Nel contesto dell'ultima Finanziaria è stato approvato anche
un emendamento, proposto dal leghista Guido Dussin, che prevede un
credito d'imposta per l'installazione di apparecchi di
videosorveglianza per le piccole e medie commerciali di vendita al
dettaglio e all'ingrosso, oltre che per quelle di somministrazione di
alimenti e bevande. Tale credito d'imposta, pari all'80% delle spese
sostenute per l'installazione di telecamere, potrà essere fatto
valere in compensazione ai fini fiscali e contributivi e non
concorrerà alla formazione del reddito, né al valore
della produzione netta ai fini Irap.
In questo modo, le aziende potranno godere di ulteriori finanziamenti
per gli impianti di videosorveglianza che risulteranno ulteriormente a
carico dei lavoratori e delle comunità; infatti già
esistono consistenti fondi statali e regionali destinati all'incremento
di queste misure di sicurezza, sia a favore delle ditte private che
delle amministrazioni locali.
Sovente, l'installazione di tali sistemi di controllo viene motivata
anche come prevenzione antiterrorismo, giungendo a progettare e
finanziare l'installazione di telecamere oltre che sugli autobus,
persino sui taxi (come a Milano) oppure presso gli imbarcaderi dei
vaporetti (come a Venezia).
Il risultato è duplice: controllo e business.
In primo luogo, ormai, la videosorveglianza costituisce una capillare
rete di controllo che non risparmia alcun ambito del nostro vivere;
come esempio di tale pervasività, basti citare qualche dato
riguardante la situazione nel comune di Venezia e, più in
generale del Veneto.
In questa regione, ben 5 capoluoghi lo scorso anno figuravano nella
classifica nazionale delle 50 città più videosorvegliate;
con Treviso collocata al 13° posto, seguita da Venezia, Vicenza,
Verona e Padova, tutte con un numero di telecamere superiore a quello
di Roma.
Soltanto all'interno e all'esterno del megastore Auchan di Mestre sono
attive circa 300 telecamere; mentre per quanto riguarda i mezzi
pubblici, entro l'estate saranno attivate 130 telecamere dislocate in
gran parte su autobus urbani e pullman extraurbani con un investimento
di 795 mila euro, nonostante l'opposizione delle RdB che rappresentano
la maggioranza dei lavoratori dell'Actv.
Altri dati significativi sono quelli relativi all'autostrada
Serenissima che collega Padova a Milano, dove lungo i 200 chilometri
del suo tracciato sono da tempo operative 200 telecamere: una ogni due
chilometri, ma raddoppiate per i due sensi di marcia; senza,
ovviamente, contare quelle montate sulle auto della Polstrada.
Il tutto approvato con un generalizzato quanto acritico consenso da
parte di un'opinione pubblica ormai assuefatta ad essere spiata in
continuazione come in un reality televisivo e talmente plagiata dal
continuo allarme sicurezza da non preoccuparsi neanche dei più
elementari diritti riguardanti la propria privacy.
Meritevole di citazione lo slogan, assieme all'incolpevole sorriso di
una bambina, utilizzato da un comune nel veronese per far accettare ai
suoi cittadini il nuovo sistema di videosorveglianza: "Sorridi,
c'è una telecamera puntata sulla tua sicurezza!".
Anti