Dieci giorni di fuoco per il presidente francese Nicolas Sarkozy. La
Francia è stata attraversata da un'ondata di scioperi e proteste
di piazza che hanno coinvolto molti e diversi settori della
società. La miccia delle agitazioni è stata accesa dai
lavoratori dei trasporti pubblici per via del progetto di riforma
pensionistico proposto da Sarkozy e che mira ad allungare i tempi
necessari al conseguimento della pensione. Nel settore trasporti, otto
giorni consecutivi di astensione dal lavoro hanno letteralmente
paralizzato il paese con manifestazioni che hanno visto scendere in
piazza centinaia di migliaia di persone. Le rivendicazioni di
macchinisti e ferrovieri si sono intrecciate con quelle dei dipendenti
pubblici che chiedono aumenti salariali e si oppongono alla
soppressione di 22.000 posti di lavoro nel 2008. Ma nel progetto di
riforma di Sarkozy c'è spazio anche per l'autonomia
amministrativa delle università che, in sostanza, si configura
come l'anticamera della privatizzazione dell'istruzione, argomento che
sta particolarmente a cuore ai docenti e agli studenti francesi che si
sono dunque uniti alle agitazioni degli ultimi giorni bloccando una
quarantina delle ottantacinque università del paese.
La radicalità diffusa del conflitto si misura anche dai
sabotaggi che sono stati compiuti alle linee ferroviarie e di
comunicazione dell'alta velocità francese (incendio di cavi,
blocco degli scambi e della segnaletica) ma che non hanno ricevuto
alcun supporto dai vertici sindacali subendo, al contrario, una forte
criminalizzazione da parte del governo e dei media.
Da parte sua, il presidente Sarkozy ha espresso posizioni
particolarmente dure e inflessibili, in sintonia con l'arroganza che lo
contraddistingue da sempre. "Non cederemo di un passo" ha detto,
perché – a suo dire – la Francia ha bisogno di
queste riforme.
Ma alla fine della scorsa settimana, dopo nove giorni di sciopero, i
manager delle ferrovie (Sncf) e del metrò parigino (Ratp) sono
tornati al tavolo delle trattative. Così treni, autobus e
metropolitana hanno ripreso a circolare quasi regolarmente.
Le varie assemblee generali degli autoferrotranvieri si sono
pronunciate per la ripresa del lavoro, dopo che i primi risultati
dell'avvio dei negoziati a tre – aziende, sindacati e governo
– sono stati definiti "positivi" dall'organizzazione sindacale
maggioritaria, la Cgt. Governo e Sncf sembrerebbero disposti a mettere
sul piatto aumenti salariali e un pacchetto di incentivi da 90 milioni
di euro l'anno.
Le proposte sono state accolte favorevolmente dai sindacati, quattro
dei quali – che rappresentano il 76% dei lavoratori – hanno
deciso di prendere ancora tempo per decidere il da farsi. Intanto si
registra in tutto il paese un graduale, anche se lento, ritorno alla
normalità.
Adesso Sarkozy è atteso al varco dai lavoratori per capire come
intenderà risolvere quello che si configura come il primo grande
conflitto sociale sotto il suo mandato di capo dello stato. Sarkozy ha
anche annunciato "altre iniziative" a favore "della crescita,
dell'occupazione e del potere d'acquisto", ormai la principale
preoccupazione dei francesi e una delle principali rivendicazioni dei
dipendenti pubblici.
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