Il Sindaco leghista di Cittadella, provincia di Padova, ha firmato,
a metà novembre, un'ordinanza che ha suscitato un certo clamore
mass-mediatico. L'ordinanza è pubblicamente nota con
l'emblematico nome di "editto anti-sbandati". Si tratta di una misura
volta a limitare il diritto di residenza nel territorio comunale
escludendo persone sgradite.
L'editto è indirizzato principalmente ai non-italiani cittadini
di Stati membri dell'Unione Europea e a loro familiari, anche
non-comunitari. Vi si legge che la possibilità di circolare e
soggiornare liberamente nel territorio dello Stato, e dunque la
possibilità di stabilire la propria residenza nel Comune,
è subordinata alla verifica del possesso di un'assicurazione
sanitaria, all'accertamento della dimora abituale e ad un reddito annuo
ritenuto sufficiente, la cui adeguatezza viene stabilita utilizzando
"il parametro dell'importo dell'assegno sociale, consistente per l'anno
2007 in euro 5.061,68 annue". A voler essere precisi, "tale importo
viene considerato sufficiente per il soggiorno del richiedente e di un
familiare", ma "deve essere raddoppiato nel caso di ulteriori uno o due
familiari conviventi" e, infine, "va triplicato se i familiari
conviventi sono quattro o più di quattro".
Come ha affermato il Vicesindaco padano di Chioggia, l'editto riproduce
sostanzialmente il quadro legislativo vigente. Un'osservazione che
trova conferma anche nelle parole dell'Assessore ai Servizi Demografici
del comune di Padova, che vanta l'applicazione degli stessi standard di
valutazione nel capoluogo, senza bisogno di ordinanze specifiche. In
effetti, le discriminazioni contenute nell'"editto anti-sbandati"
replicano norme contenute nel decreto legislativo n. 30 del febbraio
scorso, il cui titolo è: "Attuazione della direttiva 2004/38/CE
relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di
circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati
membri".
Il senso dell'ordinanza di Cittadella, come del D.Lgs. n. 30 di
febbraio, sta nella messa in atto di provvedimenti speciali di
controllo e subordinazione nei confronti di soggetti sociali deboli, ed
è implicitamente rivolto soprattutto contro chi proviene da
Paesi neo-comunitari ritenuti a rischio in quanto serbatoio di
emigrazione verso gli Stati ricchi dell'Unione.
La vera novità introdotta da Bitonci è la costituzione di
una apposita commissione interna "costituita dall'ufficiale d'Anagrafe,
da un funzionario dell'Ufficio demografico e da un appartenente la
Polizia Locale, con il compito di esaminare le singole richieste e ove
ne sussistano i motivi, stabilire la necessità di inoltrare
l'informativa preventiva al Prefetto ed al Questore di Padova".
L'ordinanza dispone "che nell'ipotesi di richiesta d'iscrizione
anagrafica da parte di soggetti nei confronti dei quali, per notizie ed
informazioni direttamente acquisite ovvero per atti emessi e/o
provvedimenti precedentemente adottati da parte dell'Autorità
Giudiziaria e/o di Pubblica Sicurezza, venga accertato nei confronti
dei medesimi un presunto status di pericolosità sociale tale da
porre a rischio il mantenimento e la salvaguardia dell'ordine e la
sicurezza pubblica, preventivamente alla sua iscrizione anagrafica, ne
venga data debita informazione alla Prefettura ed alla Questura di
Padova". Compito della commissione sarebbe proprio accertare lo "status
di pericolosità sociale" di coloro che richiedono l'iscrizione
anagrafica, un'indagine che andrebbe condotta preventivamente
all'iscrizione stessa.
Proprio in ragione di questa innovazione, l'editto Bitonci è
stato bloccato dal procuratore Calogero di Padova, il quale fa sapere
che "l'istituzione di questa commissione impone un accertamento che
investe il punto cardine dello Stato di diritto, perché ci
può essere una appropriazione di poteri che appartengono ad
altri organi dello Stato, in ragione di una riserva di legge".
Il Sindaco di Cittadella, grazie alla sua innovazione, ha ricevuto
quindi un avviso di garanzia. L'editto, insomma, è stato per
Bitonci una discreta "sbandata".
Ma a parte l'appropriazione indebita di poteri dello Stato, vi sono
altre vie per, diciamo, disturbare preventivamente gli indesiderati.
L'ordinanza stessa, ad esempio, pone molta enfasi sulle questioni
dell'igiene pubblica e sulla salubrità degli alloggi, disponendo
che "contestualmente all'accertamento della dimora abituale eseguito ai
fini dell'iscrizione anagrafica nel registro della popolazione
residente di Cittadella da parte di chiunque ne presenti richiesta,
venga attuata con finalità preventive atte alla salvaguardia
dell'igiene pubblica e della salubrità ambientale a tutela degli
interessati (sigh!), un'attività di verifica volta ad accertare
il persistere dei requisiti igienico sanitari dell'alloggio indicato
per l'uso abitativo, attivando qualora necessario, gli opportuni
controlli da parte degli organi tecnici competenti finalizzati ad
accertarne la fruibilità a tale uso" (corsivo mio).
L'editto sembra essere stato accolto con entusiasmo da molti
rappresentanti di istituzioni comunali del Belpaese, i quali avrebbero
espresso ammirazione e solidarietà nei confronti del
"coraggioso" Bitonci. Nel frattempo, altri comuni del padovano, del
Veneto e del Nordest stanno per approvare o hanno già approvato
ordinanze simili, facendo tesoro dell'esperienza di Cittadella per
evitare di commettere errori. Inoltre, un passaggio di una nota
ufficiale del Vicinale, riportato su "La Stampa" dello scorso
lunedì, segna un'apertura verso il "popolo della sicurezza" e si
dimostra possibilista affermando che "la soluzione non può che
passare attraverso un adeguamento delle normative europee".
In fin dei conti, un'ordinanza del tipo analizzato può agire
inizialmente più sul piano simbolico che funzionale, dato che le
misure in questione sono già previste dalle leggi in vigore.
L'attenzione che però si riversa su questi temi, nonché
la presenza di ordinanze specifiche, hanno anche l'effetto di aumentare
concretamente la pressione sugli indesiderati, sollecitando
inasprimenti del controllo sociale e mettendo in moto nuovi meccanismi
che, significativamente, già si sono spinti fino al tentativo di
creare apparati con compiti di polizia che agiscano parallelamente, e
preventivamente, a quelli già esistenti.
S.L.