Sabato 17 novembre, in concomitanza con la manifestazione di Genova,
si è svolto un grande corteo a Lubiana (capitale della
Slovenia), che ha visto scendere in piazza 50.000 persone, un numero
enorme se si pensa che tutta la Slovenia ha circa 2 milioni di
abitanti. Infatti è stato il corteo di protesta più
grande di tutta la storia jugoslava. La manifestazione, organizzata dai
principali sindacati sloveni, era finalizzata ad un aumento
generalizzato delle paghe ed in generale contro le politiche economiche
del governo di centrodestra di Janez Janša. Di fronte al grande
sbando interno della politica slovena (pochi giorni fa è stato
eletto presidente della repubblica un esponente della coalizione di
centrosinistra e il governo attuale è in crisi), i sindacati
hanno dichiarato protesta generale. Il "blocco autonomo", composto
dagli studenti della "Tribuna Autonoma", dai compagni e dalle compagne
anarchici e anarchiche e da altre componenti radicali, ha raccolto
circa 500 persone. Ha fatto un breve percorso autonomamente e si
è poi unito al corteo principale. Chiaramente la piattaforma, i
volantini e gli slogan del blocco autonomo erano molto più
radicali rispetto a quelli dei sindacati e puntavano sull'opposizione
al governo, allo stato e al capitalismo. Lo striscione d'apertura del
blocco recava la scritta "Sabbia non olio nel motore del capitalismo",
efficace slogan che i compagni sloveni hanno giustamente "preso in
prestito" dalle manifestazioni antimilitariste della FAI di qualche
tempo fa. Dietro allo striscione anarchico erano presenti anche alcuni
compagni e compagne di Trieste ed altri provenienti dall'Austria e
dalla Serbia. Durante i comizi iniziali è stata inoltre
ricordata la manifestazione di Genova e la repressione contro coloro
che si opposero al G8 nel 2001.
La situazione slovena è praticamente allo sfascio: politicamente
perché ad un governo di centrodestra (e con sfumature
neofasciste) si oppone un presidente della repubblica
socialdemocratico. Ormai la crisi è manifesta, ma i signori del
potere non sono intenzionati a cedere. Dal punto di vista economico e
sociale la situazione è ancora più grave:
l'indiscriminata politica di privatizzazione e l'inflazione galoppante
hanno iniziato a scardinare anche il sistema di welfare e quello
scolastico. Le paghe dei lavoratori rimangono molto basse nonostante il
notevole progresso economico e per questo diversi settori della
società, sia fra i lavoratori sia fra gli studenti, sono in
agitazione.
Invece la situazione del movimento è in fermento: c'è
grande attivismo e vi sono molti giovani che frequentano l'infoshop
anarchico (alla fine del corteo quasi 100 persone hanno pranzato negli
spazi – non enormi – dei compagni), che si trova
all'interno di un grande centro sociale – il Metelkova.
Il prossimo obiettivo di mobilitazione è il progetto di
costruzione di una base NATO vicino alla centrale nucleare di Krsko.
Luca e Raffaele