Umanità Nova, n.40 del 9 dicembre 2007, anno 87

Decreto flussi. Roulette telematica


Venerdì 30 novembre è stato pubblicato il decreto flussi 2007: le quote di ingresso previste per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri ammontano ad appena 170.000 unità, una cifra che – come al solito – è assolutamente insufficiente per soddisfare la domanda di lavoro presente nel paese e che, soprattutto, è di molto inferiore alle esigenze degli immigrati che sperano nella regolarizzazione per potere uscire dall'incubo della precarietà, della clandestinità e della repressione di stato. Si tenga presente, in questo senso, che l'anno scorso – per la medesima infima quota di ingressi – le domande presentate furono circa 500.000.
Il nuovo decreto consente l'accesso in Italia di 47.000 lavoratori subordinati provenienti da quegli stati che hanno sottoscritto con l'Italia specifici accordi di cooperazione e riammissione di immigrati clandestini (ovvero, espulsioni e deportazioni facili). Altri 110.900 posti di lavoro sono a disposizione dei lavoratori di tutte le altre nazionalità: 65.000 colf e badanti, 14.200 per il settore edile, 1.000 per dirigenti e lavoratori qualificati.
Ma la vera novità di quest'anno è l'introduzione della procedura telematica per la presentazione delle domande e il disbrigo delle pratiche di regolarizzazione: la "lotteria" della regolarizzazione viene infatti affidata a un agghiacciante iter informatizzato che è stato concepito dal Ministero dell'interno per eliminare le interminabili e penose file davanti alle poste e, soprattutto, per ridurre drasticamente la documentazione cartacea che negli ultimi anni ha intasato uffici postali, sportelli unici per l'immigrazione e questure.
Con questo efficientismo ministeriale, che vorrebbe colmare tradizionali ritardi e ingolfamenti che vanno addebitati esclusivamente all'astrusità delle norme e all'incompetenza dei burocrati e degli addetti ai lavori, gli immigrati che vogliono regolarizzarsi dovranno inoltrare le domande online, collegandosi al sito internet del Ministero dell'interno. Più precisamente, visto che si tratta di una procedura di regolarizzazione, dovranno essere i datori di lavoro a sbrigare le pratiche "virtuali", ma dal momento che il decreto flussi rappresenta l'unica chance di regolarizzazione per i lavoratori stranieri che vivono già in Italia, è prevedibile che saranno moltissimi gli immigrati costretti a cimentarsi con la procedura informatizzata.
È necessario registrarsi al sito del Ministero dell'interno (cliccando su "effettua registrazione") compilando un modulo web che prevede l'inserimento di una password di otto caratteri tra cui almeno un numero, la trascrizione dei classici "caratteri di controllo" e la ricezione di una conferma di avvenuta registrazione. Dopo di che, si ritorna alla pagina principale del sito del ministero, si clicca sulla sezione "sportello unico immigrazione"; si entra nell'area riservata; si consulta l'elencodei moduli disponibili e si sceglie ciò che serve; si inseriscono i dati anagrafici del padrone e del lavoratore; sulla base di questi dati il sistema genera un "kit"; si scarica questo kit insieme al software necessario alla sua compilazione; si apre il modulo – utilizzando il software – lo si compila e lo si salva (operazione che si può fare anche senza essere connessi).
Tutto chiaro? Forse sì, per chi è italiano, sa navigare agevolmente in internet, sa come si usa un computer e dispone di un abbonamento che gli consente una connessione veloce. Ma non è finita.
A questo punto non resta che inviare la domanda, ma è necessario sapere quando è possibile: i lavoratori delle quote riservate potranno farlo a partire dalle 8 del 15 dicembre; i lavoratori domestici (colf e badanti) di altre nazionalità potranno inviare le domande a partire dalle 8 del 18 dicembre; tutti gli altri potranno inviare le domande a partire dalle 8 del 21 dicembre. Si tratta degli ineffabili "clic day", ovvero i giorni in cui sarà indispensabile essere velocissimi e attentissimi per affidare al computer e alla rete virtuale il proprio destino: in questa lotteria faranno fede la data e l'ora di spedizione via internet delle domande, tanto che dal Viminale hanno fatto sapere che «nella graduatoria finale verranno contati anche i millesimi di secondo delle pratiche ricevute». Questo è il prezzo da pagare per l'efficientismo telematico. È importante sottolineare, infine, che le domande (non più di 5) vanno inviate dallo stesso computer sul quale si è installato precedentemente il software.
Una volta inviato il kit, la domanda viene "cifrata" in automatico e spedita direttamente dal programma al centro elaborazione dati del Viminale. Se l'invio è andato a buon fine sullo schermo viene visualizzato un messaggio di conferma, arriva una e-mail di conferma e dal portale si può scaricare una ricevuta in formato .pdf.
Il percorso a ostacoli è finito: l'immigrato dovrà adesso sperare nel parere favorevole dello sportello unico, della direzione provinciale del lavoro e della questura.
Procedura e moduli restano, come sempre, assai complessi e per l'assistenza gratuita alla compilazione il ministero ha stipulato degli accordi con associazioni, organizzazioni imprenditoriali, sindacati e patronati che avranno il compito di aiutare gratuitamente chi avrà bisogno di una mano.
A dispetto della propaganda governativa che sottolinea la potenziale efficienza dell'iter telematico, il Ministero dell'Interno non ha chiarito come il nuovo software predisposto sarà in grado di garantire trasparenza rispetto all'ordine di arrivo delle domande e non c'è bisogno di essere degli esperti per comprendere che tutta la nuova procedura si presta a innumerevoli intoppi e inconvenienti. Non è mai stato sperimentato, infatti, se 200/300.000 contatti simultanei su un sito web possano essere supportati dalla tecnologia esistente. Inoltre, la divisione nei tre giorni utili per gli invii ha posizionato nel primo giorno il maggior numero di domande perché è proprio dai paesi con le quote riservate che proviene il 70% delle domande dei datori di lavoro. È poi probabile che nel blocco totale della linea (che potrebbe durare per ore o per tutta la giornata) si rischierebbe di assistere a un'estenuante connessione collettiva con gente che clicca a vuoto e in maniera compulsiva non avendo la certezza dell'invio andato a buon fine.
Al di là dell'oggettiva difficoltà che sta a monte dell'iscrizione online (avere un computer a disposizione con una connessione stabile e veloce, saper usare bene internet e avere sufficiente dimestichezza con lo strumento tecnologico), affidare a internet il disbrigo di una pratica che vale una vita significa dare in pasto le esistenze degli immigrati all'imponderabilità della rete.
Un nuovo, cervellotico sistema per complicare ulteriormente la vita degli immigrati nel nostro paese.

TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

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