Umanità Nova, n.40 del 9 dicembre 2007, anno 87

Ferrovie: meno 25% per i treni dei pendolari. Regalo di fine anno


Un altro regalo natalizio avvelenato per i lavoratori e i pendolari: il governo ha appena approvato, nel passaggio della legge finanziaria al Senato, un taglio del 25% alle risorse destinate al trasporto regionale e metropolitano gestito dalle ferrovie. Un provvedimento che rende molto complicata la sussistenza di un servizio già compromesso per conto suo dalla vetustà dei mezzi e dalla carenza di personale, per le politiche di tagli, risparmi e disincentivo all'uso del treno attuate dalle dirigenze ferroviarie negli ultimi anni.
Il ministro Di Pietro, uomo dell'Alta Velocità e degli appalti per le Grandi Opere, noto per la sua aderenza agli interessi delle grandi imprese, sin da quando era magistrato, ha incassato un risultato che va oltre le stesse già laute regalie del suo predecessore Lunardi alla casta delle aziende e cooperative. Infatti, oltre al taglio dei finanziamenti per il servizio ferroviario, tutte le grandi opere  hanno ricevuto incrementi di finanziamenti del 22% rispetto al 2007, giungendo così a sommare prebende per 3.612 milioni di euro che andranno a rimpinguare i cantieri dell'Alta Velocità e delle nuove autostrade padane.
Non va dimenticato che lo stesso Di Pietro sulla questione Ponte sullo Stretto ha operato una sorta di marcia indietro rispetto alla già ambigua linea governativa, riaprendo spiragli per la lobby pontista, come lo stesso salvataggio della Società "Stretto di Messina" SpA dimostra: essa, sorta per la gestione dell'affaire ponte, non avrebbe più dovuto avere ragion d'essere, ma non solo ha continuato a vivere con tanto di consiglio d'amministrazione, sedi in Sicilia e a Roma, impiegati, ecc., ma ha anche ricevuto finanziamenti per la realizzazione di opere in Albania, come una qualsiasi SpA. Ancora una volta i carrozzoni clientelari funzionali allo sviluppo di una politica di elargizione di fondi agli amici, l'hanno avuta vinta.
Quindi il governo Prodi, con tanto di "ministri ecologisti", con tanto di "programma" rivendicato dalla "sinistra radicale" come un vangelo (a cui credono pochi), sta dimostrando di avere meno scrupoli nelle sue marce forzate verso le privatizzazioni, del tanto vituperato governo Berlusconi. Lo slogan "Non ci sono governi amici" fotografa perfettamente la situazione.
I 1000 nuovi treni per i pendolari, stanno diventando 1000 treni in meno. I problemi di affollamento, insicurezza, ritardo, inefficienza del trasporto popolare, sono destinati a subire una accelerazione in favore di un trasporto elitario (il Tav) e del progressivo smantellamento del servizio su rotaia in favore del gommato.
Se si considera anche che sotto il regime prodiano, e con l'arrivo al vertice di FS di un ex leader Cgil come Moretti, è stata pianificata la fine del settore merci Fs, con la svendita di tutti i migliori pezzi della divisione Cargo di Trenitalia alla concorrenza, si può vedere come le parole sul risparmio energetico, sulla decongestione delle strade e autostrade, sulla diminuzione dei livelli di inquinamento, altro non siano che chiacchiere e ipocrisia.
Oggi è necessaria un'azione di pressione che veda realizzarsi un percorso unità tra i ferrovieri – organizzati nei sindacati di base -, i pendolari – con i loro comitati -, e i cittadini organizzati nei tanti organismi popolari sorti per combattere le devastazioni connesse alle grandi opere e alla Tav; solo da questo movimento può nascere quella spinta dotata della giusta forza e della necessaria capacità per imporre dal basso una svolta politica in materia di trasporti in Italia.

Pippo Gurrieri

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