Umanità Nova, n.39 del 2 dicembre 2007, anno 87

Francia. Dieci giorni di fuoco


Dieci giorni di fuoco per il presidente francese Nicolas Sarkozy. La Francia è stata attraversata da un'ondata di scioperi e proteste di piazza che hanno coinvolto molti e diversi settori della società. La miccia delle agitazioni è stata accesa dai lavoratori dei trasporti pubblici per via del progetto di riforma pensionistico proposto da Sarkozy e che mira ad allungare i tempi necessari al conseguimento della pensione. Nel settore trasporti, otto giorni consecutivi di astensione dal lavoro hanno letteralmente paralizzato il paese con manifestazioni che hanno visto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone. Le rivendicazioni di macchinisti e ferrovieri si sono intrecciate con quelle dei dipendenti pubblici che chiedono aumenti salariali e si oppongono alla soppressione di 22.000 posti di lavoro nel 2008. Ma nel progetto di riforma di Sarkozy c'è spazio anche per l'autonomia amministrativa delle università che, in sostanza, si configura come l'anticamera della privatizzazione dell'istruzione, argomento che sta particolarmente a cuore ai docenti e agli studenti francesi che si sono dunque uniti alle agitazioni degli ultimi giorni bloccando una quarantina delle ottantacinque università del paese.
La radicalità diffusa del conflitto si misura anche dai sabotaggi che sono stati compiuti alle linee ferroviarie e di comunicazione dell'alta velocità francese (incendio di cavi, blocco degli scambi e della segnaletica) ma che non hanno ricevuto alcun supporto dai vertici sindacali subendo, al contrario, una forte criminalizzazione da parte del governo e dei media.
Da parte sua, il presidente Sarkozy ha espresso posizioni particolarmente dure e inflessibili, in sintonia con l'arroganza che lo contraddistingue da sempre. "Non cederemo di un passo" ha detto, perché – a suo dire – la Francia ha bisogno di queste riforme.
Ma alla fine della scorsa settimana, dopo nove giorni di sciopero, i manager delle ferrovie (Sncf) e del metrò parigino (Ratp) sono tornati al tavolo delle trattative. Così treni, autobus e metropolitana hanno ripreso a circolare quasi regolarmente.
Le varie assemblee generali degli autoferrotranvieri si sono pronunciate per la ripresa del lavoro, dopo che i primi risultati dell'avvio dei negoziati a tre – aziende, sindacati e governo – sono stati definiti "positivi" dall'organizzazione sindacale maggioritaria, la Cgt. Governo e Sncf sembrerebbero disposti a mettere sul piatto aumenti salariali e un pacchetto di incentivi da 90 milioni di euro l'anno.
Le proposte sono state accolte favorevolmente dai sindacati, quattro dei quali – che rappresentano il 76% dei lavoratori – hanno deciso di prendere ancora tempo per decidere il da farsi. Intanto si registra in tutto il paese un graduale, anche se lento, ritorno alla normalità.
Adesso Sarkozy è atteso al varco dai lavoratori per capire come intenderà risolvere quello che si configura come il primo grande conflitto sociale sotto il suo mandato di capo dello stato. Sarkozy ha anche annunciato "altre iniziative" a favore "della crescita, dell'occupazione e del potere d'acquisto", ormai la principale preoccupazione dei francesi e una delle principali rivendicazioni dei dipendenti pubblici.

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