Umanità Nova, n.41 del 16 dicembre 2007, anno 87

L'Italia esporta elettricità nella Francia nucleare. I paradossi della giungla energetica


Orientarsi nella giungla energetica non è semplice. Prima di tutto perché le informazioni sono quasi sempre di parte visti i colossali interessi che stanno attorno alla produzione di energia e poi per le complesse intersecazioni fra i vari mercati.
È in ogni caso da segnalare la notizia che ci viene dalla rete delle associazioni antinucleari francesi: da un mese la Francia acquista normalmente energia dai paesi confinanti .Ma come, ci domandiamo, la Francia importa energia elettrica? Quella Francia che la potente lobby nucleare italiana ci sbatte in faccia continuamente come gran produttrice di elettricità? Si, proprio lei. Leggendo il comunicato si viene a sapere che la crisi di novembre non è episodica: già nell'estate del gran caldo, quella del 2003, nel 2005 e nell'inverno del 2006, durante la crisi russo-ucraina del gas, la Francia aveva dovuto importare energia elettrica dai paesi limitrofi per evitare pericolosi black out.
Il presidente del Gestore di rete francese, Dominique Maillard, ha dichiarato che la causa del ricorso alle importazioni va individuata nelle temperature inferiori di 4 o 5 gradi alle medie stagionali e nella chiusura per manutenzione di alcune centrali. Un po' strano per un paese che si è vantato per anni della propria autosufficienza elettrica.
Gli antinucleari francesi sostengono invece che le cause sono diverse: il parco nucleare francese vecchio e inefficiente, le difficoltà di approvvigionamento di uranio dall'estero, le speculazioni sul mercato internazionale dei prezzi dell'energia (la cosiddetta borsa elettrica). Senza contare la nota rigidità del nucleare che non assicura tutta l'energia nei momenti di massimo bisogno ma ne produce troppa quando meno ce n'è bisogno; questo vale per le stagioni come per le ore di punta giornaliere.
In ogni caso c'è da evidenziare come la situazione sia profondamente cambiata nel giro di pochi anni. Almeno fino al 2001 la Francia era un'esportatrice netta di energia elettrica, riuscendo a vendere, per altro sotto costo, il 20% dell'energia elettrica prodotta . Negli ultimi anni la Francia è rimasta un'esportatrice totale di elettricità (nel 2006 ha comunque esportato l'11,2% dell'energia totale prodotta) ma ha avuto sempre più bisogno di importare elettricità da altri paesi, senza dubbio perché le sue centrali atomiche sono vecchie ed inefficienti ma anche perché i giochi della borsa elettrica fanno sì che l'elettricità prodotta da petrolio, gas e carbone in determinati periodi sia più economica di quella prodotta dalle centrali nucleari anche se venduta sottocosto. Lo stesso discorso vale per la Germania che produce con il carbone il 40% della propria elettricità.
Ovviamente i giornalisti italiani si dimenticano di dare queste notizie quando riempiono le pagine dei loro giornali degli allarmi sui rischi di inverno freddo e buio lanciati da monotoni personaggi come il ministro Bersani, il presidente dell'ENEL Conti, l'ex ambientalista Testa, che vorrebbero devastarci con centrali nucleari e a carbone. Si dimenticano anche di informare gli italiani che fra gli esportatori di energia in Francia c'è anche l'Italia, quella della sindrome di Nimby, dove la Confindustria e i suoi tirapiedi si lamentano di non riuscire a fare nulla, ma dove nel giro di pochi anni sono state costruite o riconvertite un numero spaventoso di centrali a gas che, anche nei momenti fatti passare come critici (p. es. la crisi del gas dell'inverno 2006), hanno permesso ai loro proprietari di fare ottimi affari vendendo elettricità proprio alla Francia (quella del tutto nucleare), oltre che alla Germania (quella del tutto carbone) e alla Svizzera . Ma i lacché del potere si dimenticano soprattutto di far sapere che queste transazioni sono provocate da rincari nei prezzi dell'energia che vengono scaricati nelle bollette dei consumatori: per anni i francesi hanno pagato bollette più salate per consentire la vendita a mezza Europa del surplus di elettricità nucleare e ora i rincari della borsa elettrica vengono fatti pagare agli italiani, proprio a causa dei prezzi in rialzo sulle borse elettriche europee .
C'è qualcosa che non va in questo sistema fatto di mostri nucleari, a petrolio, a gas, a carbone che infestano l'ambiente, prosciugano le tasche della gente e ingrassano le multinazionali dell'energia.

M.Z.

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