novembre 2007, anno 87

ENI & C. La truffa del gas


Della truffa del gas scoperta dai giudici milanesi non si parla molto; è difficile infatti trovare sulla "grande stampa" informazioni su questo argomento così delicato sia perché riguarda uno dei maggiori gruppi italiani, una multinazionale che riversa sui media una quantità enorme di pubblicità, sia perché coinvolge la politica energetica nazionale che muove interessi immensi e provoca battaglie fra le popolazioni interessate ai mega progetti e le multinazionali del settore. Proprio per questo ritengo sia necessario soffermarsi un attimo sulla "grande truffa del gas" scoperta dai giudici milanesi.
Innanzitutto i fatti. Nel maggio 2007 la Guardia di Finanza compie una serie di perquisizioni presso la sede del gruppo ENI (Snam rete gas e Italgas) e di alcune società distributrici di gas (AEM e Arcalgas) nell'ambito dell'inchiesta sugli strumenti di misura dei volumi di gas naturale importato in Italia, iniziata un anno prima da due giudici milanesi. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, violazione della legge sulle accise, ostacolo alle attività di vigilanza, uso e detenzione di strumenti di misurazione falsificati. Fra gli indagati, il numero uno di ENI, il già tangentista Scaroni, di AEM, Zuccoli, oltre ad altri dirigenti e manager. Qualche mese dopo si scopre che fra gli indagati ci sono anche cinque funzionari del MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico, oggi guidato da Bersani) e gli amministratori delegati di tre aziende produttrici dei misuratori venturimetrici, utilizzati per la truffa: Actaris, Fimigas e Fiorentini spa. In breve: l'accusa sostiene che il metodo di misurazione del gas utilizzato in Italia "deve ritenersi vietato" e che negli anni si è sviluppato un sistema fraudolento, fondato sull'accordo fra società di importazione e distribuzione del gas e Ministero dello Sviluppo Economico che avrebbe dovuto controllare ma che non controllava proprio niente. Il documento dal quale sembra essere partita l'inchiesta è un'audit sulle perdite di rete realizzato nel 2005 da una società indipendente, la Nera Consulting, su richiesta di Snam e Italgas. Nell'originale il documento rivelava che i sistemi utilizzati per la misurazione da Snam (misuratori venturimetrici) erano illegali ma la versione resa pubblica era stata depurata da questa scottante verità. La Nera colsunting rivelava anche che le perdite di rete, cioè il gas che "sparisce" durante il trasporto, erano fatte pagare al consumatore finale e non una ma due volte: "una prima volta nella tariffa di vettoriamento e una seconda nel prezzo di vendita". Insomma: la Snam e l'Italgas, cioè l'ENI, almeno dal 2005 sapevano di truffare i consumatori grandi e piccoli ma si erano ben guardati dal prendere provvedimenti. Ma l'inchiesta dei giudici milanesi tocca anche un altro argomento estremamente delicato: quanto gas viene realmente importato in Italia? La loro attenzione si è incentrata sul sistema venturimetrico installato nell'impianto Snam di Mazara del Vallo, dal quale entra in Italia il gas importato dall'Algeria. Ebbene questo impianto è risultato privo dei sigilli doganali, che garantiscono l'impossibilità della sua manomissione. Per di più la Guardia di Finanza ha scoperto che i verbali di misurazione erano stati arbitrariamente corretti. Le correzioni riguarderebbero dalle 3mila alle 5mila tonnellate giornaliere di gas. In soldoni: annualmente da 1 a 1,8 milioni di tonnellate di gas provenienti dall'Algeria non sono state contabilizzate (e quindi su di esse la Snam non ha pagato i diritti doganali).
Riassumendo: l'ENI, tramite le sue controllate Snam e Italgas, avrebbe truffato lo Stato non dichiarando una quota importante del gas proveniente dall'Algeria e quindi non pagandoci i diritti doganali. Sempre l'ENI e altre società distributrici come AEM e Arcalgas hanno truffato i consumatori finali gonfiando le bollette. Il tutto con il benestare del MiSE che doveva controllare ma che delegava i controlli ai controllati… È bene sapere che in Italia funzionano circa 200 misuratori venturimetrici utilizzati da circa 130 aziende distributrici. Quindi le falsificazioni in bolletta non riguardano solo Snam, AEM e Arcalgas.
A questo punto alcune considerazioni. Innanzitutto la portata della truffa: secondo i periti nominati dai giudici milanesi Snam gonfia le bollette ai consumatori finali di circa il 6%, vale a dire circa 2 miliardi di euro l'anno pari a circa 100 euro l'anno per ogni contribuente (stima di Federconsumatori). Il fatto è che questa rapina è nota da tempo: le bollette del gas in Italia sono di circa il 30% più care della media europea (1300 euro l'anno contro 970 euro l'anno). Si tratta di una rapina che non ha alcuna spiegazione logica giacché gli altri Stati europei comprano il gas dagli stessi esportatori dal quale lo comprano gli italiani, e cioè Russia e Algeria soprattutto. E allora: perché nessuno lancia una campagna per smascherare questa rapina? La risposta è purtroppo semplice: la politica energetica in Italia, oggi come ieri e come sempre, non la fanno i burattini che siedono in parlamento ma i burattinai che gestiscono le grandi multinazionali energetiche: ENI, ENEL, Edison, CIR, ecc. Con i soldi rapinati agli italiani queste società stanno facendo shopping di centrali, anche nucleari, e aziende in tutta Europa, con il beneplacito di tutti i partiti e sindacati di Stato che evidentemente hanno il loro tornaconto a far finta di niente…
Una seconda considerazione è doverosa: ma di cosa si parla? Di cosa parliamo quando si discute di politica energetica, quando si danno i numeri che disegnano il fabbisogno energetico e quindi anche di gasdotti, di rigassificatori, di centrali elettriche, che stimano le produzioni necessarie, che indicano gli obiettivi: di cosa stiamo parlando se i numeri sono così chiaramente falsificati? La leggenda metropolitana, che probabilmente leggenda non è vista l'inchiesta dei giudici milanesi, narra che nelle nostre case, assieme al gas, arriva anche tanta aria. Ecco proprio aria fritta, questi sono i discorsi sulla politica energetica in Italia. È amaro e sconfortante doverlo constatare ma è così. Aria fritta e nulla più: la sostanza sta solo nei profitti, enormi, delle multinazionali energetiche che sembrano capaci di comprarsi tutto e tutti, fuorché le tante popolazioni che difendono con le unghie il loro diritto alla salute.

Indagator



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