Umanità Nova, n.40 del 9 dicembre 2007, anno 87

Inform@zione


Firenze: sgombrate due occupazioni

A Firenze, la mattina del 29 novembre polizia e carabinieri hanno fatto irruzione, con il solito dispiegamento di forze, in due palazzine occupate, l'Asilo e il Panico. Nella prima non c'è stata resistenza, mentre nel secondo caso gli occupanti presenti sono riusciti a salire sul tetto e ci sono rimasti fino a sera. Non è la prima volta che posti occupati vengono sgombrati e, temiamo, nemmeno l'ultima, ma in questi due casi i mass media hanno collegato gli sgomberi ad una inchiesta basata sul famigerato 270bis (associazione con finalità di terrorismo). Anche perché ci sarebbero state, contemporaneamente, una serie di perquisizioni in diverse città: Pisa, Lucca, Prato, Livorno e La Spezia in seguito ad una ordinanza emessa da un magistrato che avrebbe firmato un mandato per la ricerca di armi e materiali esplosivi.
Nelle perquisizioni nei due stabili sarebbe stato sequestrato il solito materiale (computer e propaganda cartacea varia) e, nell'Asilo, anche "alcune centinaia di proiettili (sic!) a salve".
Dalle notizie disponibili, sembra che solo alcune delle 24 persone identificate e poi rilasciate durante le operazioni di polizia, siano indagate per "associazione con finalità di terrorismo". A quanto sembra l'operazione repressiva è collegata ad una inchiesta preesistente ed ha preso le mosse da alcuni "colpi di arma da fuoco", che sarebbero stati sentiti da alcuni cittadini o (a seconda dei giornali) "intercettati" dalla polizia nell'area di San Salvi, dove aveva sede il Panico.
Entrambe le occupazioni, come sempre accade, erano a rischio di sgombero, soprattutto l'Asilo, per il quale recentemente il Comune di Firenze aveva cambiato la destinazione d'uso allo scopo di metterlo sul mercato. Ma anche la zona di San Salvi è un'area già da tempo al centro di pressanti interessi immobiliari. L'aspetto più grave e preoccupante della faccenda è stato mischiare lo sgombero di un edificio occupato ad una inchiesta sul terrorismo, fare questo significa alzare notevolmente il livello di repressione nei confronti di tutte le strutture occupate ed autogestite.
Un modo di fare che ha tutta l'aria di un avvertimento.
Caotico-info (Pisa)

Trieste: fuori i fascisti dalla storia!

La notizia ci aveva colto alla sprovvista: Fiamma Tricolore stava per aprire una nuova sede in città, in uno dei quartieri più vivaci dal punto di vista sociale e culturale. Presa casualmente dal sito internet di FT, la notizia stava passando in sordina e subito ci siamo organizzati per promuovere una mobilitazione antifascista. Nella stessa via dove a breve sarebbero dovuti arrivare i fascisti erano da tempo presenti un circolo culturale dell'ARCI, una sede umanista e un giardino pubblico in cui da anni viene portato avanti un percorso di gestione orizzontale e di integrazione. L'apertura di una sede fascista avrebbe rappresentato per noi un'offesa e una provocazione verso tutto il quartiere.
Il gruppo anarchico Germinal ha sostenuto fin da subito la mobilitazione, prendendo contatti con i gruppi e le associazioni del quartiere e diffondendo la notizia.
L'assemblea che ha dato avvio alla mobilitazione, indetta da alcuni attivisti dell'ARCI, ha visto la presenza di una cinquantina di persone e un vivace dibattito su quali strumenti e forme di protesta assumere in vista dell'inaugurazione della sede fascista. Abbiamo deciso di darci un nome, "Trieste antifascista", e di indire un presidio, in concomitanza all'appuntamento lanciato da quelli di Fiamma, davanti al circolo ARCI. Il tempo stringeva, ma in quattro giorni la notizia del presidio si è sparsa rapidamente in città. A due giorni dalla manifestazione, mentre l'organizzazione della manifestazione procedeva a ritmo serrato, alcuni ignoti infami hanno devastato i locali dell'associazione che gestisce il giardino pubblico, con chiaro intento intimidatorio.
Ma ciò non è bastato per spaventare chi era intenzionato a dare un chiaro segnale di "malvenuto" ai fascisti: per solidarietà abbiamo deciso di spostare il presidio di fronte ai giardini, mentre anche il circolo ARCI quel giorno sarebbe rimasto aperto e in attività.
Domenica 2 dicembre 200 persone – tra cui diversi/e compagni/e, anche da fuori città - hanno partecipato al presidio antifascista, sorvegliate a vista da una ventina di poliziotti in divisa e in borghese, mentre i pochi fascisti intervenuti facevano di tutto per farsi vedere il meno possibile.
Al termine del presidio un corteo spontaneo ha attraversato il quartiere ed è giunto in piazza Unità, fermandosi sotto il municipio.
Lo striscione portato dai compagni e dalle compagne del gruppo Germinal, essendo l'unico, prima è stato esposto ai giardini e ha poi aperto il corteo. Recava una scritta semplice ma chiara: "La violenza squadrista va fermata ora".
La mobilitazione sicuramente continua, l'antifascismo non si arresta.
Raffaele

