Umanità Nova, n.38 del 25 novembre 2007, anno 87

Slovenia. 50.000 in piazza


Sabato 17 novembre, in concomitanza con la manifestazione di Genova, si è svolto un grande corteo a Lubiana (capitale della Slovenia), che ha visto scendere in piazza 50.000 persone, un numero enorme se si pensa che tutta la Slovenia ha circa 2 milioni di abitanti. Infatti è stato il corteo di protesta più grande di tutta la storia jugoslava. La manifestazione, organizzata dai principali sindacati sloveni, era finalizzata ad un aumento generalizzato delle paghe ed in generale contro le politiche economiche del governo di centrodestra di Janez Janša. Di fronte al grande sbando interno della politica slovena (pochi giorni fa è stato eletto presidente della repubblica un esponente della coalizione di centrosinistra e il governo attuale è in crisi), i sindacati hanno dichiarato protesta generale. Il "blocco autonomo", composto dagli studenti della "Tribuna Autonoma", dai compagni e dalle compagne anarchici e anarchiche e da altre componenti radicali, ha raccolto circa 500 persone. Ha fatto un breve percorso autonomamente e si è poi unito al corteo principale. Chiaramente la piattaforma, i volantini e gli slogan del blocco autonomo erano molto più radicali rispetto a quelli dei sindacati e puntavano sull'opposizione al governo, allo stato e al capitalismo. Lo striscione d'apertura del blocco recava la scritta "Sabbia non olio nel motore del capitalismo", efficace slogan che i compagni sloveni hanno giustamente "preso in prestito" dalle manifestazioni antimilitariste della FAI di qualche tempo fa. Dietro allo striscione anarchico erano presenti anche alcuni compagni e compagne di Trieste ed altri provenienti dall'Austria e dalla Serbia. Durante i comizi iniziali è stata inoltre ricordata la manifestazione di Genova e la repressione contro coloro che si opposero al G8 nel 2001.
La situazione slovena è praticamente allo sfascio: politicamente perché ad un governo di centrodestra (e con sfumature neofasciste) si oppone un presidente della repubblica socialdemocratico. Ormai la crisi è manifesta, ma i signori del potere non sono intenzionati a cedere. Dal punto di vista economico e sociale la situazione è ancora più grave: l'indiscriminata politica di privatizzazione e l'inflazione galoppante hanno iniziato a scardinare anche il sistema  di welfare e quello scolastico. Le paghe dei lavoratori rimangono molto basse nonostante il notevole progresso economico e per questo diversi settori della società, sia fra i lavoratori sia fra gli studenti, sono in agitazione.
Invece la situazione del movimento è in fermento: c'è grande attivismo e vi sono molti giovani che frequentano l'infoshop anarchico (alla fine del corteo quasi 100 persone hanno pranzato negli spazi – non enormi – dei compagni), che si trova all'interno di un grande centro sociale – il Metelkova.
Il prossimo obiettivo di mobilitazione è il progetto di costruzione di una base NATO vicino alla centrale nucleare di Krsko.

Luca e Raffaele



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