Orientarsi nella giungla energetica non è semplice. Prima di
tutto perché le informazioni sono quasi sempre di parte visti i
colossali interessi che stanno attorno alla produzione di energia e poi
per le complesse intersecazioni fra i vari mercati.
È in ogni caso da segnalare la notizia che ci viene dalla rete
delle associazioni antinucleari francesi: da un mese la Francia
acquista normalmente energia dai paesi confinanti .Ma come, ci
domandiamo, la Francia importa energia elettrica? Quella Francia che la
potente lobby nucleare italiana ci sbatte in faccia continuamente come
gran produttrice di elettricità? Si, proprio lei. Leggendo il
comunicato si viene a sapere che la crisi di novembre non è
episodica: già nell'estate del gran caldo, quella del 2003, nel
2005 e nell'inverno del 2006, durante la crisi russo-ucraina del gas,
la Francia aveva dovuto importare energia elettrica dai paesi limitrofi
per evitare pericolosi black out.
Il presidente del Gestore di rete francese, Dominique Maillard, ha
dichiarato che la causa del ricorso alle importazioni va individuata
nelle temperature inferiori di 4 o 5 gradi alle medie stagionali e
nella chiusura per manutenzione di alcune centrali. Un po' strano per
un paese che si è vantato per anni della propria autosufficienza
elettrica.
Gli antinucleari francesi sostengono invece che le cause sono diverse:
il parco nucleare francese vecchio e inefficiente, le difficoltà
di approvvigionamento di uranio dall'estero, le speculazioni sul
mercato internazionale dei prezzi dell'energia (la cosiddetta borsa
elettrica). Senza contare la nota rigidità del nucleare che non
assicura tutta l'energia nei momenti di massimo bisogno ma ne produce
troppa quando meno ce n'è bisogno; questo vale per le stagioni
come per le ore di punta giornaliere.
In ogni caso c'è da evidenziare come la situazione sia
profondamente cambiata nel giro di pochi anni. Almeno fino al 2001 la
Francia era un'esportatrice netta di energia elettrica, riuscendo a
vendere, per altro sotto costo, il 20% dell'energia elettrica prodotta
. Negli ultimi anni la Francia è rimasta un'esportatrice totale
di elettricità (nel 2006 ha comunque esportato l'11,2%
dell'energia totale prodotta) ma ha avuto sempre più bisogno di
importare elettricità da altri paesi, senza dubbio perché
le sue centrali atomiche sono vecchie ed inefficienti ma anche
perché i giochi della borsa elettrica fanno sì che
l'elettricità prodotta da petrolio, gas e carbone in determinati
periodi sia più economica di quella prodotta dalle centrali
nucleari anche se venduta sottocosto. Lo stesso discorso vale per la
Germania che produce con il carbone il 40% della propria
elettricità.
Ovviamente i giornalisti italiani si dimenticano di dare queste notizie
quando riempiono le pagine dei loro giornali degli allarmi sui rischi
di inverno freddo e buio lanciati da monotoni personaggi come il
ministro Bersani, il presidente dell'ENEL Conti, l'ex ambientalista
Testa, che vorrebbero devastarci con centrali nucleari e a carbone. Si
dimenticano anche di informare gli italiani che fra gli esportatori di
energia in Francia c'è anche l'Italia, quella della sindrome di
Nimby, dove la Confindustria e i suoi tirapiedi si lamentano di non
riuscire a fare nulla, ma dove nel giro di pochi anni sono state
costruite o riconvertite un numero spaventoso di centrali a gas che,
anche nei momenti fatti passare come critici (p. es. la crisi del gas
dell'inverno 2006), hanno permesso ai loro proprietari di fare ottimi
affari vendendo elettricità proprio alla Francia (quella del
tutto nucleare), oltre che alla Germania (quella del tutto carbone) e
alla Svizzera . Ma i lacché del potere si dimenticano
soprattutto di far sapere che queste transazioni sono provocate da
rincari nei prezzi dell'energia che vengono scaricati nelle bollette
dei consumatori: per anni i francesi hanno pagato bollette più
salate per consentire la vendita a mezza Europa del surplus di
elettricità nucleare e ora i rincari della borsa elettrica
vengono fatti pagare agli italiani, proprio a causa dei prezzi in
rialzo sulle borse elettriche europee .
C'è qualcosa che non va in questo sistema fatto di mostri
nucleari, a petrolio, a gas, a carbone che infestano l'ambiente,
prosciugano le tasche della gente e ingrassano le multinazionali
dell'energia.
M.Z.