Gradisca: presidio contro i cpt

Sabato 1 dicembre si è tenuto un presidio davanti al cpt di Gradisca non solo per contestare l'esistenza di tale obbrobrio ma anche per protestare contro il maltrattamento dei richiedenti asilo che attendono mesi per avere i documenti.
La manifestazione inoltre era inserita in una giornata di mobilitazione nazionale contro il protocollo tra ministero dell'interno e le poste spa per il rinnovo del permesso di soggiorno. Tale accordo prevede che ogni immigrato spenda più di 70 euro a testa per rinnovare il proprio permesso di soggiorno ed intere famiglie si ritrovino perciò a dover sborsare metà del salario. Una vera e propria truffa che è stata denunciata in diverse città in tutta Italia con volantinaggi e presidi davanti agli uffici postali e alle prefetture. A Gradisca è stato scelto il centro di permanenza temporanea come luogo simbolico dove essere presenti. La manifestazione ha avuto un buon successo nonostante il tempo: erano presenti un centinaio di persone fra le quali numerosi richiedenti. Davanti ai poliziotti che presidiavano l'entrata si è ribadito il pieno dissenso contro il cpt dove continuano i maltrattamenti ed i ricatti e contro l'amministrazione corrotta della città che prima promette di chiudere il cpt e dopo continua a mantenere in piedi tutto quanto. La protesta permanente continua.
Luca

Roma: corteo per l'acqua

Il 1° dicembre è stata la giornata dedicata a un bene prezioso e indispensabile: l'acqua.
Da Piazza della Repubblica fino a Piazza Farnese si è snodato un eterogeneo corteo che ha ribadito nettamente e in maniera trasversale la contrarietà popolare al furto della "fonte di vita" da parte delle aziende private.
Come gruppo "Cafiero" di Roma abbiamo partecipato al corteo diffondendo Umanità Nova, sventolando le nostre bandiere e facendo sentire la nostra voce con un comunicato letto più volte che, oltre alle considerazioni fondamentali sul mercimonio che avviene con le risorse del nostro territorio, ha ricordato il furto del bene in questione da parte dello Stato Vaticano (che, com'è noto, non paga neanche l'acqua).
La giornata si è conclusa tranquillamente, con una simbolica sbandierata rossonera ai piedi della statua di Giordano Bruno, come un collegamento ideale tra la posizione che abbiamo espresso e la nota figura del filosofo nolano.
Gianfranco
NdR. Nel riquadro il comunicato emesso dalla CdC della FAI sulla privatizzazione dell'acqua

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